CRITICA  LOCALE

LA  LETTERA  DI  RALPH  NADER

( nostra esclusiva la versione italiana )

[14 maggio 2010]

Nell’Interesse Pubblico

Cominciamo a conoscere Elena Kagan

di Ralph Nader

Visto il Niagara di commenti sulla scelta di Elena Kagan per essere eletta come un Associate Justice della Corte Suprema degli Stati Uniti; noi conosciamo troppo poco sulla nominata. Per gli amici come per i critici, l’idea predominante sulla signora Kagan è che lei ha espresso o scritto in pubblico troppo poco sulle sue convinzioni su ogni soggetto che direttamente o lontanamente si lega alla sua prossima carica. Come laureata in legge, professionista per un tempo limitato, assistente speciale sulla politica interna del Presidente Clinton, professore di Legge e Decano alla Harvard Law School, E. Kagan è stata circospetta in modo non usuale, nonostante l’esperienza vivace di direttore del Daily Princetonian mentre studiava a Tigertown.

Ecco come un collega dello stesso rango durante la presidenza Clinton descrive molti incontri di gruppo su temi importanti: “lei non diceva mai molto, era molto simpatica, sorrideva molto, il tipo di persona che cresce senza disturbare. Lei non si impegnava quasi mai nelle discussioni negli incontri spesso animati. Le sue opinioni non erano conosciute. Ma lei è esattamente quello che il Presidente Obama vuole”.

Il problema per la signora Kagan è che ci fu un’occasione dove lei fu schietta in modo meraviglioso – la sua lunga recensione del libro del Professor S. L: Carter “The Confirmation Mess” sulla Law Review dell’Università di Chicago nella primavera del 1995.

Riprendendo con acume il Professor Carter lei si mostra come un campione deciso delle audizioni di conferma che si legano alle “domande indipendenti”, aggiungendo che il “Senato deve vedere le audizioni come un’opportunità di guadagnare conoscenza e di promuovere la comprensione pubblica di ciò che il nominato crede che la Corte dovrebbe fare e come lei realizzerebbe la sua conduzione”. Continuando: Ms. Kagan sostiene che “l’esplorazione [a]perta delle idee sostanziali della nominata, ... permette ai senatori e ai loro consulenti di impegnarsi in una discussione centrata sui valori costituzionali, per appurare i valori posseduti dalla nominata, e per valutare se la nominata possiede i valori che la Corte Suprema richiede con maggiore urgenza. Queste sono le domande di importanza più grande che circondano ogni nomina alla Corte Suprema (non le qualifiche oggettive o la moralità personale della nominata …)”.

Queste sono parole forti vista la simulazione molle delle audizioni di conferma del Senato dei nominati giudici di oggi – audizioni che Ms. Kagan descrisse più tardi nella sua recensione come mostranti al pubblico “ una sciarada insulsa e falsa, dove la ripetizione di banalità ha sostituito la discussione dei punti di vista e gli aneddoti personali soppiantano le analisi legali”.

Così, potreste voi attendere con ansia una dimostrazione spettacolare di fuoco e scontro culturale tra i Senatori ed Elena Kagan? Neanche per sogno.

La verità è che ora lei è indietreggiata da tale autenticità e così ha fatto il suo capo, Barack Obama.

Nessuno può attribuire la sua posizione più recente all’essere ingenua su Capitol Hill.

Al contrario, la sua posizione forte per audizioni di conferma serie e robuste sulle “questioni legali” si ricava dalla sua esperienza di Special Counsel della Senate Judiciary Committee “in connessione con la nomina del Giudice Ruth Bader Ginsburg alla Corte Suprema”.

Così sembra che la prima vittima della sua nomina sarà l’autenticità (una delle sue parole favorite) che lei implorò per dei nominati come il giudice Kennedy, Souter, Thomas, Ginsburg e Breyer che criticò anni fa per il comportamento evasivo riguardo al tatto usato su ogni controversia durante il processo di audizione.

Poiché bisogna essere in 2 per fare un gioco di sciarada, è permesso ai Senatori di verificare le idee attuali di Elena Kagan quando le si siederà su quella sedie davanti ai suoi inquisitori.

