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Vecchi e nuovi continenti

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Dennis Kucinich e la riforma sanitaria di Obama

02/07/2010

Oggi parlo della riforma sanitaria di Obama e in particolare dell'atteggiamento che tenne il congressista che traduco di frequente: Dennis Kucinich.

Dennis votò a fare di questa riforma, ma spiegò ai suoi elettori la sua posizione con la seguente mail.

Il concetto base è quello del titolo: la tutela sanitaria è un diritto civile.

La riforma di Obama non soddisfa Kucinich e non considera tale tutela come un diritto di tutti. Credo che le considerazioni di Kucinich abbiano un valore internazionale, soprattutto in un momento come questo nel quale molti hanno smarrito l'idea che è alla base dei diritti fondamentali.

La tutela sanitaria è un diritto civile

17/03/2010

Di Dennis Kucinich

Ogni generazione ha dovuto sollevare la questione di come fornire la sanità alla gente della nostra nazione. E ogni generazione ha lottato con le domande difficili di come andare incontro alle necessità della nostra gente.

Penso che la tutela sanitaria sia un diritto civile.

Ogni volta che come una nazione siamo riusciti ad espandere i nostri diritti di base, abbiamo testimoniato una rivelazione lenta e dolorosa di una rappresentazione democratica di lotta, di resistenza, di sfondamento, di opposizione, degli sforzi implacabili e del trionfo eventuale.

Ho passato la mia vita a lottare per i diritti della classe operaia e per la tutela sanitaria.

Sono cresciuto comprendendo direttamente cosa significasse per le famiglie che non hanno accesso alla cura necessaria. Ho vissuto in 21 posti differenti da quando avevo 17 anni: incluse una coppia di automobili.

Capisco la connessione tra la povertà e la tutela sanitaria al povero, il significato più profondo di quello che i Nativi Americani chiamarono “il buco nel corpo, il buco nello spirito”.

Lottai con il morbo di Crohn per gran parte della mia vita adulta; scoprii sedici anni fa una cura vicina nella medicina alternativa e nel seguire una dieta a base di vegetali. Ho imparato con difficoltà i benefici di farsi carico personalmente della mia salute. In quelle poche occasioni in cui ne ho avuto bisogno, ho avuto accesso ai migliori professionisti allopatici.

Come risultato ho ricevuto le benedizioni della vitalità e della forte energia. La salute e la tutela sanitaria sono personali per ciascuno di noi.

Come ex tecnico chirurgico so che ci sono molte persone che dedicano le loro vite ad aiutare gli altri a migliorarsi.

Conosco anche le loro lotte con un sistema di tutela sanitaria insufficiente.

Ci sono alcuni che credono che la tutela sanitaria sia un privilegio basato sulla capacità di pagare. Questo è il modello che il Presidente Obama propone, tentando di avviare la tutela sanitaria ad altri 30 milioni di persone, nel contesto del sistema assicurativo per profitto.

Ci sono altri che credono che la tutela sanitaria è un diritto di base e dovrebbe essere fornito con un piano senza profitto. Questo è quello che ho sostenuto instancabilmente. Ho portato il vessillo della tutela sanitaria statale in 2 campagne presidenziali, negli incontri programmatici del partito e come co-autore della HR 676: Medicare per tutti. Ho lavorato per espandere la tutela sanitaria oltre l’attuale sistema a profitto, per includere un’opzione pubblica e un emendamento per permettere agli stati di applicare il single payer.

La prima versione della riforma sanitaria, in seguito molto peggiorata, conteneva articoli che credevo rendessero la legge degna del supporto nella commissione.

Gli articoli furono tolti dalla legge dopo che fu approvata dalla commissione. Io mi unii con il Comitato Progressivo dicendo che non avrei supportato la legge se non c’era una forte opzione pubblica e se non si fosse protetto il diritto della gente a realizzare il single payer a livello statale. Essa non lo fece.

Mantenni il mio impegno e votai contro la legge.

Ho continuato ad oppormi mentre cercavo l’inserimento delle norme nella legge. Alcuni hanno speculato che io potevo essere in una posizione di fusione del voto decisivo. La visita di lunedì del Presidente nel mio distretto ha sottolineato l’urgenza del momento.

Ho portato questa lotta più avanti di molti altri al Congresso attenti ad essa perché so cosa i miei elettori esperimentano nella base quotidiana.

Venite nel mio distretto a Cleveland e voi comprenderete.

