¤  MONDO PICCINO  ¤

Vecchi e nuovi continenti


Le Tavole delle colpe di Madduwatta

Il Fascista Immaginario (quarto dialogo)

30 Settembre 2010

Del Prof. I. Nappini

Breve scritto teatrale sulla disgregazione del vecchio mondo umano al tempo del ministro della pubblica istruzione Letizia Moratti e dell’ennesimo governo Berlusconi; è l’estate del 2003. Due esseri umani molto diversi fra loro s’incontrano nella facoltà occupata di Scienze della Formazione (ex magistero); uno ha la soluzione del problema dell’altro, ma…

 

LAZZARO: IN COSA CONSISTE IL TUO LAVORO, E COSA FAI DI PRECISO. In fin dei conti se devo raccontarti delle cose riservate devo capire se posso fidarmi di te.

SERGIO: Il primo lavoro è FATTORINO e talvolta AMBULANTE come mio padre con un mio camioncino, ho lavorato tanto anche a nero per farmi il mio veicolo e ne vado orgoglioso e lavoro per due soldi, il secondo lavoro sempre col mezzo è qualche PICCOLO SERVIZIO NOTTURNO specie durante la campagna elettorale, qualcosa faccio anche lì. Organizzo una squadra di due rumeni e un bulgaro e attacchiamo i manifesti elettorali per cinque o sei liste elettorali anche di sinistra. BASTA PAGHINO PERCHÉ C’È BISOGNO DI LAVORARE. Su e giù dal tramonto all’alba per tutta la provincia. Prima c’erano gli attacchini volontari oggi si è aperto un mercato grazie al disfacimento della partecipazione politica, e io mi butto; purtroppo adesso c’è concorrenza nel settore. TANTI SONO I DISGRAZIATI EXTRACOMUNITARI SENZA DIRITTO DI VOTO CHE PER DUE LIRE FANNO QUESTO MESTIERE, NON C’È PIÙ RELIGIONE IN QUESTO MESTIERE. Il terzo bè è difficile da raccontare… Qualcuno potrebbe dire che è teatro a domicilio, altri che è una simulazione macabra. IO DICO CHE È LA RAPPRESENTAZIONE DI UNA FEDE POLITICA.

 

Lazzaro osserva incuriosito Sergio, si alza e cerca di capire, poi va verso il tavolo e si versa un generoso bicchiere di vino. Fa un cenno per offrire poi si ferma.

 

SERGIO: In sintesi con degli oggetti, un portatile e qualche fotografia vado in casa dei miei clienti, in stanze a prova di occhi e orecchie indiscrete e metto in piedi una apologia del fascismo e del DUCE reato perseguibile ai sensi della vecchia e maledetta legge Scelba. Di solito è una cosa commovente e ho perfezionato la rappresentazione con musiche suoni e i discorsi di Lui registrati. Qualcuno dei miei clienti è per così dire rispettabile per questo il mio lavoro devo farlo io, senza altri in mezzo.

LAZZARO: Fantastico! Il culto del Duce in casa, ma allora è vero sei tu il FASCISTA IMMAGINARIO di cui si favoleggia in questa provincia triste e grigia. Certo che mi metto in bel casino con questo incontro. Se si sapesse a giro. Il fascista immaginario! Qui nella facoltà occupata.

 

SERGIO: In effetti è uno strano affare e uno strano incontro. Comunque nessuno ha diritto di discutere sul mio lavoro, è lavoro e mi serve per vivere e per mantenere quelle cose che faccio per dare un salario a quei due o tre disperati che lavorano occasionalmente con me. Ci tengo. E’ il mio lavoro, il mio furgoncino, la mia partita IVA e Lui sul carro armato a Milano nella foto che ho nel mio portafoglio. Ci credo e ho fede in quel che faccio.

LAZZARO: Vino?

SERGIO: Non sul lavoro.

 

LAZZARO: Questo non è un lavoro, è un affare fra due estremisti di segno opposto. Una questione privata. Tu hai bisogno di un nome e cognome e forse un numero di telefono, a me basta un nome sussurrato in un orecchio. Il resto lo faccio da me e mi organizzo. Quando si sa una cosa così importante alla fine si scoprono le carte degli altri una dopo l’altra. Non sai come sia facile riuscire a capire come stanno le cose quando sia ha una notizia e la si usa per scovare altre informazioni, in Italia la stragrande maggioranza delle persone non riescono trattenere un segreto per più di una settimana. Del resto cosa sono le immani tragedie della storia in un paese ridicolo come questo dove pochi fanno finta di comandare e i molti fanno finta di obbedire ed eseguire. Solo i soldi sono diventati una cosa seria, l’unico valore, l’unico senso della vita e della realtà. In fin dei conti quel bene che voglio fare qui attraverso di te è una pura questione di bilancio e di previsione plausibile di come andranno le cose in materia di finanziaria dei prossimi governi e di quello attualmente presente.

SERGIO: Solo mezzo bicchiere.

LAZZARO: Con piacere.

 

SERGIO: Ora va meglio. I soldi dici. Certo! Ma aggiungi una parte che manca! I soldi sono stranieri sulle banconote c’è scritto Banca Centrale Europea e non Stato Italiano, non stampiamo più nemmeno la moneta che serve a noi italiani per lavorare e vivere.

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(nei prossimi giorni il quinto dialogo e nuove riflessioni delle tavole)

Il professor Nappini cura il sito http://noglobalizzazione.ilcannocchiale.it

 

 

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