Alcuni Senatori useranno il pretesto che le domande profonde sulle questioni e la filosofia comprometterebbero l’indipendenza del giudiziario – una visione che Ms Kagan rifiutò esplicitamente nella sua recensione del libro.

Altri, essendo Democratici di parte, vogliono fare l’audizione a velocità super, questo significa poche domande pro forma.

Pochi rispetteranno le loro responsabilità costituzionali o i loro ruoli di parte seriamente e indagheranno sui suoi titoli – i quali non vengono da retroterra giudiziari – o i suoi pregiudizi ideologici noti.

In ogni caso questo stato degli affari non è il peggio del processo di conferma.

Il deterioramento raggiunge l’esclusione dei testimoni che riflettono proprio la piena gamma delle questioni e dei giudizi che Ms Kagan sostenne.

So questo dopo la mia richiesta di testimoniare, ad esempio, sulla nomina di Roberts riguardo ad una sfera della sua esperienza ignorata. Io fui rifiutato dai democratici della Judiciary Committee.

Durante la nomina di S. Breyer, il Dr. S. Wolfe ed Io presentammo una dettagliata testimonianza sulla filosofia liberista di Mr Breyer e sulla realtà empirica grezza degli incidenti umani e delle produzioni di atti illeciti che la rifiutavano. Forse quella partecipazione non sarebbe ripetibile oggi.

Al contrario, ci sono pochi elenchi organizzati con grande cura di specialisti di diritto costituzionale, ognuno avrà 5 minuti, e tutti presentati come vetrine dopo, non prima o tra la testimonianza e l’interrogatorio della nominata.

Così salvo una protesta pubblica generale prima che le udienze comincino in luglio, attendete che le parole del professore di legge, E. Kagan, siano relegate in un limbo eterno come espressione di esuberanza giovanile sostituita dal realismo politico delle menti autocratiche.

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Tradotto da Franco Allegri il 21/09/2010

[May 14 2010]

In the Public Interest

Getting to Know Elena Kagan

By Ralph Nader

Given the Niagara of commentary on the nomination of Elena Kagan to become an Associate Justice of the Supreme Court of the United States, we know very little about the nominee. For friend and critic alike, the predominant view of Ms. Kagan is that she has publically uttered or written remarkably little of her own views on any subject that directly or remotely relates to her forthcoming position. As a law school graduate, brief stint as a practitioner, special assistant on domestic policy to President Clinton, professor of Law and Dean of Harvard Law School, Elena Kagan has been unusually circumspect, despite her lively tenure as editor of the Daily Princetonian while was an undergraduate in Tigertown.

Here is how a colleague of equal rank in the Clinton White House describes many group meetings there on important matters: “She never said much, was very pleasant, smiled a lot, the type of person who rises by not giving offense. She almost never engaged in give or take at the often spirited meetings. Her opinions weren't known. But she is what she is which is exactly what President Obama wants”.

The problem for Ms. Kagan is that there was one occasion where she was wonderfully outspoken – her long review of Professor Stephan L. Carter’s book “The Confirmation Mess" in the University of Chicago Law Review during the Spring of 1995.

Taking Professor Carter sharply to task she comes out as a full-throated champion of confirmation hearings that deal with “substantive issues”, adding that the “Senate ought to view the hearings as an opportunity to gain knowledge and promote public understanding of what the nominee believes the Court should do and how she would affect its conduct.” Continuing, Ms. Kagan asserts that “[O]pen exploration of the nominee’s substantive views, ... enables senators and their constituents to engage in a focused discussion of constitutional values, to ascertain the values held by the nominee, and to evaluate whether the nominee possesses the values that the Supreme Court most urgently requires. These are the issues of greatest consequence surrounding any Supreme Court nomination (not the objective qualifications or personal morality of the nominee ...).”

Those are strong words in today's flabby pretence of Senate confirmation hearings of judicial nominees – hearings which Ms. Kagan described later in her review as presenting to the public “a vapid and hollow charade, in which repetition of platitudes has replaced discussion of viewpoints and personal anecdotes have supplanted legal analysis.”

