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           MARIA DELLAQUA



                                                                              

DEL NOME, DELL'ACQUA E DELL'AMORE
di Maria Dellaqua 
 

TOGLIMI IL NOME

Toglimi il nome, ti prego,
perché non quello farà mai la differenza
liberami
dalla mia storia già ordinata
da mani che non conoscono le mie,
da occhi che non vedono il mio mondo,
dà alla mia storia
l'importanza di una goccia
di pioggia nel vento che passa
o se proprio vogliamo esagerare
di una rondine che insegue
un raggio di sole
e gira intorno al mondo
spesso bello e rotondo
dove andare
è anche sempre tornare
e cogli in silenzio un papavero rosso
tra i fiori gialli
dell'orto insieme a me.
Lasciami essere
puramente il genere
da cui sono anche nata,
quel marchio così indelebile sull'anima
donna - come considerata-
questa luna che ogni mese nasce e muore
e gira intorno
a questo sole, questo sole, questo sole.

Toglimi il trucco, il velo e la cintura
fa a pezzi ad uno ad uno l'armatura
e senti solo la luce che nasce
 e lega la bellezza al sorriso,
sul viso sognante, la sera,
l'armonia del mistero
che fa incontrare le dita
senza sapere qual è il nome vero
da dare alla vita -
il viso allegro di chi conosce soltanto
tutto ciò che non sa 
epperò va,
sollevami, ti prego
da ogni sacralità

come donna - questo al di là dei nomi
che si descrive
dentro diversa forma,
dopo il salto che unifica la mente
e la conduce verso la libertà.

Lontano il giorno in cui
sapremo uguali
sentire l'altro
esattamente cosa sente
essere un'unica pelle
in una storia
per abbracciare tutto
l'esistente.

La rivoluzione o accade
in un momento
o non accade mai.

Ci arriverò. Lo sento.
L'ho già scritto :
inganno il tempo con sotterfugio
fraudolento, per rimandare
l'appuntamento con il mondo.
Lasciatemi sognare, oserei dire,
che l'attenzione ridente della vita
sia causa giusta
di questa gioia sovversiva
felicità di esistere,
pura manìa, infinibile, infinita.
Ogni tanto (come donna,
nel terzo millennio
 ancora coscienza appena nata
e a che fatica )
un po' sfinita .

Toglimi il nome
e guarda la vita che passa
anche attraverso me mentre
attraversa  te,   il vento
che scuote gli ulivi senza romperli,
il movimento spontaneo
che accade
in ogni parte del mondo,
ogni volta che la mia mano
si avvicina alla tua 
senza paura.
Forse allora
troveremo di nuovo
il coraggio dei bambini
nel cuore.

Toglimi il nome
e ridammi l'amore.
 
 

GRANDE   MADRE   ACQUA
(leggendo Neumann in treno tra Empoli
e Siena)
 

Con lui ho viaggiato
tra le pupille rare della gioia.

Il mondo era allora una storia
di alti cipressi e
impossibili amori.

C’erano rose, gigli, ciclamini
quando il barbaro disse l’ultima parola.
(  l’amore del serpente non perdona )

All’alba
s’incontrano cose
che ancora neppure hanno un nome.
 

L’ ACQUA   STANCA

Il sasso nel punto in cui cade
fa il segno di un centro che apre
tra i raggi ondulati del cerchio
la sfera di specchio che ride.

Perché dire àncora o  ancòra ?

Memoria di vento sul mare
più antica di terre e di lune
chi vive nell’onda continua
e sa il tempo
e la luce dei suoni.
 
 
 

L’ ACQUA   CHETA

Le parole
che non sono le cose.
Pugnali tra cervello e coronarie
...se tutti quanti siamo i responsabili
ci tocca solo
quello che ci aspetta
e l’acqua del silenzio passa in fretta.

Passa la rabbia
con il dolore e arriva
la saggezza.

Pozzanghere, ruscelli,
un pozzo chiaro, l’acqua
l’acqua sottile
tra noi che ne viviamo
e.....acqua in bocca !
 

L’ ACQUA SPOSA

Donna bianca seduta sulla roccia
davanti alla confluenza dei due mari.
I gabbiani segreti, la promessa
in fondo alla conchiglia
il mare tace.
L’amore arriva e le tocca una spalla.
L’amore nasce e le incendia le mani.
L’amore fugge.
Grido tra le pietruzze.
 
L’ acqua rotta.
 

