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...è davvero un magna magna...

SAGGIO BREVE

La grandezza di Benigni, vista anche da Travaglio

03/04/2011

Di F. Allegri

Qualcuno mese fa il professor Nappini, conversando con amici, constatò che c’era tanta differenza tra l’impegno politico di Beppe Grillo e quello di Roberto Benigni.

Da un lato si stavano diffondendo tante piccole liste di Grillo mentre dall’altro Benigni sembrava indifferente e lontano.

In questi sei mesi del 2011 la situazione si è rovesciata: le liste di Grillo sono poche e tutte piccole anche se non irrilevanti mentre Benigni ci ha regalato due super momenti.

Per me, il secondo (lo spettacolo di San Remo) è stato eccezionale e degno di quel particolare fenomeno che si festeggiava: il Risorgimento.

Nello spettacolo di Benigni c’era tutto. Storia locale e nazionale, il dramma, la musica, la satira e l’attualità e il tutto era ad alto livello.

Quello è ciò che Benigni può dare alla politica e ad una sinistra che guardi al Risorgimento e alla presidenza accorta di Napolitano.

Questo super spettacolo fu preceduto a Novembre da un altro momento di altissima qualità: mi riferisco al monologo che Benigni fece a “Vieni via con me” ripetendo alcune battute dette in quel periodo dal capo del governicchio.

Bastò che lui ripetesse quelle frasi per creare una situazione esilarante che vi spiegherò a livello di comunicazione politica.

Il primo punto è che quando Berlusconi parla non improvvisa, ma usa un linguaggio studiato a livello tecnico e indirizzato alla sua platea sulla base del marketing commerciale che qui diventa politico.

Il secondo punto è collaterale e si basa sui livelli di coscienza politica presenti nel paese.

Credo che Benigni sappia questo quando riprende tali frasi ad effetto e le porge ad un pubblico di sinistra e più politicizzato che lo segue ed ammira.

Il suo successo è facile e meritato. Anche questo dimostra la crisi della politica italiana.

Ecco cosa disse Benigni, tra tanto altro: “Il caso Ruby è una vendetta della mafia contro di me”.

Figuriamoci, ma meditiamo.

Benigni giocò molto anche con le frasi di vari ministri i quali spesso parlano sotto la dettatura di Berlusconi e dei suoi pubblicitari.

Queste appartengono al mondo della caccia al consenso e proprio in conseguenza di questo basterebbe poco a rovesciarle se le nostre opposizioni fossero moderne, credibili e diffuse tra la gente e tra l’italiano medio.

Purtroppo abbiamo opposizioni storiche, non sempre credibili e con poche speranze di allargare la loro diffusione.

Ecco che dobbiamo accontentarci di Benigni e del fatto che il suo spettacolo meraviglioso sembri qualcosa di inarrivabile.

Uno che dovrebbe capire queste cose è il buon Travaglio che in quei giorni vide lo spettacolo e commentò la vicenda dicendo che avevamo dei personaggi ridicoli al governo.

Le cose non stanno così!

Benigni riesce a ridicolizzare il potente di turno perché è un grande artista, ma noi non possiamo dimenticare che le forze politiche di opposizione non fanno presa sul libero cittadino o non riescono ad essere pari ad un governo che tira a campare, se va bene.

La nostra politica non ha aspetti comici e una piccola tragedia che viene da lontano e pare destinata a zoppicare ancora a lungo.

Nello scritto del 10 novembre si chiese: “come è possibile che un simile pagliaccio sia ancora a Palazzo Chigi?”

Io credo di avergli risposto sopra, ma da un altro punto di vista più politologico aggiungo che pure questa classe politica è rappresentativa delle idee politiche presenti nel paese.

Posso anche fare un altro piccolo elogio a Beppe Grillo, ma anche il suo impegno dimostra che non c’è nel paese un popolo di politici nuovi pronti per e favorevoli al cambio di regime.

Non sono tra quelli che lodano gli inciuci tra PD e PDL, ma uno dei pochi che conosce la forza e la mediocrità dei bipolarismi del mondo dove ogni parte si regge grazie all’altra!

Tra il 1992 e il 1996 siamo passati dalla padella alla brace e in queste condizioni ci resta almeno un grande Benigni per consolarci.

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