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"Cari amici, se leggessimo tutti "Mafia una
guerra senza confini" la mafia avrebbe veramente le ore
contate." Grazie Michele
Alina Laruccia - Critico letterario
Dopo "Gomorra", "Mafia una guerra
senza confini"..... perchè se
vogliamo la possiamo battere!
E' il tentativo di raccontare un prima e un dopo,i fatti
piccoli e grandi della storia della vera antimafia.E' anche un
itinerario di memorie, pensieri, riflessioni, esperienze e ritratti.
Visioni del mondo, storie e abitudini tra passato e presente.
Un'opera che farà commuovere, riflettere, reagire con un unico tormento
se vogliamo la mafia la possiamo battere!
Con
"Mafia una guerra senza confini" (presentazione
dell'On.le Fabio Granata, già Assessore alla Pubblica Istruzione della
"Regione Siciliana" e prefazione del Dott. Antonello Bellomo,
criminologo e docente di Psichiatria Forense) Michele Cagnazzo, criminalista
e studioso di Scienze Criminologiche Applicate
specializzato su tematiche di mafia e criminalità organizzata, ha
svolto per anni inchieste sui maggiori casi di criminalità organizzata,
è al suo primo ed attesissimo esordio come scrittore di saggi-inchiesta.
Il libro-inchiesta di Michele Cagnazzo, si è aggiunto nelle ultime
settimane alla lunga lista di successi editoriali. E' lo sfogo serrato
di chi non può tacere quello che sa, che ha tutto il sapore di una
battaglia finale. Dove non bisogna presuporre una diversità tra mafia
ed altri poteri: i confini molto spesso si confondono. Dove una buona
parte di italiani si è orientata sempre più verso un misto di corrotti
e corruttori, concussi e concussori, consumatori senza freni, esseri
incompiuti senza regole. Nell'opera si parla, che specie negli ultimi
anni c'è stata un'accellerazione del fenomeno, man mano che la mafia
conquistava più territorio nello Stato, man mano che in queste regioni
il potere della mafia o delle varie mafie si è allargato al potere
economico, di pari passo sono aumentati i consensi elettorali di certi
partiti. Questo introduce un dato di fatto che questi due poteri non
sono lo Stato e l'Antistato, ma sono due poteri organici e comp atibili
tra di loro se riescono a prosperare e ad aumentare nelle stesse aree
geografiche. Quindi parlare di Antistato è del tutto irrazionale.
Pertanto la mafia? Non esiste. Il tradizionale metodo omertoso per
coprire una realtà evidente sta diventando, paradossalmente, verità. Perchè
la mafia non è più corpo separato, ma parte integrante del potere
politico. Anzi è il potere politico ad avere assunto in sè l'agire e
il pensare mafioso. Dunque la politica, come la mafia,
non esiste perchè la politica è diventata mafia.
Nel
libro si racconta che oggi c'è una contiguità molto forte tra gli
strati dello Stato deviato e la mafia. Al punto che è diventato compito
molto arduo andare a rintracciare tutti gli strati dello Stato deviato.
Dove l'autore fa nomi, cognomi, fatti e cicostanze di coloro che hanno
guastato, rotto, dissolto, viziato, alterato la convivenza civile e i
rapporti tra gli uomini, creando uno scollamento ed una dissafezione
dalla polit ica in maniera trasversale. Un'Italia che non è stata mai
presa sul serio. E questa preoccupazione dovrebbe essere della classe
politica, invece quest'ultima è diventata unicamente un comitato
d'affari della borghesia, un comitato d'affari dei partiti. Dunque
la politica ha perso il confronto sui valori, i valori hanno perso la
politica. La mafia trasformatasi da associazione a delinquere
in sistema democraticamente rappresentato. Una seconda Repubblica che
affonda i suoi pilastri sul sangue delle stragi 92-93. Ed è quanto non
mai attuale la frase di Paolo Borselino: "alla volontà della
politica di combattere veramente la mafia, io non ci credo".
Michele Cagnazzo, dunque, con il suo libro offre un'interessante e utile
occasione per guardare al nostro mondo. Ad una "modernità"
che, in effetti, se non l'ha smarrita del tutto, sembra con fatica dare
centralità alla correttezza e alla esemplarità dei comportamenti.
