Introduzione alla Vita Cristiana Ciclica

 

 

Sistema Riproduttivo
Spirituale

 

 

Sistema Ciclico Formativo

 

 

Sistema Ciclico Cristocentrico

 

 

Sistema Ciclico
Spirituale

 

 

Sistema Ciclico Complessivo

 

 

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Conoscenza

Premessa

Dopo l’azione illuminante della verità che, attraverso la Parola e lo Spirito Santo, riproduce e genera la nuova vita in Cristo, occorre portare avanti questa nuova vita, che ha urgente bisogno di crescere, per essere pienamente vissuta e non correre il rischio di cadere (come abbiamo già detto nel tema della mente) di nuovo sotto il controllo del vecchio sistema carnale. Per crescere occorre che si avvii un processo di nutrizione spirituale mirato, che produca forza ed energia per la nuova vita.

Sistema dinamico di nutrizione

Il processo d’alimentazione, è espresso da Gesù con le parole: “Colui, che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto” (Giov.15:5), tratto dal discorso della vite ed i tralci del Vangelo, se si porta frutto vuol dire che si cresce e si prospera. Questo scambio di posizioni: “Noi in Lui e Lui in noi”, è il sistema dinamico di nutrizione, che Cristo vuole realizzare nella vita spirituale. Sembra la circolazione linfatica nella vite, da cui è tratta l’illustrazione di Gesù. È un sistema ciclico che si ripete, il cui arresto provocherebbe la fine della vegetazione, del frutto, della vita stessa.

Il movimento linfatico, spirituale, nella vita del credente è legato a Cristo e mosso dallo Spirito Santo: “Egli prenderà del mio e ve lo annunzierà” e “Chi ha sete venga a me e beva e fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. Diceva questo dello Spirito che dovevano ricevere coloro che  avrebbero creduto in Lui.

Il pane della vita

Non dimentichiamo che Cristo è la Parola stessa di Dio (Giov.1:1; Ap.19:13) e che essa si manifesta oltre che come luce (come abbiamo visto nell’argomento “Luce della conoscenza”), anche come “Pane della vita” (Giov.6:48) che è “disceso dal cielo” (Giov.6:50).

La Parola nel V.T. è rappresentata dalla lampada che guida il cammino (Sal.119:105), più spesso dall’acqua, che lava e purifica temporaneamente. La conca di rame, posta nel cortile del tempio, e contenente acqua, è un simbolo della Parola e ad essa si accostava il sacerdote prima del sacrificio, per la purificazione. Con la venuta di Cristo, che è la Parola fatta carne, la Parola diventa il Pane della vita. La Parola ha preso un corpo, come in un travaso nel corpo di Gesù di Nazareth. In questo corpo, vi è pertanto tutta la pienezza della deità (Ef.3:19), anche se Gesù decise di vivere da uomo, non utilizzando le sue prerogative divine. Non è solo un corpo, quindi, che viene crocefisso, e non è soltanto del sangue che viene versato, ma dobbiamo vedere in quel corpo la Parola vivente che è amalgamata nella carne e nel sangue di Gesù, ora crocifisso: essa (la Parola vivente) s’impregna del suo sacrificio. La Parola che era in Lui, con il sacrificio del suo corpo e con il versamento del suo sangue si arricchisce di una prerogativa nuova. Essa oltre ad essere la Parola creatrice (Giov.1:3,4), diventa Parola redentrice (1°Cor.1:30) e con lo Spirito Santo diventa Parola rigeneratrice (1°Piet.1:23), come se all’acqua si unisse la farina e che amalgamata con essa formi il pane per il nutrimento della vita che prima non c’era.

