Arresto Di Lauro
Home Su Prefetto Mori Commiss.Antimafia Giovanni Falcone Il Capitano "Ultimo" Dalla Chiesa Borsellino Arresto Provenzano Arresto Di Lauro Caselli Roberto Saviano Arresto Lo Piccolo Michele Cagnazzo Arresto Licciardi Arresto Condello Colpo ai Casalesi Arresto Setola Arresto Raccuglia

 

Home
Su

 

Arrestato Di Lauro uno dei trenta latitanti piu' pericolosi d'Italia

Massimo esponente della criminalità organizzata in Campania

Intervento del Ministro

Data: 21/09/2005

 

CONFERENZA STAMPA DEL MINISTRO DELL´INTERNO
 ON. GIUSEPPE PISANU

 PALAZZO CHIGI  16 settembre 2005


Più che darvi una notizia, perché il fatto già lo conoscete, vorrei darvi qualche informazione in più sull´arresto di Paolo Di Lauro, uno dei trenta latitanti più pericolosi d´Italia, massimo esponente della criminalità organizzata della Campania, attivo specialmente nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
 Questo arresto è il frutto di indagini molto complesse e sofisticate che hanno  impegnato lungamente l´Arma dei Carabinieri, in stretta collaborazione con il S.I.S.De., nel contesto del piano contro il crimine organizzato varato da me l´anno scorso.
Stamani il mito napoletano di “Ciruzzo o´ Milionario” è finito dove doveva finire: in galera. Ma prima di questo arresto le forze dell´ordine avevano già colto risultati assai significativi con gli arresti di Cosimo Di Lauro, figlio di Paolo, di Raffele Amato, capo della fazione contrapposta, e gli arresti di Vincenzo Mazzarella e Raffaele Ligato, avvenuti rispettivamente in Francia e in Germania.
Questi arresti sono l´aspetto più significativo di una lotta senza quartiere alla camorra napoletana e alla criminalità organizzata della Campania più in generale, ma ve ne sono altri egualmente significativi: ricordo che nei primi 6 mesi del 2005 le forze dell´ordine hanno sgominato 18 organizzazioni camorristiche; nello stesso periodo di tempo una squadra speciale della D.I.A. e della Questura di Napoli ha adottato 34 provvedimenti di sequestro di beni illecitamente acquisiti per un valore di 182 milioni di euro. Sempre nello stesso periodo, grazie a questa intensa azione anticrimine svolta dalle forze dell´ordine e sempre nel contesto del programma speciale di cui ho detto, si è registrata una forte riduzione degli omicidi. Avevamo avuto nel secondo semestre del 2004 a Napoli 78 omicidi, nel primo semestre di quest´anno si sono ridotti a 50 con una contrazione quindi del 36%. E´ un dato importante ma va da se che il peso di quei morti, anche di un solo morto ammazzato, resta un peso insopportabile.
Fatto ancor più significativo è che nello stesso periodo di tempo appaiono in forte riduzione tutti i reati di carattere predatorio.
In buona sostanza le forze dell´ordine stanno vincendo la partita contro la camorra.
Non possiamo ancora dire di averla completamente sgominata ma certamente l´abbiamo fortemente ridimensionata. E i risultati che vi ho richiamato lo testimoniano abbondantemente.
 Per sconfiggere definitivamente il crimine organizzato a Napoli e nella Campania naturalmente non possono bastare le attività di prevenzione, contrasto e repressione svolte in maniera egregia dalle nostre forze dell´ordine, occorre anche un´azione in profondità di tutte le istituzioni e dei cittadini onesti napoletani, che sono la stragrande maggioranza, per tagliare le radici sociali della camorra, la quale gode innegabilmente di un consenso sinistro e di complicità che possono, anzi, trovano più di una spiegazione ma naturalmente nessuna giustificazione.
 Ovviamente le forze dell´ordine andranno avanti su questa strada, di sicuro possiamo dire che le fazioni più importanti della camorra sono decapitate, nel senso che non hanno più capi ma occorre che all´attività delle forze dell´ordine si accompagnino fatti consistenti di carattere economico e sociale rivolti ad arrestare il lungo degrado economico e sociale della realtà napoletana sul quale purtroppo la camorra ha potuto prosperare.

