NonoBepi - agosto 2000

Nonobepi, su gentile concessione dell'autore, amico Osvaldo Noro.
Rende omaggio al poeta, cultore del nostro dialetto, al solo scopo
di divulgare quanto fatto e senza nessun scopo di lucro.


Le bèle storie de na òlta
di Osvaldo Noro


La storia de la ceséta de la Madona de la Runal - La chiesetta della Madonna del Runal
vai al disegno 1° edizione

Esiste ormai dissestata una strada, in origine interamente lastricata, il che fa supporre di origine romana, che collegava Buscole di Farra d'Alpago con le località "Riva de Marco" "Pian de 'l bèco" e "Resìna vècia" per giungere al luogo dove attualmente sorge il Santuario della Madonna del Runal. La strada che, ad un centinaio di metri prima del Santuario, si divideva in due, l'una raggiungendo Tomàs e Spert e l'altra proseguendo dopo il Santuario per la "Montagnéta", "Palughét" e "Canpón", era generalmente percorsa dai boscaioli che si recavano nella foresta per il taglio del legname e per far il carbone. Lungo quella strada, secondo la nostra storia, esisteva un capitello votivo (tariól) che ospitava un bel quadretto raffigurante la Madonna, venerata con l'appellativo di "Madóna de 'l bósc". A questo punto varie sono le versioni della storia. La prima dice che, essendo il capitello ormai in rovina ed esistendone un altro poco più a sud in miglior stato di conservazione, i boscaioli decisero di trasferire il venerato quadretto in questo secondo. Così fu fatto, ma la mattina successiva al trasloco il quadretto non fu più ritrovato nel capitello. Furono subito iniziate le ricerche ed il quadro fu ritrovato appeso ad un ramo di un vecchio faggio che cresceva accanto al capitello originario. Fu riportato via da lì ma, chissà come e chissà perché, il quadretto scomparve nuovamente e fu ritrovato allo stesso posto della volta precedente. L'evento, secondo la storia, continuò a ripetersi per diverse volte, finché i boscaioli per togliere, come si dice, il male alla radice, decisero di tagliare il vecchio faggio. Ma qui avvenne il fatto miracoloso. Tutte le scuri adoperate per abbattere il vecchio tronco, al primo contatto con il legno inspiegabilmente si rompevano. Questo fatto straordinario fu interpretato come il desiderio della Vergine a voler restare in quel posto e lì i boscaioli e gli abitanti di Farra e di Spert eressero l'attuale Santuario della "Madôna del bósc", protettrice in particolare dei boscaioli che, poco tempo dopo, assunse il nome di Santuario della Madonna del Runal, dal nome della località dove fu eretto e dell'omonimo ruscello che scorre nei pressi. Un'altra versione della storia, invece, vuole che il capitello ormai in rovina, forse per questioni di campanilismo, venisse distrutto ed il quadretto fosse appeso, in attesa della costruzione di un nuovo capitello, ai rami del faggio che ci cresceva accanto. Il quadro fu trasportato nella parrocchiale di Farra e da li, nottetempo, prese il volo .... per il solito faggio. Anche qua il fatto continuò a ripetersi diverse volte. Stupiti per le ripetute sparizioni, gli abitanti di Farra una sera, dopo la funzione vespertina, chiusero la chiesa, ne sprangarono i portali ed organizzarono dei turni di vigilanza per l'intera notte, senza alcun risultato. Il quadretto fu ritrovato la mattina dopo appeso al solito faggio. Allora questa volta fu deciso di tagliare l'albero ed ecco un altro fatto miracoloso. Da ogni dove, dal momento che la voce si era sparsa fra le contyrade d'Alpago, erano giunte diverse persone per controllare di persona l'abbattimento dell'albero ma, al primo colpo discure, l'attrezzo si conficcò talmente nel legno che a colui che aveva assestato il fendente non fu più possibile toglierlo. Intervennero in suo aiuto alcuni presenti. Primo uno, poi due e tre, infine quattro uomini unirono i loro sforzi per liberare l'ascia dal tronco ed essa finalmente uscì. Uscì, ma avvenne un altro fatto fantastico, tra lo stupore dei presenti, dal taglio lasciato nel tronco uscì un fiotto di sangue. Cosa pensare? Un miracolo? O piuttosto un segno? Non c'era dubbio. Per i nostri vecchi quello era un "segno": esprimeva il desiderio della Vergine a voler rimanere là. E là appunto sanate dispute e controversie, fu eretto il nuovo Santuario, mèta di devoti pellegrinaggi. Là, ancor oggi, in quella chiesetta immersa nel verde, l'8 settembre si venera il famoso quadretto. Là, si racconta, la Vergine operò diversi miracoli e fino ad alcuni anno fa ad una parete della chiesetta c'era un fascio di stampelle di legno, lasciate a ricordo dai miracolati. Inoltre, sempre a titolo di devozione alla Madonna del Runal, quando una mamma di Farra era in attesa di un figlio, diceva che andava a prenderlo non sotto il cavolo o dalla cicogna, ma a quel famoso faggio di questa nostra storia. Queste sono due delle versioni di cui sono venuto a conoscenza. ln entrambe gli elementi di base sono il quadretto ed il faggio.Il faggio che ora non c'è più, perché i fedeli che si recavano al Santuario ne staccavano di volta in volta qualche rametto o un pezzo di corteccia, per portare nelle loro case la benedizione della Madonna. Se poi vi fossero altre versioni, non me ne vogliate. Alcuni anni fa, nel corso di un pellegrinaggio al Santuario, ho tratto queste impressioni:

Madòna de 'l bósc

Camine te 'n trói
de sas, tut in riva.
Me vàrde de intórno:
an ràio de sol
el sbusa le fóie
e 'l ména par tera
coriàndoi de siél,
te 'n dugo de onbrìe
che scànpa galìve.

Tut sa da salvàrec,
udóra da bòn:
da péz e da làres,
da fónc e da ràsa,
da frànbole e mòre.
El canta an savàtol
te i ran de 'n faghèr;
na bèla sghiràta
la scànpa, se scònde.

Rivàdi su in sima
se rèsta imagàdi:
davanti sta césa
gnén vóia de pregar.
Incróle le man.
me ségne in denòcio,
e po dìghe a piàn:

'Madòna de la Runàl
de dì e de nòt
valàgna sta val
e òpi bén a i Pagòt !''
Madonna del bosco

Cammino lungo un sentiero
di sassi, tutto in salita.
Mi guardo attorno:
un raggio di sole
buca le foglie
e porta per terra
coriandoli di cielo,
in un gioco di ombre
che fuggono senza spessore.

Tutto odora di selvatico,
profuma di buono:
di pini e di larici,
di funghi e di resina,
di lamponi e di more.
Canta un fringuello
tra i rami di un faggio;
un bello scoiattolo
fugge si nasconde.

Arrivati in cima
si rimane incantati:
davanti a questa chiesa
vien voglia di pregare.
Incrocio le dita,
faccio il segno di croce in ginocchio
e poi sussurro:

''Madonna del Runàl
di giorno e di notte
proteggi (sorveglia) questa valle
e ama gli Alpagoti !''

* Copertina * Dedica * Murale 1 * Murale 2 * Moreno  De  Col * dott. Martelli * Premessa * Bus la lume *
* Al Bus de'l béco * Al  lac de S. Crose * Parché 'l Alpago 'l é... * La  val de le Strìghe * La Valturcana *
* La ceséta de la Runal * La luna su te 'l péz * San  Danèl * La  ceséta  de San  Martin * Al  Teveron *
* La bèla indormenzada * Al malà che'l porta 'l san * Tant par òn * Co no se sa parlar * Paron la scòta *
* I quatro ciòdi che parla * Al trói de 'l musariól * Tesòro  de 'l  montanaro * Osvaldo Noro Home Page *

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