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Giri di vite e giri di soldi

 

ANTICHITA' E MENZOGNE

Diario della crisi: 2010 - trentesimo mese di SETTANTADUE (ho aggiunto un anno).

P.S. Qualcuno vocifera di un ventennio critico

16/08/2010 di F. Allegri e I. Nappini

MIA INTRODUZIONE

Oggi ospito nel mio diario un secondo scritto del professor Nappini tratto dai 3 libri del De Reditu Suo e titolato "Antichità e menzogne".  Nello scritto precedente abbiamo constatato l'estinzione di una vecchia borghesia e di un certo modo di essere borghesi oggi leggeremo con il professore il rovescio di quella medaglia ovvero la crisi delle giovani generazioni. In precedenza ho già chiamato questi settori sociali con l'appellativo di "generazione perduta" dopo l'avvento della globalizzazione. Il resto del lavoro lo svolge la nostra gerontocrazia con i suoi criteri di selezione del merito e con il sostegno di anziani legati alle culture politiche morte tra il 1989 e il 1992.

De Reditu Suo - Secondo Libro

Antichità e menzogne

12/04/2010

Del Prof. I. Nappini

Da un po’ di tempo a questa parte al contrario di quel che fanno altri popoli, ad esempio i giapponesi che hanno coniato un termine apposta per la generazione dei trentenni in evidente stato di disagio, nel Belpaese si fa finta di non capire.

SONO IN PARTICOLARE I CINQUANTENNI E I SESSANTENNI MASCHI, RICCHI, CON RENDITE E PROPRIETÀ O POSIZIONI SOCIALI che criticano aspramente i giovani precari con alle spalle famiglie non ricche, privi di protettori, con storie di licenziamenti e lavori precari, con difficoltà economiche.

Le generazioni di cinquantenni e di sessantenni ricchi approfittano della loro posizione e delle loro rendite per giudicare questi sfortunati CON FINTE VERITÀ E CON PALESI MENZOGNE CONDITE CON I RICORDI DISTORTI DEL LORO PASSATO.

Quel passato è un’antichità oggi dimenticata.

Così mi spiego i troppi interventi offensivi che rimbalzano qua e là e che umiliano quanti sono nel bisogno mostrando loro realtà idealizzate di passati immaginari e finti che arbitrariamente associano a virtù inesistenti che i predicatori dal pulpito affermano di aver posseduto nel passato.

FACCIO UN BANALE ESEMPIO: DI SOLITO SI CONTRAPPONE LA FORZA DI RESISTENZA E LA VOLONTÀ CHE HANNO AVUTO I VECCHI AI LORO TEMPI CONTRO LA PRESUNTA INDOLENZA DEI GIOVANI.

Se c’è un film che rappresenta l’ordinario ambiente lavorativo dei vecchi sono i primi due film del ragionier Fantozzi, interpretato magistralmente da Paolo Villaggio, anche se nel grottesco della finzione i film registravano una parte della realtà concreta di quel periodo.

Una serata passata a vedere una scelta delle vecchie “Commedie all’Italiana” smantella da sola l’idealizzazione falsa che viene proposta quando si tratta di dar addosso ai giovani precari.

PER QUESTO È EVIDENTE LA NATURA INFAME DI CERTI COMMENTI.

Sarebbe molto più dignitoso da parte di questi anziani dichiarare: ARRANGIATEVI E RENDETE IL MONDO E IL BELPAESE ANCOR PIÙ BRUTTO, VIOLENTO E OSCENO DI QUEL CHE AVETE AVUTO IN EREDITÀ DA NOI perché questo è giusto, PERCHÉ QUESTO E SOLO QUESTO VI ABBIAMO INSEGNATO!

Quando si è malvagi al punto di rompere i legami sacri fra generazioni è giusto che venga ricordata ai vili l’essenza di questo modo indecente di aggredire gli altri con gli strumenti della parola e della menzogna.

La natura del discorso menzognero sui giovani precari si fonda sulla ripetizione prolungata di un messaggio che finisce per essere credibile ed è nota al mondo come “FALSA EVIDENZA” e sulla “MANIPOLAZIONE COGNITIVA” che è data da una combinazione di false promesse o su paragoni infondati che intendono condizionare chi vi presta fede.

Si tratta di strategie della propaganda e della pubblicità che vengono usate cinicamente per far passare l’idea CHE I GIOVANI NON SONO ALL’ALTEZZA, che i trentenni hanno le stesse condizioni lavorative dei padri solo che sono meno capaci, che se stanno a casa è per pigrizia e non per il costo elevato della vita e per gli affitti spropositati rispetto agli stipendi, e se hanno pochi figli o nessuno è perché sono irresponsabili e non per l’impoverimento di larghi strati del ceto medio.

Invece di raccontar in modo così indegno e maligno vicende collettive drammatiche sarebbe bene avere due grammi di decenza e dire apertamente che tutta la questione dei giovani ha a che fare solo ed esclusivamente con i SOLDI.

Si dovrebbe parlare sempre e solo quando si ragiona dei ventenni e dei trentenni di quattrini, di stipendi, del costo della vita, di affitti troppo cari, di lavoro precario, di licenziamenti facili.

Concludo questo mio scritto ricordando che fra tutte le categorie di giovani che lavorano solo due sembrano salvarsi dalla valanga di critiche ingiuste: i militari in missione di “PACE” e i poliziotti.

Loro non sono mai criticabili e nessuno mai si è azzardato a chiamarli”Bamboccioni”, nemmeno una volta. Il lettore si dia la risposta da solo rispetto a questa palese evidenza.

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