La gente del 10° distretto dell’Ohio è stata colpita duramente da un’economia dove la ricchezza ha accelerato verso l’altro attraverso la chiusura di impianti, grande disoccupazione, fallimenti di piccoli esercizi, scarsità di accesso al credito, sfratti e per l’alto costo della tutela sanitaria e per il limitato accesso alla tutela. Porto le mie responsabilità verso la gente del mio distretto personalmente.

Il centro del mio ufficio di distretto è a servizio dell’elettore, ma sempre più spesso implica il lavoro sociale per aiutare la gente a sopravvivere ai rischi economici. Esso implica anche gli interventi con le compagnie assicurative.

La scorsa settimana abbiamo compreso che il voto sulla legge finale di tutela sanitaria sarà molto incerto.

Considero questo voto con la massima serietà.

Sono molto consapevole della lotta storica che c’è stata per gran parte dell’ultimo secolo per mettere l’America in linea con le altre democrazie moderne e adottare il single payer,

Ho visto la pressione politica e quella finanziaria farsi avanti per prevenire un minimo riconoscimento di questo diritto, persino dentro il contesto di un sistema dominato dalle compagnie assicurative private.

So che devo prendere una decisione: non sulla legge che vorrei, ma su questa così com’è.

Le mie critiche alla legislazione sono state ben riferite. Io non le ritiro.

Le ho incorporate in questa relazione.

Sono ancora legittime e ammonitrici.

Ho ancora dei dubbi sulla legge. Non penso che esso sia un primo passo verso qualcosa che ho sostenuto in passato.

Questa non è la legge che volevo sostenere, anche se continuerò gli sforzi fino all’ultimo minuto per modificare la legge.

Tuttavia dopo discussioni accurate con il Presidente Obama, la Speaker Pelosi, mia moglie Elizabeth e gli amici stretti, ho deciso di dare un voto a favore della riforma.

Se il mio voto sarà considerato, contatelo per l’approvazione della legge e teso nella direzione di una riforma sanitaria completa.

Noi dobbiamo includere la copertura per quelli esclusi da questa legge.

Dobbiamo liberare gli stati.

Dobbiamo avere il controllo sulle compagnie assicurative private e sul costo che la loro reale esistenza impone alle famiglie Americane.

Lottiamo per un posto significativo per la medicina alternativa e complementare, la pratica della scienza sanitaria religiosa e gli aspetti della responsabilità personale della tutela sanitaria che include la dieta, la nutrizione e l’esercizio.

Il dibattito sulla tutela sanitaria è stato severamente ostacolato dalla paura, i miti e dalla super condivisione. Il Presidente chiaramente non sostiene il socialismo o la presa del controllo governativo della tutela sanitaria.

La paura che questa legislazione ha generato ha radici profonde, non nell’ideologia estera ma in una carenza di fiducia, in una timidezza, diffidenza e paura che dopo l’11/9 l’America non è stata capace di superare.

Tale paura ha talmente infettato le nostre politiche, l’economia e le scelte internazionali che come paese perdiamo il senso della visione in espansione, del potenziale elettrificante che balenò con l’elezione di Obama.

La forza di trasformazione della presidenza, e di noi, è ancora evocabile coraggiosamente in modi che riconnetteranno l’America con le nostre speranze per espandere le opportunità di lavoro, casa, educazione, pace, e si, tutela sanitaria.

Voglio ringraziare coloro che mi hanno sostenuto personalmente e politicamente dopo che lottato con questa decisione.

Chiedo il vostro supporto continuato per i nostri sforzi futuri per un valido cambiamento.

Dopo che la legge sarà passata rinnoverò gli sforzi a favore delle organizzazioni legate al movimento per il single payer per eliminare il ruolo predatorio degli assicuratori privati che fanno soldi senza dare tutela sanitaria.

Ho preso una deviazione per supportare questa legge, ma conosco la destinazione e spingerò ancora, fino a quando non l’avremo, ogni cosa che porti ad un America dove la tutela sanitaria sia fermamente stabilità come diritto civile.

Grazie.

Tradotto da F. Allegri il 01/07/2010

Health Care is a Civil Right

17/03/2010

By Dennis Kucinich

Each generation has had to take up the question of how to provide for the health of the people of our nation. And each generation has grappled with difficult questions of how to meet the needs of our people.

I believe health care is a civil right.

Each time as a nation we have reached to expand our basic rights, we have witnessed a slow and painful unfolding of a democratic pageant of striving, of resistance, of breakthroughs, of opposition, of unrelenting efforts and of eventual triumph.

I have spent my life struggling for the rights of working class people and for health care.

I grew up understanding firsthand what it meant for families who did not get access to needed care. I lived in 21 different places by the time I was 17, including in a couple of cars.

