N. B. La Lectio e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
Il 2 febbraio 2010
é nato il Blog di Tempo Perso
PIETRE VIVE
che viene aggiornato quotidianamente
e mette così a disposizione in modo facile e veloce
una o più notizie
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Siamo anche in FaceBook con
la pagina sociale
"QUELLI DELLA VIA"
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
|
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
A poche ore dalla nascita di Gesù dovremmo
coltivare l'etica del volto, rapportarci con la gente faccia a faccia...
pensando che l'altro è un volto da scoprire, un volto da contemplare, un volto
da accarezzare perchè Natale è questo: la festa del volto di Dio che si fa volto
umano...
Andiamo fino a
Betlem, il viaggio è faticoso... dobbiamo abbandonare i recinti di cento
sicurezze, i calcoli smaliziati della nostra sufficienza, le lusinghe di
raffinatissimi patrimoni culturali, la superbia delle nostre conquiste per
andare a trovare... un bambino avvolto in fasce che giace in una
mangiatoia...
Il viaggio è
difficile... per noi disperatamente in cerca di pace, ma disorientati da
sussurri e grida che annunziano salvatori da tutte le parti e costretti ad
avanzare a tentoni nelle circospezioni di infiniti egoismi ogni passo verso
Betlem sembra un salto nel buio...
Andiamo fino a
Betlem, è un viaggio lungo, difficile, ma questo che dobbiamo compiere
all'indietro è l'unico che può farci andare avanti sulla strada della
felicità...
Dal
nostro cuore non più pietrificato dalle delusioni strariperà la speranza. Buon
Natale!
Gli auguri di don Tonino Bello del 1985 sono più
che mai attuali, per questo abbiamo scelto di affidare alle sue parole i nostri
più sinceri auguri a tutti voi e ad ognuno di voi.
Video: Don Tonino Bello Buon Natale
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Libertà religiosa
Annullata la messa di mezzanotte, niente luminarie, chiese blindate. Messaggi di
solidarietà dall'Italia per una comunità che sta scomparendo nel caos e nel
terrore
I
cristiani vivono questo Natale con un’inquietudine particolare. Il
consumismo «offende il senso del Natale», ha ricordato ieri su queste
pagine il Cardinal Martini, e lo trasforma in «liturgia profana» di
«ipocrisie e false promesse di felicità». Nel mondo, intanto, le
minoranze
cristiane celebrano il 25 dicembre sotto la minaccia di chi le aggredisce in nome di radici culturali e religiose rivali.
E' sempre
critica la situazione dei cristiani, in Egitto e soprattutto in Irak. Ma la
Palestina e la Penisola arabica offrono segnali positivi.
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Acqua
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
L'acqua è vita, ma per
garantire un diritto che è universale non si può sfuggire
all'economia.
Un elemento carico di significato
culturale. Negli antichi miti della creazione in principio era l’acqua
e il suo valore mitico e simbolico è vivissimo in tutte le culture. All’origine
di tutta l’umanità c’è l’acqua. All’origine dello sviluppo e della dignità
stessa dell’uomo c’è l’acqua. Nell’ordine delle priorità di una qualsiasi
civiltà nulla viene prima dell’accesso all’acqua.
L'acqua, un simbolo
sacro
Il sociologo David Orr si chiede
quale sia il significato dell’acqua. L’apparato produttivo del mondo
industrializzato ci dà una sola risposta: l’acqua è diventato un bene
strategico, un bene economico. Orr però ci suggerisce un’altra interpretazione:
“Ci si potrebbe anche chiedere “che cosa significa essere umani?” La risposta
andrebbe cercata nel rapporto con l’acqua, madre della vita”. Ecco: l’acqua ha
un legame profondo con il sacro.
La danza della
pioggia
C’è chi sostiene che l’unico modo per
proteggere l’acqua donataci dalla natura è quello di farla diventare un bene di
consumo, di darle un valore economico, cioè di avere un cartellino del prezzo.
