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Diario della crisi: 2010 - trentesimo mese di SETTANTADUE (ho aggiunto un anno).
Si vocifera di un quindicennio critico
Tendenze economiche per l’autunno
28/08/2010
Di F. Allegri
Ora che la consueta ripresina estiva è esaurita vedo intorno a me il ritorno
della paura del super tracollo americano. Fino a quando non ve l’annuncerò io
non dovete avere paura!
In verità non c’era la ripresa e ora non avremo l’ecatombe.
Nei giorni scorsi c’è stata un’altra riforma importante in USA che conseguenze
economiche importanti: mi riferisco al ritiro delle truppe USA dall’IRAQ. Sono
venuti via 50.000 soldati.
Sapete quanto costa annualmente il mantenimento di un soldato in Iraq? Ve lo
dico io, un milione di dollari. Ecco quindi che gli USA hanno tagliato una spesa
da 50.000 milioni di dollari e questo è sicuramente un PICCOLO sollievo per le
casse pubbliche americane.
Come sta il gigante a stelle e strisce?
In questi giorni ho tradotto il primo scritto di Nader a favore della
riforma finanziaria e posso dirvi che la “grande” richiesta liberal è stata
accolta dal presidente e dal congresso, mi riferisco all’agenzia del
risparmiatore ovvero una rivendicazione che partì nel 1985. Tornerò nei prossimi
mesi sul tema, con altre traduzioni.
Oggi invece voglio riflettere su uno scritto di Vladimiro Giacché e pubblicato
su “Il Fatto Quotidiano del 22 aprile 2010 e intitolato: “Un impero quasi
insolvente”.
In questo scritto Giacché ci dice che Los Angeles è senza soldi (da 10 anni,
nota mia), Colorado Springs idem. Forse è il caso che vi rammenti che l’elezione
di Swartznegger fu possibile perché il governatore precedente aveva fatto
bancarotta? Io vi invito a girare per la rubrica dedicata a Ralph Nader e
troverete vari dettagli dei dissesti delle amministrazioni locali.
Secondo Giacché gli USA hanno un debito pubblico insostenibile!
Secondo me il debito pubblico di uno stato è carta e inchiostro o poco più.
Quando si valuta un debito statale si deve guardare anche al suo sistema
economico, politico e militare poi si va ai fondamentali e si guarda il cibo
prodotto, importato ed esportato.
Quando ci fu il default argentino fecero bene a preoccuparsi perché quel paese
non aveva questi fondamentali e si rischio lo sprofondamento della nazione
sudamericana, ma oggi posso dirvi che gli USA e anche l’Italia, in piccolo, non
avranno problemi di questo tipo.
Riporto comunque i dati forniti da Giacché: il debito USA è di 13.000 miliardi
di dollari. Il deficit del 2009 è stato di 1.400 miliardi di dollari (pari
all'11,2% del prodotto interno lordo), superiore anche a quello che si ebbe nel
1942, in piena seconda guerra mondiale.
Qui faccio qualche altra puntualizzazione. Intanto il taglio da 50 miliardi
dimostra il suo valore a breve, appunto l’autunno che cito nel titolo. Poi va
detto che tutte le guerre di questi 20 anni sono state più onerose della seconda
guerra mondiale che (rammento) distrusse l’Europa e l’estremo oriente non il
paese USA.
Non avremo un disastro autunnale, statene certi. Gli USA hanno altri debiti sia
a livello politico locale che a livello finanziario e sociale. Ho già scritto
che quando si parla di Fannie Mae e Freddie Mac bisogna buttare un occhio ad AIG
e poi c’è da guardare alle pensioni. Questo andrà fatto dopo il voto di
novembre: solo allora si aprirà una vera stagione di tagli e sacrifici tenendo
presente che il sistema previdenziale USA è davanti ad una voragine, come dice
anche Giacché.
Vista la mole del debito USA, Giacché fa bene a dire: “Con questa montagna di
debito pubblico, è dubbio che gli Stati Uniti possano beneficiare ancora a lungo
del rating elevato attuale (tripla A)”.
Io penso che quella tripla A valga anche per la forza politica e diplomatica
degli USA poi ricordatevi che quando gli alunni si danno la pagella sono sempre
molto generosi.
Per ora, non ci sono stati eventuali abbassamenti di rating, io guarderei
all’anno prossimo, non prima e non c’è da temere il tracollo in serie delle
nazioni.
Due parole sull’Italia, c’è qualche rischio chiusura di imprese alla ripresa
delle attività questo va unito alla scadenza delle casse integrazioni in deroga
e straordinarie, in una parola è in arrivo altra disoccupazione.
Qui torno ad invocare un’altra svalutazione dell’euro e soprattutto tagli
all’IVA che sarebbe una tassa prevista per diminuire i consumi in tempi di
abbondanza!
Passate parola, almeno su questo ultimo periodo.
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