 

Da Il Corriere della Sera del 18 settembre 2005

Contro di lui la guerra degli «scissionisti» ha dato vita alla faida di Scampia

Napoli: arrestato il boss Paolo Di Lauro
Il capo della principale famiglia camorristica napoletana catturato alle 6.45 di venerdì mattina a Secondigliano

NAPOLI - Importante arresto da parte dei carabinieri. In un'operazione anticriminalità gli agenti hanno arrestato a Secondigliano nell'hinterland di Napoli il boss della camorra Paolo Di Lauro, appartenente alla famiglia mafiosa che deteneva sino ad un anno fa il controllo delle operazioni criminali e contro la quale era insorto il clan degli scissionisti. La lotta tra le due gang è all'origine della faida mafiosa che negli ultimi mesi ha insanguinato la città di Napoli. Con Di Lauro è stata arrestata anche una donna, Fortuna Liguori, 40 anni.

L'ARRESTO - Il blitz che ha portato all'arresto di Paolo Di Lauro è scattato poco dopo le sei di mattina. Una ventina di Carabinieri del Ros (Raggruppamento operativo speciale) hanno circondato l'edificio situato «in mezzo all'arco», la stradina che si trova in via Cupa dell'Arco a Secondigliano. Ricevuta la notizia che Paolo Di Lauro si nascondeva nell'abitazione della fidanzata di un gregario del clan, i Ros hanno deciso di eseguire una perquisizione. Pare che i militari non abbiano dovuto fare ricorso alla forza per entrare nel nascondiglio di Di Lauro: avrebbero bussato alla porta, e una volta entrati, hanno arrestato il boss.«Io sto calmo, tranquilli, tranquilli» ha detto Paolo Di Lauro ai Carabinieri dei Ros. Il boss è stato velocemente trasferito da via Cupa dell'Arco a via Miano, dove ha sede il decimo battaglione dei Carabinieri. Da qui è poi stato trasferito in carcere e molti ragazzi del suo clan lo attendevano fuori dalla caserma per scattere foto con i telefoni cellulari.

 

TRADITO DA UN PECCATO DI GOLA -A tradire il boss Paolo Di Lauro ha contribuito in modo determinante un suo peccato di gola. Le sue preferenze culinarie erano infatti note agli investigatori che hanno utilizzato questi elementi per individuare il latitante: il boss era goloso di particolari qualità di pesce, come il salmone e la pezzogna. I carabinieri hanno così svolto una attività di «monitoraggio» nella zona di Secondigliano, notando che più volte Fortuna Liguori (la donna catturata insieme con il boss) si recava spesso ad acquistare i prodotti prediletti da Di Lauro. Il pedinamento ha consentito agli investigatori, di individuare con esattezza il covo. Durante la conferenza stampa svoltasi nella caserma Pastrengo, gli investigatori hanno comunque sottolineato che i primi elementi acquisiti per risalire al boss sono rappresentati da una nota dei servizi di informazione.
Il capo camorra era ricercato in base a due ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Procura di Napoli. A carico di Di Lauro sono in corso due processi: uno in sede dibattimentale, l'altro è nella fase finale delle indagini preliminari.
LA FAIDA DI SCAMPIA - Paolo Di Lauro viene ritenuto dagli investigatori uno dei capi camorra più potenti e sanguinari di Napoli. Il boss avrebbe creato un'organizzazione capillare per lo spaccio della droga a Secondigliano, Scampia e nei comuni a nord della cittá di Napoli, quali Melito, Mugnano e Casavatore. Un anno fa la sua organizzazione è stata devastata da una feroce faida: da una parte i suoi fedelissimi, dall'altra un nutrito gruppo di scissionisti non disposti ad accettare le nuove regole che proprio Paolo Di Lauro, detto Ciruzzo 'O Milionario, avrebbero voluto imporre. Nell'arco di sei mesi, da ottobre del 2004 fino a marzo 2005, i killer delle due cosche hanno scatenato una guerra che ha provocato una cinquantina di morti, tra i quali anche un ragazzo che nulla aveva a che vedere con la camorra e due donne. Decine sono stati i ferimenti, gli attentati dinamitardi contro i locali e le abitazioni di affiliati o semplici simpatizzanti a l'una o all'altra cosca. Nel nome di Paolo Di Lauro oppure dei cosiddetti scissionisti, si è sparato nelle piazze, nei locali, addirittura nelle abitazioni, i killer sono entrati per eliminare i nemici dell'una o dell'altra fazione.