In un certo senso è vero: solo se l’acqua viene pagata almeno quanto il costo
della distribuzione forse possiamo evitare di sprecarla. Ma questo non può
essere l’unico principio a guidare la gestione dell’acqua. Come affrontare il
problema dell’iniquità che inevitabilmente si viene a creare quando alcuni
possono pagare e altri no?
Gli obiettivi del
Millennio
Il rapporto Camdessus, presentato
al Forum internazionale dell’acqua di Kyoto del 2003, per raggiungere
gli obiettivi del Millenium development goals prevede il passaggio da 80 a 180
miliardi di dollari di investimenti annui. Il nodo del finanziamento è
essenziale ed è su questo punto che si dipana un dibattito spesso
ideologico.
Il valore politico
dell'acqua
Non esiste una soluzione
miracolosa. L’acqua bene comune dell’umanità, un principio che deve
essere declinato: dobbiamo imparare a difenderla e a condividerla. Considerare
il problema della scelta del modello gestionale come la questione numero uno ci
fa perdere di vista la dimensione universale di un bene che deve essere di tutti
e per tutti.
Recuperare il valore
dell'acqua
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COSTA D'AVORIO
Uccisioni sommarie e sequestri, la crisi ivoriana si fa sempre pù grave mentre
Gbagbo alza il tiro contro le Nazioni Unite che decidono la proroga della loro
missione
Alberto Tundo: Il ritorno degli squadroni
Rinnovata per altri sei mesi la missione Onu in Costa d'Avorio. Ma
nonostante le compatte pressioni internazionali il presidente uscente Gbagbo non
sembra intenzionato a cedere il potere: tiene in pugno il sistema mediatico e si
circonda di mercenari. Le Nazioni Unite denunciano gravi violazioni dei diritti
umani e Ouattara lancia un appello alla “disobbedienza al governo fantoccio”.
NIGRIZIA: Prosegue il braccio di ferro (testo+ audio)
CONGO
Le Nazioni Unite denunciano che ogni giorno vengono violentate oltre 35
donne congolesi. E non di rado la vittima subisce violenze da parte di più
uomini – spesso militari o guerriglieri – che in genere la fanno franca. Scarse
le denunce. Due testimonianze.
Ambra Simonini : la piaga degli stupri
GUINEA
Dopo un voto finalmente libero, comincia oggi il governo dell’oppositore
di sempre. Che vuole riconciliare il paese e mettere mano alle riforme.
NIGRIZIA: è l’ora di Condé
Bangladesh: nuovi 'wikileaks' rivelano che la
Gran Bretagna ha addestrato le famigerate 'camicie nere' dei Battaglioni di
azione rapida (Rab), accusate di centinaia di omicidi politici e torture
Enrico Piovesana: Squadroni
della morte 'made in England'
Nonostante il silenzio della stampa, gli attacchi
israeliani continuano nella Striscia
Nelle mani di un gruppo di trafficanti da oltre
un mese. Questo il dramma di un gruppo di profughi che cercava una nuova vita in
Israele
Il nuovo programma di difesa nazionale: dalla
Guerra Fredda alla dottrina anticinese
Intervista telefonica a Natalia Koliada,
direttrice del Belarus Free Theatre appena rilasciata dalle forze speciali
I
NOSTRI TEMPI /
Interventi ed opinioni |
MIGRANTI E IMMIGRAZIONE
In tre mesi ha
incontrato oltre 200 eritrei ed etiopi passati dall’inferno del Sinai. Racconti
di torture orribili che confermano cosa sta accadendo nel deserto, anche se
finora il governo del Cairo sostiene di non aver trovato conferme dei rapimenti.
Azezet Kidane è una suora comboniana eritrea, vive nella missione di Betania e
da giugno due volte alla settimana arriva in autobus a Tel Aviv, nel piccolo
ambulatorio dei medici volontari dell’ong internazionale Phr ad ascoltare e
assistere i rifugiati. Una testimonianza importante, quella di Suor Azezet.
