NonoBepi - agosto 2000

Nonobepi, su gentile concessione dell'autore, amico Osvaldo Noro.
Rende omaggio al poeta, cultore del nostro dialetto, al solo scopo
di divulgare quanto fatto e senza nessun scopo di lucro.


Le bèle storie de na òlta
di Osvaldo Noro


Tant par òn - Tanto per ciascuno
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Anche questo è un racconto che ha a che vedere con casari e latterie e che viene ricordato ancora in diverse contrade alpagote. C'erano (quando? Chi lo sa) due compari, ladruncoli matricolati. Per loro ogni stagione portava i suoi frutti. L'autunno rendeva facili, ed oltremodo allegre, fe visitine notturne nelle cantine dove fermentava il mosto e dove le porte erano lasciate necessariamente aperte per il ricambio dell'aria e la fuoriuscita dell'anidride carbonica, emessa nel corso della termentazione. L'inverno era la stagione delle visite notturne ai pollai, appena fuori dei centri abitati. Tanta e tale era l'astuzia e la perizia dell'operare dei nostri due furfanti nell'inscenare la rapina, che la colpa del misfatto ricadeva immancabilmente sulle innocenti volpi che girovagavano nei paraggi. In primavera ed in estate quando, vuoi per le nottate corte e rischiarate dalla luna e dalle stelle, vuoi per la presenza di villeggianti e turisti abituali a far le ore piccole la loro presenza poteva venire più facilmente notata, i nostri due amiconi preferivano riparare nei numerosi alpeggi della zona e visitare le "casère". Là potevano rimpinzarsi a loro piacimento di latticini e soprattutto delle ottime ricotte (le puine), sia fresche che affumicate. Casari e malghesi, naturalmente, si accorgevano di tali ammanchi, ma, per quanti sotterfugi escogitassero, non erano mai rlusciti a mettere ... il sale sulla coda dei due bricconi. Tutto continuò così per diverse primavere e diverse estati, finché un casaro, stanco oltre che di subire gli ammanchi anche di dover sopportare le beffe, o come si dice in dialetto con un colorito detto:

"Oltre 'l mal, la mala Pàsqua!"
"Oltre il male, anche le beffe!"

d'accordo con altri casari predispose un suo piano.
Fece spargere la voce che dal primo latte di maggio aveva ottenuto delle ricolle speciali, d'un gusto e profumo mai fino allora raggiunto, e tante e tante che non sapeva più dove sistemarle in attesa dei compratori. Naturalmente la bella notizia giunse, per caso o di proposito, alle orecchie sempre ben tese dei nostri due compari che commossi per la pietosa situazione del casaro, pensarono bene di rendersi in qualche modo utili .... e fargli trovare un po' di posto libero per la successiva produzione. Quella notte stessa, quatti quatti, fecero visita alla ben nota casèra. Il casaro, però, aveva già preparato la sua trappola, armato di un grosso bastone, era in attesa dietro l'uscio lasciato di proposito socchiuso per le previste visite. E le visite, puntualmente, arrivarono. Uno dei due amici rimase fuori dalla casèra a far da palo e l'altro entrò. Appena dentro ricevette una scarlca di randellate, mentre una voce gli sussurrava:

"Te convién tàser
e no lagnàrte
si no te crése la dòse!''
''Ti conviene tacere
e non lamentarti
altrimenti ti aumento la razione!''

Il poveraccio rimase, perciò muto e fece buon viso a cattivo, anzi pessimo gioco; poi, quando gli fu concesso, uscì finalmente dal locale. L'altro, vedendolo così pesto e malconcio, tutto lividi e lacrime, e soprattutto col sacco vuoto gli chiese ragione dell'accaduto e tra i due si svolse il seguente dialogo:
''O conpàre, àtu fat che
che te sé tut spórc e pestà?''
"O compare, cosa hai
che sei tutto sporco e malconcio?''
''Par via de 'l scuro
són cascà te 'l foghèr!"
''A causa dell'oscurità
sono cascato nel focolare!''
''Te à i òci sgiónfi:
àtu piandést ?''.
''Hai gli occhi gonfi:
hai pianto?''.
''Te capirà:
co tut chél fun!''.
''Capirai:
"con tutto quel fumo!''.
''Parché àtu 'l sac vódo?''.
''Perché hai li sacco vuoto?''.
''L é 'n scuro òrbo
che no ò vist gnént!''.
''C'è un buio pesto
che non ho visto niente!''.

Rassicurato dalle risposte ottenute e schernendolo per l'incapacità dimostrata, il secondo compare si avventurò arditamente nella casera Fu una brutta avventura anche per lui.
Quando, finalmente, poté liberarsi dalle grinfie del terribile casaro e uscire da quella sala di torture, rimproverò l'amico per avergli taciuto la verità. L'altro, con un sogghigno, gli rispose:

''E, conpàre....
De le puine se éra d'acòrdo
de far an tant par òn,
véra ?
E de le pàche ànca, no?''.
''Eh compare. ....
delle ricotte eravamo d'accordo
di farne un tanto per ciascuno,
vero?
E delle botte anche, no?''.

E su questa battuta si conclude quest'altro racconto.


* Copertina * Dedica * Murale 1 * Murale 2 * Moreno  De  Col * dott. Martelli * Premessa * Bus la lume *
* Al Bus de'l béco * Al  lac de S. Crose * Parché 'l Alpago 'l é... * La  val de le Strìghe * La Valturcana *
* La ceséta de la Runal * La luna su te 'l péz * San  Danèl * La  ceséta  de San  Martin * Al  Teveron *
* La bèla indormenzada * Al malà che'l porta 'l san * Tant par òn * Co no se sa parlar * Paron la scòta *
* I quatro ciòdi che parla * Al trói de 'l musariól * Tesòro  de 'l  montanaro * Osvaldo Noro Home Page *

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