ERA TORNATO PER PACIFICARE - Gli inquirenti ipotizzano che Paolo Di Lauro sia ritornato nella zona per svolgere un ruolo di pacificazione della faida che è costata oltre 50 morti. Il ritorno di Di Lauro sarebbe avvenuto in conseguenza dell'arresto del figlio Cosimo. Presumibilmente Ciruzzo 'o milionario aveva trovato rifugio nella casa degli ultimi 3-4 mesi. La donna arrestata è Fortuna Liguori, di 40 anni. I carabinieri hanno fatto irruzione in un appartamento in via Canonico Storaniuolo, nel quartiere Secondigliano, a un centinaio di metri dall'abitazione del boss. Il boss era latitante dal 2002 e irreperibile dal 1997. Su di lui gli investigatori possedevano pochi elementi: la voce di Di Lauro compare soltanto in una breve intercettazione risalente al 1997 da allora più nessuna notizia tanto che in molti ritenevano che fosse morto, probabilmente vittima della «lupara bianca». L'appartamento di Secondigliano dove il boss si nascondeva - un'abitazione «modesta» secondo gli inquirenti - era protetto da una porta blindata.

Il procuratore aggiunto Felice Di Persia, coordinatore della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha messo l'accento sul fatto che la quasi totalità dei boss (come il caso nei mesi scorsi di Mario Fabbrocino) vengano catturati nei «loro territori»: «Non c'è solo l'omertà - ha spiegato - La camorra ha ancora un forte potere di attrazione sui giovani ai quali offre la speranza di sbarcare il lunario. Ciò significa che occorre non solo l'intervento di magistratura e forze di polizia ma un forte impegno delle istituzioni». Dopo la cattura di Di Lauro bisogna continuare il lavoro - ha aggiunto il magistrato - per impedire che il vuoto lasciato dal boss sia occupato da altri esponenti del suo clan o dalla cosca avversaria.
LA RISPOSTA DELLO STATO - La polizia e le forze dell'ordine hanno arrestato in mesi di indagini almeno 150 tra appartenenti, fiancheggiatori o semplici «simpatizzanti» dell'uno o dell'altro schieramento camorristico. Li hanno arrestati non soltanto a Scampia o a Secondigliano, a Casavatore e a Melito o a Mugnano, ma anche nella penisola sorrentina in Spagna ed in Cecoslovacchia dove erano andati a rifugiarsi per cercare di sfuggire alla giustizia.
18 settembre 2005

Su

 
 

Home Definizione Origini Sottovalutazione Mafia e Politica Mafia e Chiesa Cosa Nostra Lotta alla mafia Le altre mafie Bibliografia Sitografia Filmografia

Scuola Media Statale "Giovanni XXIII" - Pietramelara

http://smspietramelara.altervista.org

Ipertesto realizzato e curato dal Prof. Giuseppe Landolfi

Contatto: obiettivomafia@libero.it

 

Sito in costruzione