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
In virtù della crisi si invocano tagli alla
spesa pubblica e la manovra Finanziaria pare risparmiare su tutto. Proprio
tutto? In realtà le risorse per il “contrasto dell’immigrazione illegale”, circa
178 milioni di Euro all’anno, non mancano.
“Per chi pensa che la garanzia dei diritti
umani non sia un costo, ma un principio inderogabile, scriverne è a dir poco
imbarazzante - spiega Grazia Naletto della campagna Sbilanciamoci - ma in tempi
in cui tutto viene monetizzato è forse utile ricordare che la politica del
rifiuto (i respingimenti, i trattenimenti nei Cie, le espulsioni, la
cooperazione con i paesi di origine), non è una necessità, ma una scelta costosa
e inefficiente se rapportata agli scopi che si propone di
raggiungere”.
Italia: quanto costa il
rifiuto
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Cosa sta dietro gli stranieri e cosa dentro
di noi: le loro ansie, le nostre paure
Fenomeno
antico quanto l’umanità, quello migratorio: da sempre, la fame si muove verso il
pane. Ma fenomeno venuto via via più articolato in questi ultimi due secoli, in
seguito non solo all’urbanizzazione seguita alla rivoluzione industriale, ma
anche all’evolversi dei mezzi di trasporto e di comunicazione, fino a giungere
alla complessità che conosciamo ai nostri giorni...
Un dizionario
socio-pastorale non è un romanzo né un saggio storico, ma può fornirci le
«parole» per capire noi stessi e gli altri che bussano alla porta del nostro
cuore.
La fame si muove verso il
pane
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Il Tribunale civile di Milano ha accolto il
ricorso presentato da dieci rom del
campo milanese di via Triboniano contro il sindaco Letizia Moratti, il ministro
dell'Interno Roberto Maroni e il prefetto Gian Valerio Lombardi, col quale hanno
chiesto che vengano assegnate loro le case popolari in adempimento di un
progetto di autonomia abitativa che era stato in un primo tempo sottoscritto
dall'amministrazione comunale e poi bloccato.
Case ai rom, il giudice alla
Moratti e a Maroni: «Rispettate gli accordi»
Molte critiche si levano dai rappresentanti
degli Enti Locali milanesi e lombardi in seguito alla sentenza del Tribunale
civile di Milano che impone l’assegnazione di case popolari ex Aler alle
famiglie rom sgomberate dal campo di via Triboniano.
Il Tribunale obbliga
l'assegnazione di case ai Rom
Sono dieci le
famiglie Rom del campo Triboniano a Milano che entro il 12 gennaio prossimo
entreranno in possesso dei dieci appartamenti assegnati loro secondo un accordo
stipulato dal ministero dell’interno, dalla prefettura di Milano, e dal sindaco
della città. Accordo poi bloccato dalla Moratti, dal prefetto e dal Ministro
Maroni, su pressione della Lega. Il giudice civile di Milano ieri ha accolto il
ricorso dei rom contro la mancata assegnazione ed ha ordinato alle parti di
adempiere agli accordi firmati con alcune associazioni, tra le quali Casa della
Carità, il cui presidente don Virginio Colmegna è stato intervistato da
Francesca Sabatinelli per Radio Vaticana
Ascolta l'intervista a don
Colmegna (mp3)
Hanno a lungo invitato il sindaco Letizia
Moratti senza ricevere risposta. Ma i 600 rom del campo di via Triboniano sotto
Natale riceveranno un’altra visita importante, quella dell’arcivescovo Dionigi
Tettamanzi. È la prima volta che il cardinale entra in un campo nomadi, ma chi
l’ha visto visitare i campo profughi in Palestina sa che non è certo il tipo che
si spaventa per il degrado. Di certo è la prima volta che un "Principe della
chiesa" fa il suo ingresso in quella terra di nessuno che sono diventati i campi
rom da quando il ministro Maroni ha varato un piano nazionale per il loro
superamento.