So, should you look forward to a spectacular demonstration of fire and brain power between the Senators and Elena Kagan?  Not likely.

The word is that now she has backed away from such authenticity and so has her boss, Barack Obama.

No one can attribute her earlier stands to being naive about Capitol Hill.

To the contrary, her strong stand for robust, serious confirmation hearings on “legal issues,” draws on her experience as Special Counsel to the Senate Judiciary Committee “in connection with the nomination of Justice Ruth Bader Ginsburg to the Supreme Court.”

So, it looks like the first casualty of her nomination will be the authenticity (one of her favorite words) she craved for such nominees as Justices Kennedy, Souter, Thomas, Ginsburg and Breyer, having been quoted years ago as how to evasively behave in order to finesse any controversies during the hearing process.

So since it takes at least two to make a charade game, it is left to the Senators to fulfill the vision of the earlier Elena Kagan when she sits in that chair facing her inquisitors.

Some Senators will use the pretext that deep questions on issues and philosophy would compromise the independence of the judiciary – a view Ms. Kagan explicitly rejected in her book review.

Others, being partisan Democrats, want to get the hearing over at super speed, which means a few pro forma questions.

A few will take their constitutional responsibilities or their partisan roles seriously and probe into her qualifications – such as not coming from a judgeship background – or her imputed ideological biases.

In any event, this state of affairs is not the worst of the confirmation process.

The deterioration reaches the exclusion of witnesses that reflect just the wide range of questions and judgments that Ms. Kagan championed.

I know this from my own request to testify, for example, on the Roberts nomination regarding an ignored area of his experience. I was turned down by the Democrats on the Judiciary Committee.

During the Stephen Breyer nomination, Dr. Sidney Wolfe and I presented detailed testimony regarding Mr. Breyer's de-regulatory philosophy and the raw empirical reality of human casualties and tortious products that rebut it. That participation would not likely be repeated today.

Instead, there are a few carefully choreographed panels of constitutional law specialists, each given five minutes, and all presented as window dressing after, not before or between, the testimony and questioning of the nominee.

So, short of a cumulative public protest before the hearings begin in July, expect the words of assistant professor of law, Elena Kagan, to be relegated to an everlasting limbo as an expression of youthful exuberance replaced by the political realism of autocratic minds.

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SOMMARIO DELLE ULTIME LETTERE:

148 - Il sostegno di Nader alla FCA (sulla riforma finanziaria di Obama - quarto articolo)

147 - La ricchezza per la giustizia (estendibile alla riforma finanziaria di Obama - terzo articolo)

146 - Rafforzate la gente! (sulla riforma finanziaria di Obama - secondo articolo)

145 - Nessun interesse per il risparmio (sulla riforma finanziaria di Obama - primo articolo)

144 - Lo stato miserabile della sicurezza in miniera

143 - Gli infortuni nei laboratori di genetica

142 - La decadenza USA e la forza delle lobbies*

141 - Idee contro la riforma sanitaria di Obama*

140 - Il vecchio film dell'ostruzionismo

139 - All'ombra del potere del Distretto di Columbia

138 - Impero, Oligarchia e Democrazia (sulla crisi Greca e sulla guerra in Afganistan, ma non solo)

137 - La fiaba di Re Obesità

136 - No Nukes (da Chernobyl alle nuove centrali pagate da Zio Sam)

135 - L'esempio di Howard Zinn contro la guerra

134 - Sullo stato dell'Unione (otto critiche ad Obama)

133 - La Corte Suprema e i costi della politica

132 - La privatizzazione illecita (vari esempi: da Blackwater ai casi statali)

131 - L'abbandono di Dodd e Dorgan

130 - Sui liberali americani in crisi con Obama (per la guerra in Afganistan)

129 - Essi ci stanno dileggiando (no ai CEO di Wall Street)

128 - Rabbia popolare (su Wall Street e la sua riforma)

127 - Essi non conoscono la vergogna (su Wall Street)

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