Nutrimento spirituale

Attraverso la somministrazione di questo pane, viene somministrata la vita, la vita di Dio. Gesù dice perciò: “La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda” (Giov.6:55); in virtù di questa fusione, la Parola, ora, è pregna della carne e del sangue di Cristo, cioè del valore intrinseco del suo sacrificio; ma è anche pregna della Sua vita, così diventa cibo di vita eterna. La conoscenza della Parola, realizzata nei termini sopra descritti, diventa nutrimento spirituale per la nuova vita in Cristo, prima latte (1°Piet.2:2-3) e poi cibo solido (Eb.5:14). È necessario che il messaggio del Vangelo non sia fatto solo di parole, ma della Parola-Spirito e vita, perché solo la Parola Spirito e vita riesce ad arrivare alla vita spirituale, a redimerla, a rigenerarla e a nutrirla. Per questo motivo incide molto chi e come si porge il messaggio e l’insegnamento della Parola. Gesù dice nel Vangelo: “Le parole che io vi ho dette sono spirito e vita” (Giov.6:63), e Pietro subito dopo ribadisce: “Signore tu hai parole di vita eterna” (Giov.6:68). Cosa vuole significare? Le parole pronunziate da Gesù, non erano solo parole, ma la Parola (verità) impregnata dello Spirito Santo, perché Lui era ripieno dello Spirito Santo. Dalla fusione della Parola con lo Spirito Santo, deriva la Parola Spirito e vita, è vita perché trasmette la vita di Dio, attraverso la sua comunicazione. Sul filo conduttore della comunicazione avviene la nutrizione.

La Parola Spirito e vita

Dio onnipotente, oltre allo straordinario evento dell’incarnazione della Parola in Gesù di Nazareth, ha infuso nella Parola la sua morte redentrice, la potenza della resurrezione e dopo la Sua ascensione ha fatto un’altra opera straordinaria: ha mandato il Suo Spirito Santo sulla terra perché continuasse l’opera di Cristo e guidasse i suoi discepoli in tutta la verità, distribuendo i suoi doni come Parola Spirito e vita. Ancora oggi, per questo motivo, possiamo udire la parola Spirito e vita, come quella espressa da Gesù.

Dopo il giorno della Pentecoste, tanti suoi discepoli furono ripieni dello Spirito Santo e parlavano sotto la sua guida (Atti 4:8), perché lo Spirito Santo è stato mandato per questo compito: “Ma quando sia venuto lui, lo Spirito della verità, Egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito… prenderà del mio e ve l’annunzierà” (Giov.16:13,14).

Se la comunicazione della Parola di Dio viene fatta da uomini ripieni del suo Spirito, il risultato sarà quello che abbiamo dichiarato sopra, cioè viene comunicato Cristo: la vita di Dio attraverso di essa, altrimenti saranno solo parole.

Premesso che la trasmissione di Cristo, attraverso la Parola Spirito e vita, è l’unico modo per trasmettere vita e nutrimento spirituale alla vita spirituale interiore, è necessario fare una distinzione fra cibo e cibo, cioè fra conoscenza e conoscenza.

Diversi livelli di conoscenza

C’è una conoscenza illuminante (dal greco “ghinskò”) che, come abbiamo già accennato, esprime una conoscenza concreta, una comunione intima del significato biblico come citato in Mat. 1:25 e in Luc.1:34, ed è come il seme della Parola che riproduce la nuova vita in Cristo (1°Cor.4:15 ; Giov 1:13). Non basta però nascere per vivere, occorre crescere, e per crescere occorre nutrirsi, e per questo occorre poi una conoscenza che esprima il concetto di nutrimento (di cui sopra ne abbiamo dato il significato) che non sia di natura informativa ma bensì formativa. Essa può essere di due tipi: il latte o insegnamento elementare (1°Piet.2:2,3 e Eb.6:1) e il cibo solido o insegnamento approfondito (Eb.5:14 ; Col. 1:9), il cui termine usato in greco principalmente da Paolo è: “epi-gnosis”, e significa profonda conoscenza, cioè conoscenza profonda di Dio, da distinguere dalla conoscenza comune e profana, così tanto decantata in Grecia detta “gnosis”.

Conclusione

L’epi-gnosis è la conoscenza più sostanziosa adatta per gli adulti ed è necessaria per continuare il processo di crescita e di maturazione (1°Cor.2:6-8). Per dirla con le parole di Osea: “Conoscendo il Signore, proseguiremo a conoscerlo” (Osea 6:3 – Diodati). E questo per dire che pur conoscendolo già, continueremo a conoscerlo ancora perché mai esauriremo le ricchezze di sapienza e di conoscenza che Dio ha riposte in Cristo.

TEMA della sezione CONOSCENZA: epignosis, fede e conoscenza, crescita spirituale