Tettamanzi, un Natale al campo
rom per pregare con i bimbi del Triboniano
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La storica visita del cardinale in uno dei luoghi simbolo dell'emergenza
immigrazione in città
"Io Io dico che tutti quanti, nessuno escluso, possiamo
e dobbiamo fare qualche passo in più"
Sotto
l'ombrello rosso cardinalizio c'è Dionigi Tettamanzi con i piedi nel
fango del campo rom di via Triboniano. Piove, ma l'aveva promesso. E'
andato a fare gli auguri ai bambini e alle famiglie che loro malgrado
si troveranno al centro della più odiosa battaglia politica che segnerà
la prossimacampagna elettorale milanese. Le parole del cardinale sono dolci ma sono un durissimo attacco...
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Da domani riparte la protesta degli
studenti medi e universitari contro il decreto Gelmini, alle battute finali
prima del via libera previsto mercoledi'.
DOMANI TORNA LA PROTESTA DEGLI
STUDENTI
In settimana la riforma Gelmini in
Aula. Il governo teme scontri. Sì di Maroni all'idea Mantovano: "Serve il Daspo
come allo stadio". Alt dei dipietristi, più cauto il Pd
Piazze e cortei vietati ai
violenti Il Pdl: servono arresti preventivi
«Da soli, in 25, abbiamo respinto 5 mila
energumeni armati di "male e peggio", picconi, accette: ma quando ci daranno
qualcosa di meglio di uno scudo e un manganello? Dove sono gli idranti e i
"capsulum" (un potente lancia-peperoncino)?», chiede «Drago», che a piazza del
Popolo ha preso colpi al petto e a una spalla, ed è finito in ospedale.
«Avevano picconi e accette Noi
i bersagli per 1.200 euro»
Chi se lo immaginava
che lanciando un po' di frutta mi sarebbe arrivato un casco in testa. Eravamo
andati lì per manifestare con il motto "Lotta dura con la verdura" e poi sono
stato aggredito. Se tornassi indietro forse mi terrei a distanza da quello che
stava succedendo - ha confessato - però devo dire che è giusto protestare per
avere una scuola migliore. Già la situazione era negativa prima, figuriamoci ora
con i tagli: dalle strutture scolastiche decadenti alla didattica che deve
essere aggiornata».
Un quindicenne colpito con un
casco La procura acquisisce il filmato
Consulta
l'ampia selezione di articoli sull'argomento proposta da MicroMega: Discussione sulla violenza di
piazza e di regime
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Dal «salvatore» Saviano a Napolitano cercano qualcuno che
li voglia ascoltare
Cresce la
richiesta di giovani laureati e specializzati Ma dovranno gestire
un’esplosione di iniziative
Risale a poche ore or sono l’arresto di uomini e donne della politica in
processione per conquistare i favori di uno dei grandi boss della
’ndrangheta.
Dalle "tre i" di Berlusconi alle "tre p" della
Gelmini. Un breve bilancio, a mente 'non' fredda, su questa inattesa stagione di
lotte universitarie.
Presidente, siamo le studentesse e gli studenti della Sapienza in
mobilitazione da due anni in difesa dell'Università e della Formazione Pubblica...
"CELEBRARE DIO CON LA VITA" HOREB n. 57 – 2010
TRACCE DI
SPIRITUALITA' A CURA DEI CARMELITANI
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Frontiere
dello Spirito 19-12-2010
Mons. Gianfranco Ravasi commenta il brano di
Isaia 7, 10-14
Maria Cecilia Sangiorgi per la rubrica "Volti e storie": Comunità di famiglie accoglienti "L'albero della macedonia"
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RAI RADIOTRE - "UOMINI E PROFETI":
Chiudiamo
con questa puntata il “problematico” Libro dei Numeri, con la guida di un grande
maestro dell’ebraismo italiano, Paolo De Benedetti. Particolarmente attento a
una “teologia degli animali”, De Benedetti è l’interprete che meglio può
cogliere la portata della profezia di un’asina, l’asina di Balaam, capace di
vedere e sentire i segni mandati da Dio, anche quando i profeti di professione
sono distratti. Ma che cosa sta a significare questo episodio nella economia del
libro? Vedremo che il suo scopo sarà quello di gettare dei semi di speranza
verso il futuro che ancora non è chiaro al popolo di Israele.Nella puntata di oggi arriveremo anche a parlare
della fine della vecchia generazione (cap. 25), del censimento della nuova
generazione (cap. 26), la successione di Giosuè a Mosè (cap. 27),
l’avvicinamento ai confini della terra.