Cagnazzo, dunque, con il suo libro centra il bersa glio. E offre a tutti
una salutare opportunità di guardarsi allo specchio. Sullo sfondo del
ragionamento che Cagnazzo sviluppa nel suo volume, e che fa da base
ad altre stimolanti riflessioni, è difficile non cogliere una dose
consistente di rabbia e nostalgia. Rabbia, per come alcune vicende sono
andate determinandosi. E poi tanta nostalgia, per Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino. Che Cagnazzo insegue, ricorda, nasconde dietro ad ogni
parola. Dal primo all'ultimo capitolo del libro. Uomini che non hanno
ricevuto per quanto hanno dato. Un libro gradevole e utile. Soprattutto
se, come dobbiamo augurarci, ancora esiste un interesse a discutere: del
passato, del presente e del futuro.
Un'opera che si inserisce in quel filone di letteratura che ha visto il
recente successo di "Gomorra".
Caratteristiche:
-176 pagine rilegato.
-Anno pubblicazione 2007.
-Prezzo al pubblico in libreria Euro 18,00
da www.osservatoriosullalegalita.org
"Mafia, una
guerra senza confini" e' il tentativo di raccontare un prima e un dopo, i
fatti piccoli e grandi della storia della vera antimafia. E' anche un itinerario
di memorie, pensieri, riflessioni, esperienze e ritratti. Visioni del mondo,
storie e abitudini tra passato e presente. Un'opera che farà commuovere,
riflettere, reagire con un unico tormento se vogliamo la mafia la possiamo
battere!
Michele Cagnazzo,
studioso di Scienze Criminologiche Applicate specializzato su tematiche di mafia
e criminalità organizzata, ha svolto per anni inchieste sui maggiori casi di
criminalità organizzata, e' al suo esordio come scrittore saggista. "Mafia
una guerra senza confini" (presentazione di Fabio Granata, già Assessore
alla Pubblica Istruzione della Regione Siciliana e prefazione di Antonello
Bellomo, criminologo e docente di Psichiatria Forense presso l'Università di
Foggia) presenta il significativo sottotitolo "formidabili quegli
anni".
Cagnazzo, senza
riserve ed ipocrisie ma con un linguaggio serrato misto a rabbia e passione,
descrive una mafia sempre più in giacca e cravatta e una società che
cambiandosi troppe volte al giorno sceglie il travestimento. Insomma, interi
pezzi di società che hanno ormai mutuato i modelli comportamentali dei mafiosi
e lo si vede in tutti i campi, compresi quelli istituzionali.
L'opera spiega
che la mafia si rapporta al potere politico, la mafia si serve della politica
per ottenere appalti nel settore dell'edilizia, sanità, raccolta di rifiuti.
Oltre ad agganci con l'economia, con pezzi delle istituzioni che come dice
l'autore "non saprei nemmeno se definire deviate, perchè in questo Paese i
deviati rischiano d i essere quelli che la mafia la combattono davvero".
Il libro vuol
essere anche un'arma per ritrovare e rinfocolare il coraggio di combattere, per
far uscire il Paese da questo micidiale e radicale cinismo che domina tutto,
un'assuefazione al malaffare che diventa ambiente e costringe le persone civili
e oneste a una ammutolita paralisi. Una società - come dice l'autore - dove
niente ha valore se non genera potere.
Il segnale forte
che vuol lanciare l'opera è continuare una lotta che non deve ritenersi
conclusa. Ma il libro rimarca che a fronte di questo segnale la società civile
deve avere dietro di se' uno Stato forte che intende seriamente fare la guerra
alla mafia, a partire da un sistema legislativo che affronti il fenomeno dalla
sua genesi fino alla sua auspicabile sconfitta in tempi brevi.
Secondo l'autore,
per combattere la mafia è necessario costruire una diversa sensibilità
culturale e politica, promuovendo un'inversione di tendenza culturale che
diffonda la percezione, specie tra le nuove generazioni della cultura
affaristica e mafiosa come "disvalore".
"Mafia una
guerra senza confini"... ma se vogliamo la possiamo battere.
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