Introduzione alla Vita Cristiana Ciclica

 

 

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Conoscenza

Premessa

La conoscenza di Dio non è, come si pensa, qualcosa di facoltativo o solo per alcuni che vogliono accrescere il loro sapere personale e per gli altri che invece vogliono prendere soltanto dalla Bibbia le cose a loro utili ed essenziali quali la salvezza, la vita eterna, il favore e la benedizione di Dio.

Limitarci a considerare solo le cose che noi riteniamo importatati ed essenziali, rischiamo di privarci della vasta ricchezza che Dio mette a nostra disposizione, e di vivere nella miseria e nella povertà, ai limiti della sopravvivenza spirituale.

I tesori della sapienza e della conoscenza in Cristo

Dio ha nascosto tutto in Cristo, tutti i tesori della sapienza e della conoscenza (Col. 2:2-3). Avere a che fare con Cristo significa avere a che fare con la Sapienza e la conoscenza di Dio che sono in Lui. Egli non è soltanto l’unica via che conduce a Dio attraverso la redenzione, ma è anche l’unica via che conduce alla conoscenza di Dio che, come vedremo, è vita: Egli è l’immagine dell’invisibile Iddio ed attraverso Lui vediamo il Padre (Giov.12: 45). Egli è venuto per manifestare Dio come Padre (Giov. 17:6), e senza di Lui non conosceremmo Dio-Padre e nemmeno potremmo diventare suoi figli. Iddio fra i suoi tesori ha messo anche l’immortalità dell’uomo: “Iddio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel suo Figliuolo. Chi ha il Figliuolo ha la vita; chi non ha il Figliuolo non ha la vita” (1°Giov. 5:11).

Conoscenza come visione spirituale di Cristo

Paolo asserisce in 2°Cor.5:16 che non ha alcuna importanza la semplice conoscenza di Cristo nella carne che noi non abbiamo avuto. Occorre una visione spirituale di Cristo. In questa sfera di conoscenza bisogna entrare per conoscere veramente Cristo. In Giov.6:40, Gesù dice: “Poiché questa è la volontà del Padre, che chiunque contempla il Figliuolo e crede in Lui, abbia vita eterna”. Cosa vuol dire “Contempla il Figliuolo”? Non si riferisce certamente ad un’immagine figurativa di Lui. Non abbiamo nessuna immagine di sé. Contemplare è certamente riferito alla Sua immagine spirituale, riflessa nella sua Parola, dalla quale conosciamo il suo carattere, i suoi attributi, la sua persona, oltre che la sua missione presente, passata e futura. Non possiamo vedere la sua immagine fisica, ma possiamo farci un’immagine spirituale, abbastanza chiara di Lui. Questa contemplazione avviene attraverso la conoscenza della sua Parola, che è conoscenza di Lui. Conoscere Cristo significa scoprire i tesori e i misteri della sapienza e della conoscenza di Dio, che sono in Lui, significa anche scoprire la vita eterna che è in Lui. “Questa è la vita eterna: che conoscono te, il solo vero Dio e chi tu hai mandato, Gesù Cristo” (Giov. 17:3).

La luce della conoscenza

Da questo si capisce l’importanza della conoscenza di Cristo e di Dio: essa racchiude la vita eterna, che fa parte dei tesori che Dio ha riposto in Cristo. Non scoprirli vuol dire non conoscerli, e non conoscerli vuol dire non averli. La nostra esperienza e comunione con Cristo, finisce là dove arriva la nostra conoscenza di Cristo e di Dio.

Dio ha voluto che il mezzo della salvezza per tutti i popoli, oltre che per Israele, fosse la luce della conoscenza di Cristo che apre gli occhi sulla verità; ed è per questo motivo che bisogna prestare la nostra massima attenzione alla conoscenza, se non vogliamo renderci colpevoli di tenere gli occhi chiusi di fronte alla sua illuminazione. “Il popolo che camminava nelle tenebre, vede una gran luce; su quelli che abitano nel paese dell’ombra della morte, risplende la luce” (Is.9:1).

“Gli occhi miei hanno veduto la tua salvezza, che hai preparato dinanzi a tutti i popoli, per essere luce da illuminar le genti” (Luc.2:32). “Ecco il mio servo… Io l’Eterno ti ho chiamato… e farò di te …la luce delle nazioni, lo strumento della mia salvezza” (Is.49:6). Qui è apertamente dichiarato che la luce è elemento fondamentale di salvezza; la luce della conoscenza di Cristo annunzia e porta il messaggio di redenzione di Cristo, che spazza via le tenebre dell’ignoranza e della morte. La luce della conoscenza di Cristo è quindi associata alla conoscenza della sua Parola, che è portatrice di salvezza.

