£ G R E P P I A I T A L I A £ ...in giro c'è grossa crisi... |
De Reditu Suo - Secondo Libro
La civiltà italiana come ricostruirla (III)
18/03/2010
Del Prof. I. Nappini
Il mio guaio va avanti e s’ingrossa e si mostra per quel che è: un viaggio intorno al proprio passato e alle aspirazioni nascoste del singolo e forse del gruppo al quale appartiene.
RICOSTRUIRE UNA CIVILTÀ VUOL DIRE RENDERLA ESPLICITA, DICHIARARE GLI ELEMENTI CHE METTONO ASSIEME QUANTI SI RICONOSCONO IN ESSA E NE SONO PARTE; vuol dir di conseguenza anche staccare la propria immagine da un confuso e pasticciato COSMOPOLITISMO che non è altro nel Belpaese che una versione rozza e meschina di qualche concetto relativo allo stile di vita Statunitense e Britannico.
NON SI PUÒ VIVERE NELLA FINZIONE DI LODARE E MIMARE IL MODELLO DI VITA CIVILE STATUNITENSE E INGLESE SENZA FAR I CONTI CON LE LOGICHE DI POTENZA DI QUELLA CIVILTÀ E TOGLIENDO AD ESSA LA DUREZZA SOCIALE, IL CALVINISMO E IL PROTESTANTESIMO, LA TENDENZA SISTEMATICA AD ATTIVARE LE VARIE FORME DI GUERRA PER RISOLVERE LE CONTROVERSIE GEO-POLITICHE.
Le logiche di potenza e la natura di quella civiltà, sedicente occidentale, esigono risorse umane e materiali che il Belpaese non ha e non ha avuto finora.
La civiltà da ricostruire non deve imitare questo modello forestiero, oggi dominante, perché non ne ha i mezzi e riprodurrebbe solo una deformità che imita banalmente e rozzamente gli Stati Uniti senza aver la potenza e la natura di quella confederazione di Stati.
Quindi occorre pensare un modello diverso.
PER PRIMA COSA UNA RICOSTRUITA CIVILTÀ ITALIANA DOVREBBE INIZIARE A PENSARE I LIMITI DI QUESTO SVILUPPO DELLA CIVILTÀ INDUSTRIALE, associarsi alle nazioni d’Europa per attivare delle politiche di salvaguardia dell’ambiente, della salute dei propri cittadini e della dignità di chi si offre sul mercato del lavoro.
Di fatto presumo che una civiltà italiana smentisca coi fatti quanto negli ultimi quindici anni è stato impostato dai diversi esecutivi del Belpaese, il motivo è banale: L’ATTUALE IMPASTO DI COSE STRANE E DIFFORMI NON È UNA CIVILTÀ NOSTRA MA L’AMALGAMA INQUALIFICABILE DI PEZZI DI CIVILTÀ ALTRUI E DI ANTICHI VIZI NOSTRANI.
Un ricostruita civiltà dovrebbe spostare lentamente ma inesorabilmente l’interesse della grande politica dalle richieste delle minoranze di specialisti e mediatori legati ai colossali interessi finanziari e commerciali alle esigenze di milioni di Italiani ed Europei anche quelli di recente immigrazione.
L’ITALIA DEVE COSTRUIRE UN MODELLO DI CITTADINANZA E DI VITA CHE PRENDA LE DISTANZE DAI PEGGIORI ASPETTI DELLA CIVILTÀ INDUSTRIALE.
Questa costruenda civiltà DEVE UNA VOLTA REALIZZATA ESSER ABBASTANZA FORTE E PROFONDA DA SALVAGUARDARE I SUOI SIMPATIZZANTI E ADERENTI DALLE TROPPE PERSUASIONI OCCULTE della pubblicità e della propaganda e offrire una dimensione di autentica libertà di pensiero.
Di per sé in condizioni normale l’eccellenza del nostro remoto passato dovrebbe aiutare, purtroppo oggi questo non basta più; CIÒ CHE SIAMO STATI va di nuovo compreso e ridiscusso per poterlo ostentare a se stessi e agli altri e a maggior ragione per poter trovare ispirazione in tempi stramorti e lontanissimi nella memoria.
QUINDI OCCORRONO I DENARI PER PROMUOVERE UNA SENSIBILITÀ ARTISTICA E STORICA INTORNO AL PASSATO REMOTO che non sia una cosa antiquaria o peggio una fantasia commerciale ma al contrario un fatto critico e vitale, una riscoperta del passato per capire questo presente.
Occorre che la civiltà italiana possibile non si collochi nel lontano futuro come una possibilità remota o come sforzo di pensiero di qualche mente ben dotata come nel nostro tragico Rinascimento, penso a Machiavelli, ma che essa sia già qui e ora come EVIDENZA E COME TENDENZA.
Tutto questo ad oggi è ancora collocato oltre l’orizzonte.
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