Home Su Trenta poliziotti Il Covo Il Nuovo Padrino I Pizzini Il Codice Provenzano
| |
Da La Repubblica dell' 11 aprile 2006
Il ministro Pisanu e il procuratore Grasso illustrano i
dettagli della cattura
"Vittoria decisiva, è caduto il mito della invincibilità della
mafia"
"Provenzano aiutato da politici
lo abbiamo preso senza pentiti"
Il magistrato esclude che il superlatitante sia stato venduto o tradito
ROMA - La cattura di Bernardo Provenzano è stata
frutto esclusivamente di "lunghe e sofisticate indagini" di polizia
giudiziaria, senza nessun contributo di pentiti e tantomeno trattative con Cosa
Nostra per ottenere una "resa concordata" del boss dei boss. Lo ha
assicurato il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso nel corso della
conferenza stampa tenuta al Viminale al fianco del ministro dell'interno
Giuseppe Pisanu per illustrare i dettagli della cattura del capo corleonese dopo
43 anni di latitanza.
Con l'arresto di
Provenzano, ha commentato con evidente soddisfazione Pisanu, "Cosa Nostra
perde un capo indiscusso" e lo Stato consegue "una vittoria di
decisiva importanza" che "corona una stagione di grandi successi
contro la criminalità organizzata e il terrorismo il cui risultato si deve al
coordinamento sempre più stretto tra forze dell'ordine e intelligence posto
alla base della mia politica". Anche perché, gli ha fatto eco Grasso,
"è caduto il mito della invincibilità e della impunità della
mafia".
Ma anche nel giorno di un successo così clamoroso, non mancano i motivi di
allarme e preoccupazione. La fuga del padrino, ha spiegato Grasso, è stata
infatti favorita da imprenditori, tecnici, professionisti e politici. Il rischio
poi è quello che ora, venendo meno un pezzo importante dell'organigramma
mafioso, la lotta per la successione e la ricerca di nuovi equilibri inneschi in
Sicilia una feroce guerra interna a Cosa Nostra. "Sono siciliano, amo la
mia terra e farò di tutto per evitare qualcosa del genere", ha assicurato
il Procuratore, spiegando che "finite le indagini sulla cattura di
Provenzano, iniziano ora le altre sul materiale sequestrato e per capire le
nuove dinamiche".
Ma nella nuova fase che si apre ora, secondo Grasso è inutile fare affidamento
su un possibile contributo dello stesso Provenzano. "Escludo che possa
collaborare con la giustizia", ha osservato il magistrato.
Grasso ha fornito poi alcuni dettagli sulle condizioni di salute del boss.
Provenzano, ha spiegato, è apparso in buone condizioni di salute, anche se
"ha delle cure mediche in corso". Il procuratore ha poi sottolineato,
quasi a voler in parte rinforzare la portata del successo ottenuto, che il
padrino al momento dell'arresto si presentava come una "persona
normale" che "sarebbe sfuggita a qualsiasi attenzione".
Una normalità confermata anche dalla frugalità della masseria nei pressi di
Corleone dove è stato intercettato. "E' come un capitano responsabile
della sua nave", ha sottolineato Grasso, "non sono cose strane per chi
conosce la Mafia, perché per loro è normale che un capo si sacrifichi, proprio
come un capitano responsabile della propria nave".
(
11 aprile 2006
)
|