Presentazione
Con vero piacere presento il
libro di Osvaldo Noro, sicura che i lettori lo sapranno apprezzare quanto
lo ho apprezzato io. Lo stile, volutamente piano, è ricco di quella
Umanità semplice e genuina che è propria della gente della montagma quando
si esprime nella sua lingua originaria: il dialetto. E appunto il dialetto
della conca alpagota che l'autore ha usato nelle forme dialogiche, nei
detti, nei nomi e nelle citazioni per rendere il suo scritto ricco,
efficace e più vicino alle genti locali. Nell'opera sono raccolte leggende
paesane, sono rievocate superstizioni e credenze che sopravvivono
nell'Alpago e che la popolazione, pur presa e tormentata dal bellissimo e
terribile incalzare del progresso che travolge il mondo intero, si
compiace ancora di ascoltare. Le persone, anche le più esigenti e
disincantate, sono sempre portate, sia pur sorridendo, a prestar fede alle
superstizioni ed alle leggende che fioriscono in ogni tempo ed in ogni
luogo. Continuano a dar credito a quello che la saggezza del passato
insegna, pur con un pizzico di stregoneria, correndo di bocca in bocca
dagli anziani ai giovani. Mi auguro che le leggende che Osvaldo Noro ha
tanto diligentemente e pazientemente raccolto dalla viva voce della gente
del luogo e trascritto in questo suo libro facciano nascere, non solo
negli Alpagoti, ma anche in ogni altro lettore, il desiderio di
approfondire le conoscenze di un ambiente magnifico e ricco di tradizioni
storiche, scientifiche, artistiche e... di fantasia.
MARIA dott.ssa
MARTELLI
direttrice
didattica