Numeri capitoli 22-24; 25-36:
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RAI RADIOTRE - "FEDI E MONDO":
In un sermone per
Natale, tenuto il 17 dicembre 1933, l’anno della ascesa al potere di Adolf
Hitler, commentando Luca 1,46-55, il Magnificat, Dietrich Bonhoeffer pone
l’accento sulla necessità, per il credente, di cambiare radicalmente idea sulla
scala di valori della vita, e di comprendere che “la nostra via, nella misura in
cui deve essere una via verso Dio, non ci conduce verso l’alto, bensì verso il
basso”. Negli ultimi anni della sua vita, prima di morire assassinato dai
nazisti negli ultimi giorni di guerra, nell’aprile del 1945, Bonhoeffer insisté
molto su questo mutamento di prospettiva, arrivando a partecipare a uno dei
complotti contro Hitler, che fallì, però, come tutti gli altri. Parliamo
della sua prospettiva teologica ed etica con Alberto Conci,
curatore della edizione critica di Bonhoeffer in italiano, e con Paolo
Ricca, teologo valdese molto vicino al pensiero di Bonhoeffer.
Parleremo anche di un viaggio giovanile di Bonhoeffer in Italia (aveva appena 18
anni), e dei suoi giudizi sul cattolicesimo e sugli italiani.
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Un teologo racconta i percorsi di Mario
Luzi nella fede
Mario Luzi scrisse l' introduzione a tre testi
del Nuovo Testamento, il Vangelo secondo Giovanni, le Lettere di San Paolo e l'
Apocalisse, e a uno del Primo Testamento, il Libro di Giobbe. Egli «sentì»
fortemente questi suoi scritti, raccolti ora in forma accurata ed elegante a
testimonianza dell' ispirazione della fede biblica che alimentò la sua vita e il
suo «pathos». Se mi accingo a parlarne, lo faccio in forza della medesima
passione per le Sacre Scritture, oltre che motivato dell' amicizia, di cui Luzi
volle farmi generosissimo dono. Per Luzi la posta in gioco nel Libro di Giobbe è
la più alta, l' unica veramente decisiva (...). È la grande domanda sul dolore,
sul suo senso e la possibile dignità dell' umano che può in esso mostrarsi:
perciò è anche e inseparabilmente la domanda su Dio. Si Deus justus, unde
malum?
Elogio di Giobbe, eroe
moderno
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La
questione dell'uomo e gli scenari del tempo
"Agli inizi del terzo millennio, in questi anni ‘10
per tanti aspetti sorprendenti e fatali,riemerge con forza la domanda sull’uomo:
essa torna ad imporsi a partire dall’infinita storia della sofferenza - acuita
dalla barbarie del terrorismo e dalla risposta di guerra nel segno dello
“scontro delle civiltà”- e dal desiderio incancellabile dei singoli e delle
masse di dare senso e valore alla vita e alla storia comune, espresso da un
rinnovato interesse alla domanda religiosa e a quella etica. Chi pensasse che il
tramonto delle ideologie abbia estinto la carica di speranza utopica e di
attesa rivoluzionaria, cui esse avevano preteso di dar corpo e voce, si
ingannerebbe pericolosamente.
Tramontate le risposte presuntuose e totali, il
problema “uomo” resta in tutta la sua urgenza. La novità con cui oggi si pone
sta nel profilarsi “fra i tempi”, fra il declino di un’antropologia che aveva
celebrato il trionfo del soggetto storico e l’apparente alternativa di una
concezione dell’uomo maturata nel segno della negazione, rinunciataria di fronte
ad ogni fondamento. ..."
