Introduzione alla Vita Cristiana Ciclica

 

 

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Mente

Premessa

Il principio egocentrico anima la mente non trasformata: l’Io carnale vuole essere al centro di tutto, prevalentemente nei pensieri e negli interessi, anche quando non è espressamente palesato.

Questo è quello “spirito della mente” di cui parla Paolo in Ef.4:23, del quale dobbiamo essere rinnovati. È un principio che deve cambiare nella vita del cristiano, altrimenti non c’è progresso nella vita spirituale. Se il nostro primo interesse è per noi stessi, anche se abbiamo accettato il Vangelo, non abbiamo però accettato lo Spirito e il sentimento di Cristo, che sono servizio, altruismo, dedizione e rinunzia di sé. Abbiamo accettato i benefici che ci possono derivare da Cristo: il perdono, la salvezza, la pace, la vita eterna, il suo favore ed il suo aiuto, ecc., ma non abbiamo né compreso né accettato il vero spirito che anima il Vangelo.

Il vecchio tiranno

“Chi vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso…” (Mat.16:24). In questa osservazione di Cristo ai suoi discepoli, v’è tutto il programma della vita cristiana e il modo in cui dovrà essere vissuta. E subito dopo in Matteo 16:25: “Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; chi avrà perduta la sua vita, per amor mio, la ritroverà”. Per fare questo occorre un mutamento, non solo di cuore e di sentimento, ma soprattutto di mente, perché il principio carnale insito nella mente, anche se il cuore vuole andare nella direzione giusta, ci porta da un’altra parte.

Se vogliamo servire Cristo non possiamo lasciare l’Io carnale nel ruolo predominante della mente. “Nessuno può servire due padroni”, diceva Gesù in Mat:6:24. Paolo dice in Rom.6:16: “Si è servi di colui a cui si ubbidisce”. E pertanto se sulla mente agisce il vecchio tiranno, si resta schiavi di esso. Non si può servire Cristo come si dovrebbe se non si è liberi.

Ritornare a dipendere da Dio

Occorre che ci sia la completa e totale volontà di essere liberati da Cristo, altrimenti l’egocentrismo sarà un principio che ci perseguiterà per tutta la vita. Cristo aveva un serio motivo per chiedere di rinunziare a sé stessi prima di seguirlo. Chi non avrebbe fatta questa rinunzia non sarebbe stato in grado di seguirlo nel suo cammino di fede e di servizio. Non avrebbe potuto sposare la Sua causa, l’Io carnale non glie l’avrebbe permesso in modo completo.

Il principio egocentrico, come abbiamo già detto, è molto antico e risale all’Eden, alla prima trasgressione dell’uomo, e con essa cambiò totalmente il suo modo di pensare e di vivere: passò dalla dipendenza di Dio a quella del suo Io. Occorre ritornare a dipendere da Dio se si vuole riprendere il cammino interrotto che era quello di vicinanza a Dio e non d’allontanamento e d’indipendenza da Lui.

Occorre la collaborazione della mente

La mente ha un ruolo fondamentale nel nostro cammino cristiano, non possiamo camminare solo col cuore, non possiamo tenere la mente fuori da questo percorso. Occorre la sua partecipazione ed il suo consenso, per intraprendere e portare avanti questo cammino. Consenso e collaborazione possono avvenire solo se si realizza la sua liberazione e la sua dissociazione dall’Io carnale, altrimenti i condizionamenti e il dominio del vecchio sovrano non glielo permetteranno. Bisogna proprio cominciare dalla mente se vogliamo intraprendere questo cammino, altrimenti non si va da nessuna parte. Cristo deve entrare con la Sua verità e con i suoi principi per sbaragliare la vecchia mentalità soggetta all’Io e liberarla dal suo vecchio spirito razionalistico, egocentrico, utilitaristico, materialistico, ecc.. Solo così si può avere piena collaborazione nel cammino cristiano, fatto di servizio di fede e di dedizione.

La vita non deve ruotare intorno all’Io carnale

La vita non deve ruotare ancora intorno all’Io, ma a Cristo: la sua volontà che deve prevalere su tutto. Se l’Io, è al suo posto di controllo e di dominio, contenderà e si opporrà, impedirà che la volontà di Cristo prevalga nella nostra vita e noi vivremo in un conflitto continuo. È necessario, se vogliamo servire Cristo, che la mente venga liberata dal dominio e dal principio egocentrico dell’Io carnale.

Occorre uno spirito nuovo d’umiltà, di servizio, di altruismo e di consacrazione che viene dallo Spirito di Cristo. C’è una fortezza nella nostra mente che deve essere espugnata. È una roccaforte che vuole resistere anche dopo che abbiamo accettato il Signore nella nostra vita. Essa pretende di non essere sottoposta al controllo e alla Signoria di Cristo e reclama la propria autonomia. Questo non dobbiamo permetterlo, perché porterà un conflitto nella nostra vita: una parte di noi vuole servire Cristo e un’altra reclama la propria indipendenza.

Non basta una semplice opera di conversione

Non ci dobbiamo fermare alla semplice opera di conversione superficiale fino a quando questa roccaforte non si è arresa a Cristo e non è stata sottoposta e coinvolta nell’opera di redenzione e di rinnovamento totale. Non possiamo servire Cristo senza l’ausilio della mente, ma soltanto una mente liberata dal condizionamento e dal dominio dell’Io carnale può assolvere questo compito.

L’Io non è la mente,ed è l’Io che domina la mente e le trasmette (le impone) la sua volontà. Non dobbiamo avversare la mente in sé e perse, ma il dominio dell’Io su di essa, che la rende schiava e non libera di servire Cristo. È la nostra volontà carnale, il nostro vecchio modo d’essere che dobbiamo combattere, inserendo la nostra nuova volontà di servire Cristo e non noi stessi. Liberati dal dominio dell’Io carnale è più facile il rinnovamento della mente e l’adeguamento di essa al nuovo tenore di vita in Cristo.

