NonoBepi - agosto 2000

Nonobepi, su gentile concessione dell'autore, amico Osvaldo Noro.
Rende omaggio al poeta, cultore del nostro dialetto, al solo scopo
di divulgare quanto fatto e senza nessun scopo di lucro.


Le bèle storie de na òlta
di Osvaldo Noro


Al malà che 'l porta 'l san - Il malato che porta il sano
vai al disegno 1° edizione

Questa "storia", ad imitazione di tutte quelle dei grandi favolisti dell'antichità in cui gli animali parlano ed agiscono come gli uomini, e di questi cercano di mettere in evidenza con molta arguzia vizi e virtù trae origine da un detto popolare: "Al malà el porta '1 san"
Tale detto sta chiaramente ad indicare il modo di vivere di certe persone che ricche, possidenti sane si fanno "deliberatamente" compiangere e quasi vivono "alle spalle" di altre povere in canna, e magari rnalate, ma cornunque sempre di buon cuore e sempre pronte a dar aiuto a chiunque lo chieda. lo ho sentito raccontare questa storia anche se con sfumature diverse, in diverse località dell'Alpago ed ognuna ne rivendica la "palernltà". Per non far torto a nessuno amilentiamola in un luogo qualunque, ovunque a voi piaccia, e iniziamo senz'altri preamboli. C'era, dunque, un casaro, anche proprietario della latteria. Era una latteria di quelle vecchie costrulte alla maniera di tanti e tanti anni fa. La latteria aveva, si la porta, ma non aveva le finestre (i vetrl a quel tempo costavano troppo per un povero casaro!) Nel costruirla, questo casaro aveva lasciato, come si usava, delle fessure in verticale nei muri perimetrali, per arieggiare il locale. Tali fessure occupavano all'incirca lo spazio di sei degli attuali mattoni, in questa latteria veniva raccollo il latte prodotto durante l'intera giornata e la mattina successiva veniva lavorato. Poco discosta dalla latteria c'era una boscaglia nella quale vivevano una volpe, ed un lupo che, chissà come, erano diventati "compari'' di caccia e di avventure. Ora avvenne che una volta, nottetempo, i due compari, girovagando alla ricerca di quacosa da mettere sotto i denti capitarono, ancora a sfomaco vuoto, nei pressi della latteria. Attirati dall'intenso profumo del latte e notato che attraverso le fessure avrebbero potuto entrare, non ci pensarono due volte Quel latte era veramente saporito. Non parliamo, poi, delle ricotte! Ma l'astuzia della volpe è risaputa ed infatti, mentre il lupo pensava solo a saziarsi, la "comare" sbirciava continuamente le fessure. Dopo un po', infatti, si dichiarò sazia, smise di bere e di mangiare e rimase a guardare l'amico che continuava imperterrito il pasto. Già immaginava, la furbacchiona, certe inevitabili conseguenze e ne pregustava la scena. Quando il lupo fu finalmente sazio, si accinsero ad uscire. La volpe, che si era accontentata di poco, riusci ad uscire facilmente. Per il lupo, invece quelle aperture erano diventate troppo strette e malgrado i suoi sforzi, il poveraccio dovette rassegnarsi a trascorrere la nottata chiuso nella latteria. La volpe fuori, opportunarnente nascosta, vegliò. Alle prime luci del giorno, quando il casaro aprì il locale. Povero lupo! Il malcapitato, tra calci e bastonate, fu ridotto a mal partito. La volpe, fuori, sogghignava...... Se il suo compare fosse riuscito a stuggire alle grinfie del casaro, se la sarebbe presa con lei che non l'aveva avvertito di non essere troppo ingordo. Detto fatto, nella possibilità che ciò si verificasse, cosa pensò quella furbacchiona? Proprio dietro la latteria cresceva un meraviglioso corniolo ed i suoi frutti erano, guarda caso, maturi al punto giusto. La volpe scosse i rami, fece cadere molte corniole e si rotolò sopra i frutti caduti, sporcando di rosso tutto il pelame. Più tardi quando vide che il lupo, tutto pesto e malconcio, era riuscito a fuggire al terribile casaro, gli andò incontro trascinandosi sul terreno e lamentandosi in maniera veramente straziante. La poverina gemeva ..... si doleva tanto che il lupo, a quella vista le chiese ragione di quanto le fosse accaduto. Cosa fariugliò la volpe? Era stata ridotta in quelle condizionl dal casaro quando aveva ingaggiato con lo stesso una buribonda lotta nel tentativo di salvare l'amico rinchiuso. Povera Comare! Che spirito dl abnegazione! Il lupo, commosso da tanta solidarietà, pensò bene di caricarsela sulla groppa e riportarla nella sua tana. Cammin facendo la volpe, sorniona, rideva sotto i baffi della dabbenaggine dell'amico e, fingendo dei lamenti, canterellava:


* Copertina * Dedica * Murale 1 * Murale 2 * Moreno  De  Col * dott. Martelli * Premessa * Bus la lume *
* Al Bus de'l béco * Al  lac de S. Crose * Parché 'l Alpago 'l é... * La  val de le Strìghe * La Valturcana *
* La ceséta de la Runal * La luna su te 'l péz * San  Danèl * La  ceséta  de San  Martin * Al  Teveron *
* La bèla indormenzada * Al malà che'l porta 'l san * Tant par òn * Co no se sa parlar * Paron la scòta *
* I quatro ciòdi che parla * Al trói de 'l musariól * Tesòro  de 'l  montanaro * Osvaldo Noro Home Page *

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