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30 mesi di crisi e il treno tedesco
Diario della crisi: 2010 - trentesimo mese di SETTANTADUE (ho aggiunto un anno).
P.S. Qualcuno vocifera di un ventennio critico
03/08/2010 di F. Allegri
Anche il trentesimo mese della crisi è iniziato e io continuo a meravigliarmi in questo mio diario on line dei discorsi che sento fare intorno a me. Ieri ho letto una lettera pubblica di Berlusconi ai militanti di una delle sue associazioni di supporters, non ricordo la sigla forse non c’era nel testo credo si tratti dell’associazione dell’onorevole Brambilla.
La lettera è breve e riguarda i rapporti tra Lui e Fini, ma interessante anche per altri motivi: nella prima parte Berlusconi critica Fini dicendo che non l’ha aiutato nei 2 anni che lui ha passato a lottare contro la crisi. Sì, proprio così, quella crisi che lui negava in pubblico e contrastava in segreto, a quanto vedo (e senza Fini).
Tempo fa ci aveva spiegato che anche l’ottimismo degli elettori e dei cittadini serviva a contrastare la crisi e mi rammento che un paio di volte ho scritto che si negava la crisi in pubblico, ma qualcosa si faceva in privato.
Forse è inutile che vi dica che non si è fatto abbastanza … allora vi dico che la crisi c’è e ci sarà quindi servirebbero altre politiche. Ogni riforma dovrebbe partire dalle 2 seguenti constatazioni, le colonne d’Ercole di ogni ragionamento.
La crisi c’è ancora perché l’ECONOMIA CINESE globalizzata e statalizzata sostenuta anche dal suo regime dittatoriale e castale, socialista e di mercato CONTINUA A FARE DANNI soprattutto a quelle piccole fabbrichette italiche senza arte o parte.
La crisi c’è ancora perché l’ECONOMIA TEDESCA ….. Eccoci all’argomento del giorno!
Vi ho detto, di recente, che abbiamo svalutato in ritardo l’euro perché la Germania non era d’accordo. Forse dovevo aggiungere che quel paese faceva il suo interesse!
Se la cosiddetta “locomotiva cinese” è un treno lungo quanto antiquato e a rischio deragliamento quella tedesco è di diversa qualità e con prospettive rosee.
Da un lato la Cina fa la merce a basso costo che può rompersi subito o quasi, dall’altro la Germania fa la qualità a costi minori ed è tutta roba che dura, solida: pensate alle macchine del popolo come la Golf. La Germania ha anche altri vantaggi, ad esempio, è del tutto libera l’elusione fiscale e c’è anche tanta evasione …. (o almeno c’era).
Quando leggiamo i nostri disinformatori di sinistra sembra che gli evasori siano solo italiani, invece di unico ci sono solo quei personaggi. Ho già tradotto uno scritto di Nader sull’evasione fiscale e la fuga di capitali in USA, oggi vi rammento la Germania.
Divevamo: in Germania si produce il meglio, a costi minori evadendo (in parte) ed eludendo il fisco e anche senza sforzarsi troppo se si svolgono mansioni d’ufficio!
Questa parte finale era valida fino a qualche mese fa perché anche la Germania ha iniziato a contrastare i trucchi contabili e credo non sia per caso se l’ha fatto prima di svalutare l’euro.
Io parlo di locomotiva germanica e non per caso perché è proprio quello stato che merita questo appellativo: chi pensa che la forza di quel paese sia un merito delle imprese di quel paese si sbaglia.
Le fabbriche tedesche sono come tutte le altre europee, non altro!
La forza tedesca scaturisce dallo stato, dalle sue infrastrutture diffuse e di qualità. E’ buono il mondo pubblico. L’impiegato tedesco si ricorda anche di lavorare, segue qualche criterio di produttività in più dei nostri, salvo quando non hanno nulla da fare (capita): altro che le riforme di Brunetta!
Lo stato tedesco aiuta la sua economia, c’è poca casta e c’è più moralità!
Per il resto la fortuna di quel paese viene dalle sue donne: i soli lavoratori di quel paese e da un’immigrazione che costa poco e soprattutto non vende cianfrusaglie di frodo per strada o sulle spiagge. I tedeschi devono birra, viaggiano e vanno allo stadio o poco più.
Anche la Germania sente i morsi della crisi, anche lei ha dovuto fare delle riforme e le sue banche stanno molto peggio delle nostre. Ad ognuno il suo male!
La svalutazione dell’euro è partita anche grazie al fatto che il fisco tedesco ha bisogno di entrate e non possono accontentarsi di raschiare il barile rincorrendo i piccoli liberi professionisti.
La Germania sarà un pilastro dell’Europa fino a quando sarà attiva la forza del suo apparato pubblico e se questa non fosse sufficiente avremo una seconda svalutazione dell’euro.
Io auspico proprio questo a prescindere dai vari treni che ho discusso.
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