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Giri di vite e giri di soldi

 

Economie gialle e verdi in tempi di crisi

Diario della crisi: 2010 - trentesimo mese di SETTANTADUE (ho aggiunto un anno).

P.S. Qualcuno vocifera di un quindicennio critico

17/08/2010

di F. Allegri

La novità di questi giorni ci arriva dai telegiornali, distorta come al solito e minimizzata (ma a termine). Dunque il dato è chiaro, la Cina ha superato e staccato leggermente il Giappone e ora produce un PIL pari a un terzo del suo socio americano al 49%.

Non so se in futuro qualcuno considererà questo fatto economico come importante a livello storico e politico, io almeno una considerazione devo farla: qualche giorno fa un paese come il Giappone che ha quasi 100 milioni di abitanti ha prodotto quanto un paese da 1.300 milioni.

Poi i PIL dei 2 paesi andrebbero guardati e analizzati, la Cina produce per esportare, il suo mercato interno e ancora poco cosa e non vedo come possa evolvere velocemente, non illudetevi. Essa esporta perché consorziata con le multinazionali e i poteri forti, ha i loro brevetti e i loro finanziamenti, la Cina ci mette gli operai e tutta una serie di norme che dimenticano inquinamenti e sicurezza, in primis. Normale nei paesi dittatoriali, sia comunisti che no, non si può considerare paradossale.

L’equilibrio economico raggiunto potrebbe avere conseguenze politiche di diversa natura, certamente la Cina potrà impostare i suoi rapporti con la Corea del Nord, ma credo soprattutto che presto sentiremo parlare di intese economiche tra Tokio e Pechino. Quel giorno non mi stupirò!

Andiamo oltre gli avvicendamenti nell’economia gialla perché la crisi permane e oggi parlerò soprattutto di economie verdi e nere.

Per economie verdi intendo la “green economy”. Il punto di forza di questa economia sono le centrali eoliche, qui va lodata la Danimarca, la Spagna e la Germania poi Francia, Inghilterra e Italia. La Cina ha messo in produzione una parte delle sue nuovi centrali eoliche e proseguirà la sua corsa. Trovate in archivio e su FUTURO IERI una ricerca approfondita. SCOPRIRETE CHE ANCHE L’ITALIA HA FATTO L’EOLICO, mentre parlava senza costrutto del nucleare.

Sul fotovoltaico bisogna fare un doppio discorso, le rese crescono, ma la tecnologia ha fatto passi da giganti e per questo consiglio di aspettare 2 anni per fare un investimento come questo. Tra 2 anni cominceremo a vedere la fine del tunnel della crisi sotto una luce solare.

In ogni caso tenete presente infine che la green economy non crea molti nuovi posti di lavoro, ma semmai da del lavoro ai piccoli artigiani: idraulici, qualche edile, elettricisti e simili.

Ad oggi isolare una casa conviene di più dell’istallazione del fotovoltaico, siamo tra i 5 e i 10 punti percentuali, con il solare non c’è gara anche se io auspico il solare obbligatorio nelle case di nuova costruzione. Ricordate sempre quello che dice Nader: il risparmio energetico è la migliore fonte energetica alternativa al petrolio e al carbone.

Ora vi regalo uno dei miei segreti: Se prendiamo il dato delle emissioni di CO2 del 2009 e le paragoniamo a quelle del 2008 otteniamo una diminuzione di quasi il 9%. Senza far nulla siamo già a metà delle richieste di Kioto e di Lester Brown. La diminuzione europea e di poco superiore all’aumento delle emissioni in Cina! I 2 dati seguono gli andamenti economici dei paesi considerati.

Non credo che qualcuno avesse avuto la notizia e io tradurrò la ricerca fra qualche mese.

Nel frattempo guardate dietro alle economie verdi e rammentate che laddove c’è un sussidio statale, ci sono i soliti furbi e spesso c’è qualcosa di diseconomico o di poco redditizio. In Italia non mancheranno nemmeno le clientele, neppure in questi settori. Forse è questione di tempo, forse siamo già più avanti.

Ah dimenticavo! L’economia verde non ha la forza per farci vincere la sfida con quella Gialla e poi vi ricordo che la ripresa tedesca (oltre il 2% secondo gli ultimi dati) non poggia su queste fonti di energia, ma su uno stato che funziona meglio della media europea che recupera un punto percentuale e di noi italiani che stiamo al mezzo punto e con problemi crescenti di disoccupazione a partire da settembre. Alla prossima!

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