I understand the connection between poverty and poor health care, the deeper meaning of what Native Americans have called “hole in the body, hole in the spirit”.

I struggled with Crohn's disease much of my adult life, to discover sixteen years ago a near-cure in alternative medicine and following a plant-based diet. I have learned with difficulty the benefits of taking charge personally of my own health care. On those few occasions when I have needed it, I have had access to the best allopathic practitioners.

As a result I have received the blessings of vitality and high energy. Health and health care is personal for each one of us.

As a former surgical technician I know that there are many people who dedicate their lives to helping others improve theirs.

I also know their struggles with an insufficient health care system.

There are some who believe that health care is a privilege based on ability to pay. This is the model President Obama is dealing with, attempting to open up health care to another 30 million people, within the context of the for-profit insurance system.

There are others who believe that health care is a basic right and ought to be provided through a not-for-profit plan. This is what I have tirelessly advocated. I have carried the banner of national health care in two presidential campaigns, in party platform meetings, and as co-author of HR676, Medicare for All. I have worked to expand the health care debate beyond the current for-profit system, to include a public option and an amendment to free the states to pursue single payer.

The first version of the health care bill, while badly flawed, contained provisions which I believed made the bill worth supporting in committee.

The provisions were taken out of the bill after it passed committee. I joined with the Progressive Caucus saying that I would not support the bill unless it had a strong public option and unless it protected the right of people to pursue single payer at a state level. It did not.

I kept my pledge and voted against the bill.

I have continued to oppose it while trying to get the provisions back into the bill. Some have speculated I may be in a position of casting the deciding vote. The President's visit to my district on Monday underscored the urgency of this moment.

I have taken this fight farther than many in Congress cared to carry it because I know what my constituents experience on a daily basis.

Come to my district in Cleveland and you will understand.

The people of Ohio's 10th district have been hard hit by an economy where wealth has accelerated upwards through plant closings, massive unemployment, small business failings, lack of access to credit, foreclosures and the high cost of health care and limited access to care. I take my responsibilities to the people of my district personally.

The focus of my district office is constituent service, which more often than not involves social work to help people survive economic perils. It also involves intervening with insurance companies.

In the past week it has become clear that the vote on the final health care bill will be very close.

I take this vote with the utmost seriousness.

I am quite aware of the historic fight that has lasted the better part of the last century to bring America in line with other modern democracies in providing single payer health care.

I have seen the political pressure and the financial pressure being asserted to prevent a minimal recognition of this right, even within the context of a system dominated by private insurance companies.

I know I have to make a decision, not on the bill as I would like to see it, but the bill as it is.

My criticisms of the legislation have been well reported. I do not retract them.

I incorporate them in this statement.

They still stand as legitimate and cautionary.

I still have doubts about the bill. I do not think it is a first step toward anything I have supported in the past.

This is not the bill I wanted to support, even as I continue efforts until the last minute to modify the bill.

However after careful discussions with the President Obama, Speaker Pelosi, Elizabeth my wife and close friends, I have decided to cast a vote in favor of the legislation.

If my vote is to be counted, let it now count for passage of the bill, hopefully in the direction of comprehensive health care reform.

We must include coverage for those excluded from this bill.

We must free the states.

We must have control over private insurance companies and the cost their very existence imposes on American families.

We must strive to provide a significant place for alternative and complementary medicine, religious health science practice, and the personal responsibility aspects of health care which include diet, nutrition, and exercise.

The health care debate has been severely hampered by fear, myths, and by hyper-partisanship. The President clearly does not advocate socialism or a government takeover of health care.

The fear that this legislation has engendered has deep roots, not in foreign ideology but in a lack of confidence, a timidity, mistrust and fear which post 9/11 America has been unable to shake.

This fear has so infected our politics, our economics and our international relations that as a nation we are losing sight of the expanded vision, the electrifying potential we caught a glimpse of with the election of Barack Obama.

The transformational potential of his presidency, and of ourselves, can still be courageously summoned in ways that will reconnect America to our hopes for expanded opportunities for jobs, housing, education, peace, and yes, health care.

I want to thank those who have supported me personally and politically as I have struggled with this decision.

I ask for your continued support in our ongoing efforts to bring about meaningful change.

As this bill passes I will renew my efforts to help those state organizations which are aimed at stirring a single payer movement which eliminates the predatory role of private insurers who make money not providing health care.

I have taken a detour through supporting this bill, but I know the destination I will continue to lead, for as long as it takes, whatever it takes to an America where health care will be firmly established as a civil right.

Thank you.

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