IL
GRIDO DI ADAMO LA QUESTIONE DELL’UOMO E GLI SCENARI DEL TEMPO (PDF)
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Oggi il Natale ha quasi perduto il suo
senso originario. Lo «celebrano» anche uomini di altre religioni. Perfino
parecchi non credenti vivono in questo giorno una qualche forma di liturgia
profana. Non v’è alcuno che rifiuti per Natale qualche dono o almeno una buona
cena. Per questo non parlo volentieri del Natale. Da quando ho conosciuto un po’
meglio la Sacra Scrittura, è la Pasqua che mi attrae e mi pone dinnanzi a un
preciso programma di vita. Benché il Natale sia una splendida manifestazione
della gloria di Dio in Cristo e del suo amore per noi, i discorsi che si fanno a
partire dal Natale sanno spesso di buonismo e di speranza a buon
mercato.
Il consumismo offende il
senso del Natale. No a ipocrisie e false promesse di
felicità (pdf)
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Arrivano le feste, ma con esse anche una
domanda sempre più pertinente: siamo ancora capaci di fare festa? Riusciamo
ancora a segnare un tempo come festivo, diverso dal feriale quotidiano? E, se e
quando ci riusciamo, di cosa abbiamo bisogno per distinguerlo dalle ormai sempre
più numerose occasioni che abbiamo per festeggiare, stimolati come siamo da un
mercato che ci vuole sempre pronti a consumare tempo e denaro in beni fuori
dall’ordinario? Finiamo per credere che ciò che caratterizza la festa debba
essere l’eccesso, la ricchezza, il poter spendere per il superfluo, lo stordirci
con lo stra-ordinario.
In questo senso il Natale è divenuta la
ricorrenza che più di altre mostra la contraddizione in cui ci troviamo e il
conseguente paradosso di trovarci in ansia per la festa: siccome ha perso la
preziosità che gli derivava del suo essere unica o quasi durante l’anno, ora
sembra condannata a distinguersi dalle mille altre feste che ci siamo inventati
attraverso un “di più” di tutto...
Il nostro tempo per gli
altri
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I frati minori di Lombardia ricordano monsignor Luigi Padovese, vicario
apostolico in Anatolia, assassinato a coltellate il 3 giugno scorso nel giardino
della sua casa in Turchia.
Guarda
il video: Mons. Padovese, le immagini inedite
del martire
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Il 30 novembre scorso Arturo Paoli ha
compiuto 98 anni. E’ sempre sorprendente la vita di quest’uomo che, molto
anziano, è tornato ad abitare, dopo aver “abitato” davvero il mondo, vicino alla
natia Lucca. Si è stabilito a San Martino in Vignale. Ha aperto un’altra casa,
dopo le tante, “costruite” e disseminate in tutto il Sudamerica, luoghi di
incontro, accoglienza, vicinanza con gli oppressi.
“Casa di spiritualità – ha scritto in una
lettera aperta agli amici - non vuol dire casa di orazione, anche se vi saranno
spazi di orazione e una liturgia domenicale che considero il centro della
settimana; spiritualità vuol dire essere un riferimento chiaro a quel 'soffio'
che Paolo raccomanda ai cristiani come il centro dell’esistenza”.
La casa non invita solo i credenti, ma “è
aperta a quelli che avvertono l’esistenza e l’importanza del soffio con disagio
e forse con angoscia. E questi sono individui, piccole comunità, giovani
disorientati in questa società chiassosa e confusa”.
“Ho sempre cercato il
soffio”
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Sarà perché
sto riflettendo e scrivendo in periodo di Avvento, ma mi rendo conto che
l'atteggiamento dell'attendere qualcuno o una realtà diversa, magari solo
prefigurata e ideale è essenziale non solo alla fede, ma anche alla vita
individuale, sociale e politica.