L’ ACQUA BORRA

L’ acqua Borra è rotonda di terra
dà ispirazioni
di razza contadina, forse è un mito
la fonte segreta
che incatena i sentieri della collina.
L’acqua Borra
non ci sono mai andata,
streghe e maghi non dicono la strada
e i Carri dell’Orsa
non l’hanno mai svelata
Sparisce di colpo
sotto una frana di calcina.
 

L’ ACQUA   CHIARA

L’ acqua chiara, mì amòr,
sangue, preziosa
miracolosa memoria della luce
che cadeva sui tuoi Dèi addormentati

Tu chiuso scoglio,
nero pozzo profondo
della poesia mai detta,
perduto nel labirinto obbligatorio,
tu rinato
come orizzonte imprevedibile del mare.

Amore mio
parola semplicissima
che mai ho trovato 
il coraggio di gridare.
 

L’ ACQUA INFRANTA

Non mi sta bene
che sia ridotto amore
questa casuale coincidenza di due corpi che
non soddisfa
l’inclinazione a curiosare   se
non incontro
la danza dell’anima pulsante, non mi sta bene
rinunciare a toccare.
Non so fermarmi all’ultima puntata
al lenzuolo dell’amore ridisfatto
dalla colpa nascosta sotto il letto
che borbotta le rime al caminetto.

Un Inverno.  Blu e grigio.
Grido di bosco rosso, nel silenzio
del sangue 
un buco vuoto.
Adiòs, adiòs, amati che partite !
“Lasciarsi con speranza è cosa dolce “
Holderlin?  Novalis?
“ E nemmeno gli Déi possono nulla
contro la forza dell’imbecillità “ Schiller ?

Scrivendolo rideva ventanni fa
un fidanzato geloso con pennarello nero
su di un armadio giallo
che ormai avrà scelto
tra il delirio aristocratico dei tarli
o un fuoco comunale di città.

      
CRI D’EAU

La poesia...
misterioso interrogarsi
del non senso,
confusione di sillabe espatriate

schrei scream shout cry cri cri

canto sommerso,intonato all’esilio
del corpo nudo, offeso di  parole.
BOAO, antica sintesi greca,
IO : la leggenda, dal mare nata,
dal mare.
Grido del grande male,
rododactilos eos -
omerica dolcissima risata : io, cri, cri,
grito, grido, clamor, clangor, Chianti :
un grillo in bilico
su gocce di rugiada.
 

FAMIGLIA CO(S)MICA

amore mio la solitudine
è un’isola immensa
dove svanisce il sogno e la paura
e tutto scorre nell’ordine spirale
del grande respiro universale,
il sorriso matrice
e l’eco di una sillaba corale…
ma dove sei tu corpo dell’amore
che riempie la mia anima di istanti
gioiosamente destinati a ricordare ?
amore mio non tradirmi
la solitudine è un’isola con le ali,
il ponte aperto degli infiniti mondi,
la sfida di cristallo di un silenzio
dove la gioia è credere e durare.
 

THE CHANGER

Finisce il tempo dei rabbiosi amori
quando la pelle era prigione di parola
 e le mani armi
della distanza crudele 
che si morde la coda e non arriva
al luogo esatto del cuore
dove la donna era violata infamia
e sdegno di non potersi appartenere,
quando venivi senza vedermi
e mi prendevi senza restituirmi
l’incontro con il sentire reale,
quando il giglio di Maggio
sposava il silenzio antico della rosa
 e il gelsomino ancora non rideva
dei sassi inutili di ogni tua ragione…
ora che esisti
il tutto si raddoppia
nel vuoto che dissolve ogni pensiero
e ci comprende
nel punto del mistero.
 

VERITA' FISICA

Quando Eros mi ripiglia di te
ti immagino disteso al buio che mi aspetti 
 e sogno
di avvicinarmi dolcemente
senza paura dei  confini noti
né di sciogliersi dentro per sapere
se è verità che in sé porta
l’abbraccio, se sei tu
il corpo del dio d’amore
che libera il fuoco
di quegli oceani innominabili,
se ora sei tu il mio corpo
che batte l’ora
del dolore e del piacere.
 

SORPRESA

ora la vita che ridiventa gioco :
la meraviglia sempre nell’istante e
la gioia saggia del divino luminoso,
poi l’onda passa
 e la cellula muore e si rinnova,
 scienza,  mito o canzone-
sacrificio di sangue, eterno rito
della distanza, del ritorno e dell’unione.

I nostri angeli si sono innamorati
e siamo liberi dal rischio della morte
e il senso dell’incontro è così grande
che ho tremato la prima notte
insieme a te

davanti al volto effettivo
del Dio
che trasluceva davanti a me 
dentro al tuo viso.
 

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