Trasmissione del messaggio universale

Il sacrificio di Cristo, se fosse rimasto circoscritto e non fosse stato diffuso come messaggio di salvezza per tutti i popoli, non avrebbe portato salvezza ad ogni uomo.

La trasmissione del messaggio e dei fatti accaduti nel territorio d’Israele, oltre duemila anni fa per opera di Gesù Cristo, a distanza di spazio e di tempo, diventa mezzo di salvezza per tanti che non erano presenti al momento degli eventi, riproponendosi così attuale e reale anche oggi per loro che lo odono e ricevono per la prima volta. La terra e tutto quello che vive in essa riceve l’effetto e i benefici del sole (che è vita) attraverso i suoi raggi, come Cristo e la sua opera arriva a noi tramite la luce della comunicazione della sua conoscenza. La conoscenza di Dio è la luce della vita di Dio che porta, attraverso i suoi raggi, vita spirituale alla creatura umana.

La trasmissione della vita di Dio

Giovanni nell’Apocalisse, assiste alla visione celeste della dimora di Dio con gli uomini e vede che “La gloria di Dio illumina e l’Agnello è il suo luminare. E le genti cammineranno alla luce di essa” (Ap.21:23,24 - Diodati). Nella nuova creazione si realizzerà appieno il disegno di Dio, che è la trasmissione diretta della Sua vita ai redenti nella Gerusalemme celeste. Oggi, possiamo concludere che la conoscenza della Parola di Dio trasmette la vita di Dio in Cristo agli uomini in modo riflesso, mediante la comunicazione della Parola di Dio, fatta attraverso lo Spirito Santo che non è semplice comunicazione intellettuale ma bensì spirituale. La vita eterna non è qualcosa che si possiede una volta per sempre, è qualcosa che si alimenta del continuo, fino a quando non entreremo nell’eternità - ed anche dopo - con frutti dell’albero della vita. Per poter conservare la nostra vita spirituale sulla terra, mentre viviamo nel tempo presente, è necessario essere collegati con la sorgente infinita della vita, che già vive l’eternità, per poi viverla eternamente. Pertanto abbiamo bisogno di un’alimentazione continua, altrimenti perderemo la vita spirituale lasciando il contatto con Cristo.

La vita eterna è in Cristo

Non dimentichiamo che la vita eterna è in Lui: “Iddio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel suo Figliuolo. Chi ha il Figliuolo ha la vita, chi non ha il Figliuolo non ha la vita” (1°Giov.5:11). “Questa è la vita eterna: che conoscono te, il solo e vero Iddio e Gesù Cristo che tu hai mandato” (Giov: 17:3). Mi piace ripetere queste affermazioni, affinché sia chiaro che la conoscenza di Cristo e quella di Dio (che possiamo realizzare solo attraverso Gesù) non può ritenersi una cosa facoltativa e separata dalla vita eterna, ma è un tutt’uno, e chiunque aspira ad essa non può farne a meno.

Per un atto d’illuminazione divina, come è stato sopra descritto, mediante il dono della Sua conoscenza, possiamo nascere spiritualmente e, per l’azione della Sua conoscenza, possiamo vivere, conservare e crescere in questa vita.

Importanza della conoscenza per Dio

Nel considerare l’importanza della conoscenza, abbiamo quindi accennato a due aspetti che la caratterizzano: luce ed alimentazione, che riprenderemo un poco più approfonditamente nei prossimi due capitoli. Aver però stabilito il legame che intercorre fra la conoscenza, la luce e l’alimentazione, ha significato che il valore, che comunemente si dà alla conoscenza di Dio (anche nell’ambito cristiano), è molto riduttivo rispetto al valore che Dio stesso dà ad essa, nella sua Parola. E pertanto la conoscenza così trascurata nella chiesa ha oggi prodotto un impoverimento generale che si riflette in tutte le aree della vita cristiana, compreso quella della certezza della salvezza.

Conclusione

Si è pensato erroneamente che la conoscenza fosse solo una necessità per gli addetti ai lavori o per gli specialisti, e che il resto del popolo ben potesse viverne senza, adagiandosi su una fede dipendente dalla conoscenza di quei pochi. Poi, la mancata richiesta di conoscenza dalla base ha favorito anche una mancanza di stimolo a rinnovarsi nella conoscenza stessa. Si è arrivati ad una sorta d’appagamento della conoscenza, pensando di non aver più nulla da conoscere e da scoprire su Dio e di potersi quindi riposare sulle vecchie credenze acquisite.

TEMA della sezione CONOSCENZA: epignosis, fede e conoscenza, crescita spirituale