I quatro ciòdi che parla - I quattro chiodi
parlanti vai al disegno 1° edizione
Le
origini di questa "storia" si fanno risalire nientemeno che ai tempi in
cui l'intera vallata alpagota era ricoperta da un'unica, immensa e
rigogliosa foresta. Non v'erano, naturalmente, strade e le uniche vie di
comunicazione erano semplici mulattiere. Ogni famiglia, a quel tempo,
aveva un somarello. Nell'intero Alpago operava un solo ferraiolo e
maniscalco era un mezzo gigante dai muscoli grossi così e dal cuore
altrettanto buono che, si diceva era anche un mezzo mago. Parecchie volte,
infatti le genti del terriorio ricorrevano a lui per qualche filtro o
pozione, più o meno magica, o semplicemente per consigli. Un giorno si
presentò al nostro mavo-consigliere un tale, sposo da appena tre mesi, con
un grosso problema. Sua moglle, pur godendo ottima salute e non lamentando
mai alcun male, non toccava mai cibo o bevanda di sorta. Da tre mesi
ormai, da quando cioè l'aveva sposata, era in assoluto digiuno. Il nostro
ferraiolo asioltò con molto interesse ed attenzione il resoconto del
giovane poi, senza proferir parola, dopo essersi dato una grattatina al
mento, si diresse verso la propria fucina. Questa era una grande caverna,
incassata nella roccia con uno sfogo naturale per il fumo che saliva nel
cielo tanto alto da poter essere visibile all'intero Alpago. Qua e là,
dalle pareti, pendevano attrezzi d'ogni iorma il nostro amico si avvicinò
ad una fessura di una parete, ne tolse un pezzo di ferro e si diresse
verso il suo tavolo da lavoro. Arroventò il ferro, lo battè, lo piegò e ne
trasse quattro magnifici chiodi, ma talmente belli e lucidi che pareva
fossero in qualche modo animati. Rafireddatili nella tinozza dell'acqua
fredda, li avvolse in una foglia e li consegnò al preoccupato ed infelice
marito con la seguente raccomandazione.
''Co to fémena no la te
véde, pianta sti quatro ciòdi a i quatro cantói de la
to cusina. Doman matina. vanti de ndar a laoràr salùdela
come sènpro e ta fénta de gnént; fa cònt che 'l fato no '1
sìe .... ma no sta lontanàrte masa da la to casa. Càtete an
posto da andé te pòse véder tut sènza èser vist e varda bén
còsa che la to fémena la fa te la cusìna. E dès va pura in
pàse. Te vedarà che tut finirà bén ''.
|
''Quando tua moglie non ti
vede. impianta questi quattro chiodi ai quattro angolidella
tua cucina. Domani mattina, prima di andar a
lavorare. salutala come sempre e fa' finta di niente, fa'
conto che il fatto non sia... ma non allontanarti
troppo dalla tua casa Trovati un posto da dove tu possa
vedere tutto senza esser visto e osserva bene ciò che tua
moglie fa in cucina. Ed ora và pure in pace. Vedrai che
tutto finirà bene''.
| Il nostro
giovane lo ringraziò e, rientrato in casa, al momento opportuno fece come
gli era stato detto. Il giorno dopo, salutata la moglie, si nascose in
modo da poter vedere tutto e bene, senza esser visto. Ed ecco che,
trascorso un certo tempo la moglie, dopo essersi bene accertata alla
finestra ed alla porta che nessuno fosse nei dintorni e la potesse vedere,
si avvicinò alla madia. Ne trasse fuori un uovo e dello zucchero, prese
una ciotola che stava sopra il lavello sistemato in uno degli angoli della
casa......
ln quel preciso istante eccoti uscir chissà da dove una
vocina stridula:
"Eilalà cósa fàla chéla là
?''.
|
''Eilalà! Cosa fa quella
là''.
| Una seconda vocina,
rispose.
''La se fa an sbatudìn
!''.
|
''Si prepara uno
zabaione!''.
| Una terza voce
aggiunse:
''E si! E tutti i dì
cusì!''.
|
''Eh, sì! E tutti i giorni
così!''.
| Ed una quarta voce
concluse:
"E de scondión de so
marì!''.
|
"E di nascosto da suo
marito!''.
| Vi lascio immaginare lo
stupore di quella povera donna che si precipitò a nascondere
tutto.
Un pò più tardi, però, rinfrancata e soprattutto sentendo i
morsi della fame, apri un cassetto e ne tirò fuori un pezzo di torta. Ma
quando fece per addentarla si ripetè la storia della quattro voci....
fantasma. Per farla breve per tutto il giorno la poveretta fu
perseguitata da questo incantesimo e non toccò cibo Naturalmente, dal
suo punto di osservazione, il marito aveva visto ed ascoltato
tutto. Giunta finalmente l'ora in cui era solito rientrare
sgranchendosi le membra indolenzite, usci dal suo pertugio, rientrò in
casa come se nulla fosse accaduto..... e per la prima volta trovò la
tavola apparecchiata....... per due. Tutto, in quella casa. ritornò
alla normalità. I chiodi purtroppo, sono andati
smarriti.
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