La storia de la ceséta de la Madona de la Runal - La
chiesetta della Madonna del Runal vai al disegno 1°
edizione
Esiste ormai dissestata una strada, in origine
interamente lastricata, il che fa supporre di origine romana, che
collegava Buscole di Farra d'Alpago con le località "Riva de Marco" "Pian
de 'l bèco" e "Resìna vècia" per giungere al luogo dove attualmente sorge
il Santuario della Madonna del Runal. La strada che, ad un centinaio di
metri prima del Santuario, si divideva in due, l'una raggiungendo Tomàs e
Spert e l'altra proseguendo dopo il Santuario per la "Montagnéta",
"Palughét" e "Canpón", era generalmente percorsa dai boscaioli che si
recavano nella foresta per il taglio del legname e per far il
carbone. Lungo quella strada, secondo la nostra storia, esisteva un
capitello votivo (tariól) che ospitava un bel quadretto raffigurante la
Madonna, venerata con l'appellativo di "Madóna de 'l bósc". A questo
punto varie sono le versioni della storia. La prima dice che, essendo
il capitello ormai in rovina ed esistendone un altro poco più a sud in
miglior stato di conservazione, i boscaioli decisero di trasferire il
venerato quadretto in questo secondo. Così fu fatto, ma la mattina
successiva al trasloco il quadretto non fu più ritrovato nel capitello.
Furono subito iniziate le ricerche ed il quadro fu ritrovato appeso ad un
ramo di un vecchio faggio che cresceva accanto al capitello
originario. Fu riportato via da lì ma, chissà come e chissà perché, il
quadretto scomparve nuovamente e fu ritrovato allo stesso posto della
volta precedente. L'evento, secondo la storia, continuò a ripetersi per
diverse volte, finché i boscaioli per togliere, come si dice, il male alla
radice, decisero di tagliare il vecchio faggio. Ma qui avvenne il fatto
miracoloso. Tutte le scuri adoperate per abbattere il vecchio tronco, al
primo contatto con il legno inspiegabilmente si rompevano. Questo fatto
straordinario fu interpretato come il desiderio della Vergine a voler
restare in quel posto e lì i boscaioli e gli abitanti di Farra e di Spert
eressero l'attuale Santuario della "Madôna del bósc", protettrice in
particolare dei boscaioli che, poco tempo dopo, assunse il nome di
Santuario della Madonna del Runal, dal nome della località dove fu eretto
e dell'omonimo ruscello che scorre nei pressi. Un'altra versione della
storia, invece, vuole che il capitello ormai in rovina, forse per
questioni di campanilismo, venisse distrutto ed il quadretto fosse appeso,
in attesa della costruzione di un nuovo capitello, ai rami del faggio che
ci cresceva accanto. Il quadro fu trasportato nella parrocchiale di
Farra e da li, nottetempo, prese il volo .... per il solito
faggio. Anche qua il fatto continuò a ripetersi diverse
volte. Stupiti per le ripetute sparizioni, gli abitanti di Farra una
sera, dopo la funzione vespertina, chiusero la chiesa, ne sprangarono i
portali ed organizzarono dei turni di vigilanza per l'intera notte, senza
alcun risultato. Il quadretto fu ritrovato la mattina dopo appeso al
solito faggio. Allora questa volta fu deciso di tagliare l'albero ed ecco
un altro fatto miracoloso. Da ogni dove, dal momento che la voce si era
sparsa fra le contyrade d'Alpago, erano giunte diverse persone per
controllare di persona l'abbattimento dell'albero ma, al primo colpo
discure, l'attrezzo si conficcò talmente nel legno che a colui che aveva
assestato il fendente non fu più possibile toglierlo. Intervennero in suo
aiuto alcuni presenti. Primo uno, poi due e tre, infine quattro uomini
unirono i loro sforzi per liberare l'ascia dal tronco ed essa finalmente
uscì. Uscì, ma avvenne un altro fatto fantastico, tra lo stupore dei
presenti, dal taglio lasciato nel tronco uscì un fiotto di sangue. Cosa
pensare? Un miracolo? O piuttosto un segno? Non c'era
dubbio. Per i nostri vecchi quello era un "segno": esprimeva il
desiderio della Vergine a voler rimanere là. E là appunto sanate
dispute e controversie, fu eretto il nuovo Santuario, mèta di devoti
pellegrinaggi. Là, ancor oggi, in quella chiesetta immersa nel verde,
l'8 settembre si venera il famoso quadretto. Là, si racconta, la Vergine
operò diversi miracoli e fino ad alcuni anno fa ad una parete della
chiesetta c'era un fascio di stampelle di legno, lasciate a ricordo dai
miracolati. Inoltre, sempre a titolo di devozione alla Madonna del
Runal, quando una mamma di Farra era in attesa di un figlio, diceva che
andava a prenderlo non sotto il cavolo o dalla cicogna, ma a quel famoso
faggio di questa nostra storia. Queste sono due delle versioni di cui
sono venuto a conoscenza. ln entrambe gli elementi di base sono il
quadretto ed il faggio.Il faggio che ora non c'è più, perché i fedeli che
si recavano al Santuario ne staccavano di volta in volta qualche rametto o
un pezzo di corteccia, per portare nelle loro case la benedizione della
Madonna. Se poi vi fossero altre versioni, non me ne vogliate. Alcuni
anni fa, nel corso di un pellegrinaggio al Santuario, ho tratto queste
impressioni:
Madòna de 'l
bósc
Camine te 'n trói de sas, tut in riva. Me
vàrde de intórno: an ràio de sol el sbusa le fóie e 'l
ména par tera coriàndoi de siél, te 'n dugo de onbrìe che
scànpa galìve.
Tut sa da salvàrec, udóra da bòn: da péz
e da làres, da fónc e da ràsa, da frànbole e mòre. El
canta an savàtol te i ran de 'n faghèr; na bèla sghiràta
la scànpa, se scònde.
Rivàdi su in sima se rèsta
imagàdi: davanti sta césa gnén vóia de pregar. Incróle le
man. me ségne in denòcio, e po dìghe a piàn:
'Madòna de
la Runàl de dì e de nòt valàgna sta val e òpi bén a i
Pagòt !''
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Madonna del
bosco
Cammino lungo un sentiero di sassi, tutto in
salita. Mi guardo attorno: un raggio di sole buca le
foglie e porta per terra coriandoli di cielo, in un gioco
di ombre che fuggono senza spessore.
Tutto odora di
selvatico, profuma di buono: di pini e di larici, di funghi
e di resina, di lamponi e di more. Canta un fringuello tra
i rami di un faggio; un bello scoiattolo fugge si
nasconde.
Arrivati in cima si rimane incantati: davanti
a questa chiesa vien voglia di pregare. Incrocio le
dita, faccio il segno di croce in ginocchio e poi
sussurro:
''Madonna del Runàl di giorno e di
notte proteggi (sorveglia) questa valle e ama gli Alpagoti !''
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