È vero, sono
tramontate le ideologie, quelle del “sol dell'avvenire”, ed è subentrato il
pragmatismo, ripiegato sul presente che pretende di essere più concreto, più con
i piedi per terra. Ma siamo sicuri che è anche il più efficace, efficiente e
creativo? Si vanta una politica “del fare”, ma anche quella si esprime in
promesse che poi si rivelano illusioni. Guardando ai giovani d'oggi, concretezza
e pragmatismo vogliono che si scoprano precari, sempre pronti alla mobilità,
disoccupati, presenti e futuri. Il che, drammaticamente, vuol dire che non sono
già più giovani. Perché gioventù, dacché mondo è mondo, vuol dire proiezione
verso il futuro, sogno, aspirazione, possibilità di
progetti.
Vivere vuol dire
attendere
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Risposte del teologo
Un certo modo di “usare” il sacramento della Penitenza può aver portato a
credere che la confessione dei propri peccati sia un modo facile e sbrigativo
per mettersi “a posto” la coscienza. L’individualismo che caratterizza la nostra
società ha intaccato sovente anche il nostro modo di essere cristiani facendo
dimenticare la dimensione ecclesiale (= comunitaria) della nostra fede e
riducendo sovente il nostro rapporto con Dio a una faccenda esclusivamente
privata ed emotiva. Una deriva che ha intaccato un po’ tutti i sacramenti e in
particolare il sacramento della Penitenza o confessione che finisce per
esaurirsi all’interno di un angusto confessionale.
NATALE
Natale è un giorno di tenerezza
e dolcezza perché celebra la nascita di un bambino: tutti sono chiamati
a festeggiarlo, anche i laici e i non cristiani, ed è questo il vero
valore ecumenico del 25 dicembre.
Quel bambino non è venuto a fondare una nuova religione, di cui non c’era
bisogno perché ce n’erano già forse troppe. È venuto a cambiare la vita, cosa
ben più importante di ogni Chiesa. Indubbiamente la promessa di pace, annunciata
in quella notte, è stata e continua ad essere clamorosamente smentita. È
difficile dire se, in questo senso, quel neonato abbia finora vinto o perso la
sua partita. Ma è indubbio che egli abbia posto per sempre, nel nostro cuore,
nella nostra mente e nelle nostre vene, l’esigenza insopprimibile di quella
salvezza.
CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
Ho incontrato la strada grazie alla strada. Strada come luogo di povertà, di
bisogni, di linguaggi, di relazioni e di domande in continua trasformazione.
Strada come luogo di crescita e di consapevolezza: dove imparare a misurarsi
con l’incertezza e la complessità, a non selezionare i compagni di viaggio, a
costruire speranza e corresponsabilità.
... nel mondo dei credenti in Italia si sta passando da un disagio ad una vera
rottura dei rapporti di stima e fiducia tra una parte consistente di fedeli e la
parte più visibile della gerarchia, incline alle dichiarazioni e al
mercanteggiamento politico.
POLITICA
Il bilancio dell'anno che sta per finire, tra crisi di governo evitate o forse solo rimandate, ed una
crisi economica che continua a mordere la quotidianità delle famiglie.
Il tutto a poche ore da nuove manifestazioni studentesche. Cosa hanno avuto gli
italiani dal 2010 e cosa si aspettano dal 2011? Se ne
discute a Ballarò. Tra gli ospiti di Giovanni Floris il ministro della
giustizia Angelino Alfano, l’esponente del PD Walter Veltroni, il segretario generale della Cisl
Raffaele Bonanni, l’economista Irene Tinagli, il direttore del
Messaggero Roberto Napoletano, il vicedirettore del Giornale
Nicola Porro, l’editorialista di Repubblica Giovanni Valentini, il presidente della Ipsos Nando
Pagnoncelli. In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza.
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La toppa messa a tarda sera da Palazzo Chigi non risolve il problema. Secondo,
ma solo in ordine di tempo, a quello della Carfagna, il caso della ministra
Prestigiacomo - che ieri ha lasciato il Pdl in polemica con Cicchitto per il
mancato accoglimento della richiesta di rinvio di un provvedimento poi approvato
alla Camera - ha politicamente le stesse caratteristiche e le stesse conseguenze
di quello esploso neppure un mese fa.
