Introduzione alla Vita Cristiana Ciclica

 

 

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Mente

Premessa

La mente razionale è la condizione comune a tutti gli uomini, ma può essere più spiccata in alcuni piuttosto che in altri.

La razionalità ci tiene legati ed ancorati a questo mondo presente, per vivere la nostra temporaneità e materialità. Non è un fatto in sé negativo, visto che siamo fatti anche di materia ed abbiamo esigenze materiali da soddisfare, ma non siamo solo questo.

La parte spirituale, che è pure in noi, deve essere tenuta nella dovuta considerazione, ancor più quando diventiamo dei credenti in Cristo e tendiamo a diventare uomini spirituali. Abbiamo bisogno della razionalità per compiere e capire tante cose nella vita, ma abbiamo anche una dimensione spirituale in noi che ci porta più in là della semplice razionalità.

Funzione razionale e spirituale

Quello che è materiale e razionale è palesemente manifesto in noi e si esprime e s’impone prioritariamente attraverso di noi, ma occorre che sia tenuto a bada affinché anche la parte spirituale abbia il suo ruolo e la sua manifestazione che la materialità e la razionalità cercano di reprimere ed ignorare.

Non vogliamo sopprimere la funzione razionale della mente, ma la sua azione non deve essere fatta a danno e a spese della funzione spirituale, che ha una valenza importantissima. Vogliamo soltanto dare voce allo spirito e a quegli elementi che contribuiscono a fare di noi un essere completo che arricchiscono e definiscono l’immagine di Dio in noi.

Occorre educare la mente a rispettare e a tenere conto delle facoltà spirituali, oltre a quelle razionali per aprirle uno spazio ed un’azione più grande e più completa.

Mentalità razionale dei discepoli

Abbiamo bisogno di entrare nell’ottica della moltiplicazione dei pani (Mat.14:16-21) e lasciare la mentalità razionale dei discepoli all’inizio del loro apprendimento con il Maestro.

Dare da mangiare a cinquemila persone più le donne e i bambini, con cinque pani e due pesci, è impossibile per ogni mente razionale.

Gesù, invece, quando dice: “Date voi loro da mangiare…”, ritiene che è possibile sfamare quella gente, senza licenziarla.

Per i discepoli, la folla doveva essere resa libera di provvedere personalmente il cibo necessario nei villaggi vicini: questa era la soluzione razionale.

La gente fu però licenziata solo dopo essere stata sfamata.

Acquisire il linguaggio di Gesù significa lasciare la mentalità razionale dei discepoli ed acquistare un linguaggio ed una mentalità di fede. Questo cambiamento porta la mente ad acquisire ed a tenere conto degli elementi di fede che non sono di natura razionale: solo così si creeranno le condizioni, perché avvenga qualcosa che va al di là del semplice calcolo razionale. È un lasciar spazio ad una nuova dimensione che la semplice mente razionale non può concepire.

La razionalità e la spiritualità

Anche Nicodemo non riusciva a credere come si potesse nascere di nuovo. Qui vediamo una mente razionale che si contrappone all’opera di Dio. Basterebbe solo metterla da parte in quel momento per dare spazio alla fede proveniente dallo spirito e fare in modo che svolga la sua funzione di competenza senza conflittualità, in sintonia con Cristo, senza che la fede nell’opera di Dio possa essere ostacolata dalla razionalità della mente.

La razionalità e la spiritualità, non sono in contrasto fra loro se vengono rispettati i rispettivi ruoli e se usate al momento opportuno. La razionalità è una attività propria della mente, mentre la spiritualità è l’attività dello spirito umano. È chiaro che finché sussiste il vecchio sistema carnale (predominante ed accentratore) lo spirito umano sarà impedito nello svolgere il suo ruolo. Quando lo spirito, viene vivificato e il sistema carnale ridimensionato, l’azione dello spirito riemergerà; si cercherà il giusto equilibrio e lo spirito potrà portare il suo contributo alla mente, che oltre a manifestare l’aspetto razionale mostrerà anche quello spirituale.

Rinnovati nella mente

“Non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformate mediante il rinnovamento della vostra mente” (Rom.12:2). “Imparate ad essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente” (Ef.4:23). Queste sono le esortazioni di Paolo per sperimentare un’azione rinnovatrice.

Non possiamo fare a meno della mente, ma della razionalità sì, quando è necessario, per dare spazio alla funzione spirituale del nostro essere. La fede deve subentrare alla ragione quando si devono compiere le opere di Dio. Si deve avere sensibilità per sapere quando Dio vuole compiere le sue opere in modo da esercitare la fede piuttosto che la ragione.

Il miracolo non si può realizzare quando vogliamo noi, ma occorre conoscere i tempi e la volontà di Dio. La fede è prendere le cose dal mondo invisibile e portarle nel mondo visibile, reale. Occorre sapere quando esse sono disponibili là per noi. Le promesse di Dio e la rivelazione dello Spirito Santo sono indicazioni necessarie per comprendere la volontà di Dio in proposito. Occorre essere col nostro spirito in contatto con lo Spirito Santo e sentire le sue indicazioni, e solo successivamente dare spazio alla mente illuminata. È quindi una questione di priorità dello spirito sulla mente razionale, che deve essere regolata.

La fede viene dallo spirito

C’è un linguaggio fittizio di fede che non convince, perché consiste di sole parole e non corrisponde ad una posizione reale di fede dello Spirito sulla mente razionale, e nel mondo invisibile non ha nulla che lo supporti. È una forzatura da evitare, se non vogliamo avere delusioni ed inutili aspettative. La conferma sicura di un intervento di Dio viene dalla fede interiore, e non da quella esteriore.

La prevalenza della fede sulla ragione è un atto dello spirito che si propone alla mente, la cui razionalità al momento deve farsi da parte.

In 1°Cor 14:15 è scritto: “Io pregherò con lo spirito, ma pregherò anche con l’intelligenza; salmeggerò con lo spirito, ma salmeggerò anche con l’intelligenza”, (Nous gr. È sia mente che intelletto). Con questo Paolo, faceva distinzione fra la manifestazione dello spirito e quella della mente. Dobbiamo saper discernere i due momenti se vogliamo esprimerci in senso completo.

La fede è un atteggiamento dello spirito e non della mente. Lo spirito e la mente hanno funzioni diverse e ruoli diversi. Bisogna saper distinguere le istanze dello spirito da quelle della mente.

Conclusione

Se lo spirito è debole, allora è la mente ad emergere e prevalere. In tal caso bisogna chiedere la fortificazione dello spirito. Chi è condotto prevalentemente dalla mente, non può che comportarsi in modo razionale, ma chi è condotto dallo spirito è condotto dalla fede ed è uomo spirituale. E l’uomo spirituale può comprender ogni cosa (vedi in 1°Cor 2:15).

Se la mente è corrotta, non rinnovata, riceve impulsi dagli istinti carnali, allora si conduce in modo carnale ed istintuale.

TEMA della sezione MENTE: rinnovamento della mente, uomo spirituale, l’Io carnale