La mente al servizio della spiritualità

È possibile notare nelle esaltazioni spiritualistiche (e non spirituali) d’alcuni credenti che hanno fatto dell’emozionalità il loro centro di vita spirituale (dimenticando che anche la loro mente deve essere coinvolta nella loro vita spirituale) una mancanza di concretezza e di consistenza della vita cristiana, e per cui tutto è aleatorio, vago e non realistico. Si agisce solo per quello che si sente, solo se le emozioni stimolano in una certa direzione. La mente è assente in tutto questo, come se essa non avesse né diritto né capacità di esprimersi su cose che sono di natura spirituale, le quali non sono di sua competenza. La mente, pur essendo la sede della razionalità, può essere messa al servizio della spiritualità nel suo modo di approcciare le cose. La razionalità non è soltanto intesa come materialità delle cose, ma come modo di ragionare sulle cose anche in senso spirituale “Adattando parole spirituali a cose spirituali” (1°Cor. 2:13) come diceva Paolo. Essa è un valido contrappeso per rendere fattibili, concrete e realistiche le cose dello spirito, portandole nella nostra realtà, non per annullarle o contrapporle a cose materiali, sminuendole d’importanza come spesso succede con una razionalità cruda, cieca e fine a se stessa.

L’emotività ha spento la conoscenza

Cristo è stato fatto “Sapienza di Dio” e comunica il suo sapere e la sua conoscenza attraverso la Parola, il suo insegnamento, e non si può prescindere dal suo insegnamento e dalla sua verità rivelata per seguire solo emozioni. La vita spirituale non funziona così.

Sta scritto in Osea 4:6: “Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza”. Con l’accentuazione dell’emotività, si è trascurato l’insegnamento e la conoscenza di Dio e di Cristo che sono il cardine del progresso della vita cristiana. Basta sentire una cosa per farla, senza che la mente ne possa comprenderne la portata, ed essa è, a volte, ritenuta un ostacolo a quello che riteniamo essere la volontà di Dio. Una mente rinnovata, illuminata è come una guida sicura sul cammino della fede.

La mente rinnovata, strumento valido

È comprensibile che una mente non rinnovata è un ostacolo per la fede cristiana e questo è un buon motivo per non abbandonarla e lasciarla a sé stessa. Occorre che ci si occupi di essa e del suo rinnovamento perché abbiamo bisogno del suo ausilio nel cammino cristiano.

I pensieri della mente carnale contrastano con i desideri dello spirito e lo dice anche Paolo nella lettera ai Romani nei capitoli 7 e 8. Chi dice che la mente non possa diventare spirituale? In tal modo potrà diventare un valido aiuto nel cammino cristiano. Ci sarà comunque una sezione, anche se minima, della mente che resterà sotto il controllo dell’Io carnale; ma non per questo dovrà avere il sopravvento su tutto l’esercizio della mente.

La mente diventa così un elemento prezioso per la nostra vita di fede, per questo non dobbiamo permettere che se ne vada per conto suo. Cristo ne deve prendere il controllo e la renderà strumento per la sua gloria.

Esercitare la mente

Non dobbiamo permettere che la mente si occupi solo di cose materiali, esistenziali, contingenti, di natura carnale e della vanità di questo mondo (che sembra essere la sola realtà esistente). Dobbiamo occuparla di cose di natura spirituale, al punto che non vi sia luogo per la vanità di pensieri.

Dobbiamo esercitare controllo su di essa anche dopo la sua liberazione. In 1° Piet. 1:13 si viene esorti ad avere i fianchi della nostra mente cinti e Paolo esorta a mettere la cintura della verità intorno ai fianchi per camminare.

La verità della Parola è la migliore protezione ed il miglior esercizio della mente (a cui bisogna sottoporla) perché ciò svolge un’azione continua di rinnovamento. Durante il giorno possiamo esercitare la mente in senso spirituale del termine, cogliendo l’essenzialità delle cose, ed esaminando l’aspetto spirituale di esse che pure ognuna contiene. Eb.5:14 ci esorta a nutrirci del cibo solido, che è appunto quello spirituale ed ad esercitarci a discernere il bene ed il male, sviluppare i sensi spirituali. Non potremo del tutto evitare che la mente si occupi anche di noi stessi e delle cose materiali e personali inerenti, sarebbe non realistico rifiutarlo; ma dobbiamo evitare che essa si occupi, prevalentemente ed eccessivamente di questo e che dia principalmente importanza agl’istinti carnali.

Conclusione

Possiamo considerare che quando la mente pensa positivamente si occupi della verità e suggerisce principi e parole di fede e di giustizia, quando cioè intende le cose dello spirito e medita su concetti essenziali della vita essa ed è per noi una benedizione ed un aiuto spirituale lungo tutto il nostro cammino di fede e di servizio. Diventa una valida alleata nel nostro procedere sulla strada della spiritualità che ci porta più vicino a Dio. Senza il rinnovamento e la trasformazione della mente non può neppure iniziare questo cammino di avvicinamento a Dio. Essa diventa quasi un nemico da combattere, qualcosa da cui difendersi. È in seguito ad un atto d’illuminazione divina, che noi cominciamo a vedere la verità e conoscendo la verità saremo liberi e possiamo camminare con essa e per essa, altrimenti c’è il buio.

Tenere in piedi il nostro sistema egocentrico non cambierebbe molto la nostra vita, e persino l’ accettazione del Vangelo non risulterebbe risolutivo per noi.

TEMA della sezione MENTE: rinnovamento della mente, uomo spirituale, l’Io carnale