Che cosa
accadrebbe se Berlusconi chiedesse, come suggerisce Casini, l'aiuto del Terzo
Polo? In realtà il pallino resta in mano a Bossi: chi ha in mano il Nord
controlla il Paese.
COME Charlie Chaplin con un gigantesco mappamondo tra le mani, Silvio Berlusconi
contempla un orribile 2010 esaltando gli splendori del pianeta "pacificato"
grazie alle sue virtuali capacità taumaturgiche, e non vede le reali miserie
politiche ed economiche nelle quali sta precipitando il Paese che governa. Il
presidente del Consiglio celebra il rito della conferenza stampa di fine d'anno
tra la velleità ridondante del "Grande Dittatore" e la verbosità estenuante di
Fidel Castro.
Il Presidente della Repubblica: «Ecco perchè ho incontrato
i ragazzi»
Dopo la sbornia del "yes, we can", meno vittimismo e più
esempi
È il 2010 che
Benedetto XVI, nella "classica" udienza prenatalizia riservata alla Curia romana
e al Governatorato per lo scambio d’auguri, ha ripercorso secondo una
consuetudine consolidata, passo per passo, i dodici mesi trascorsi. Non
tralasciando – e verrebbe anzi da dire quasi sottolineando – le difficoltà con
cui la Chiesa ha dovuto e deve misurarsi, e incoraggiando a ripartire da quelle
fede le cui radici restano forti, come, ha affermato papa Ratzinger, egli stesso
ha una volta di più potuto constatare nel corso dei viaggi compiuti sia in
Italia che all’estero (Malta, Portogallo, Gran Bretagna e
Spagna).
Il Papa
alla Curia romana: solo la verità salva
«Excita, Domine, potentiam
tuam, et veni». La voce del Papa è sommessa ma il tono è solenne, «è in gioco il
futuro del mondo», alza lo sguardo a cardinali e monsignori: e ripete quella
preghiera di Avvento, «Ridesta, Signore, la tua potenza e vieni» che fu
probabilmente formulata, spiega, «nel periodo del tramonto dell'Impero Romano».
Allora come oggi si «disfaceva» quel «consenso morale» senza il quale «le
strutture giuridiche e politiche non funzionano».
«Viviamo
la crisi che fu dell'Impero Romano»
In questo discorso si
coglie il dramma e la proposta di papa Ratzinger. Si sente il suo profondo
dolore per la Chiesa a causa degli scandali di pedofilia: «Il volto della Chiesa
è coperto di polvere». C’è una lettura drammatica del mondo contemporaneo sotto
la «dittatura di mammona che perverte l’uomo»: commercio dei corpi e delle
anime, droga («che con forza crescente stende i suoi tentacoli di polipo intorno
all’intero globo»)...
Dal
papa una lettura drammatica. Siamo alla caduta
dell'impero (pdf)
L’eccezionale gravità dello
scandalo della pedofilia, nonostante il riduzionismo diffuso negli ambienti
curiali, risulta chiarissima dalle parole pronunciate da Benedetto XVI nel
discorso che rivolge a tutti i suoi collaboratori all’inizio della settimana
natalizia. Il papa ha dedicato a questo argomento gran parte del suo discorso,
con espressioni tanto chiare quanto forti, come umiliazione, esortazione alla
verità, volto coperto di polvere, consapevolezza della particolare gravità,
vestito strappato e così via. Un discorso che ha rimesso “Roma” in sintonia con
il mondo, dove lo scandalo della pedofilia è la “issue number one” e non certo
un accadimento superato.
Papa,
né riformismo né riduzionismo
il testo integrale
del discorso
di Benedetto XVI ai Cardinali, Arcivescovi e Vescovi, Prelatura Romana, per la
presentazione degli auguri natalizi (20 dicembre
2010)
video "Solo la verità salva"
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Lettera Enciclica sullo sviluppo umano integrale nella
carità e nella verità
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