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LA SIBILLA L'azione distratta di Giovanni Commare Giovanni Commare si presenta a noi con la sua storia che è viaggio nel tempo di una generazione: la generazione della rivolta i cui fasti culminarono in quel lontano Maggio. Dioniso dolce sorride al mattino E’ il verso di adorazione dell’adolescenza che ancora conosce il sogno e l’innocenza, crede che gli dèi esistano e sorridono con dolcezza e tutto gli appare armonioso e divino, e non sa, purtroppo non può sapere che è vero. Necessita uscire dall’adolescenza e dunque conoscere, ma conoscere equivale a errare. Trionfa la verità della ragione E’ il verso della rivolta che conduce inesorabilmente alla sconfitta una generazione nobile che commise l’errore perdonabile per la giovinezza dei suoi eroi di vedere reale ciò che è irreale.
Se tu sei lo sconfitto
Così dice Giovanni Commare al vecchio Bilenchi e le amare sue parole sono ancora più valide per lui, per il giovane, su cui ancora bruciano le fresche cicatrici e a cui rimane viva, questa volta consapevole, l’ultima illusione:
Colgo sull’asfalto
In un Viaggio a Cuma, la Sibilla restò necessariamente muta di fronte al poeta che scrisse:
Ora comunque non so
Ora il poeta sa la sua sorte, perché il viaggio e il tempo gliel’hanno rivelata. Se la Sibilla avesse parlato, avrebbe udito le stesse parole con cui lui stesso chiude la sua storia:
Dico che vivere vale la pena.
Stazione di posta, n.36-37, ottobre 1990.
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