NonoBepi - agosto 2000

Nonobepi, su gentile concessione dell'autore, amico Osvaldo Noro.
Rende omaggio al poeta, cultore del nostro dialetto, al solo scopo
di divulgare quanto fatto e senza nessun scopo di lucro.


Le bèle storie de na òlta
di Osvaldo Noro


Parón........... la scòta! - Padrone, scotta!
vai al disegno 1° edizione

Anche questa è una breve storia che mette in risalto l'arguzia della gente alpagota. L'azione si svolge, naturalmente in ailtri tempi...... non tanto diversi dai nostri, con la perdurante crisi di lavoro. V'era, dunque. un giovanotto, figlio di una numerosa famiglia di tipo patriarcale che, al compimento del 15° anno d'età, non volendo più gravare sulle spalle della sua povera famiglia, decise di andar per il mondo in cerca di lavoro e di fortuna. Dovette cercare a lungo ed infine trovò un'occupazione prersso un allevatore di bestiame. Doveva, però, prestare la sua opera col solo compenso del cibo giornaliero. Il nostro giovane alle prese con la fame più stretta, accettò quel ripiego. La mattina, di buonora, iniziò il suo lavoro alle prese col bestiame. Lavorò di buona lena per tutta la giornata. La sera si ritrovò a tavola col suo datore di lavoro. Erano altri tempi Anehe per i ricchi la cena conslsleva in un buon platto di pasta e fagioli appena scodellata. Alla prima cucchiata, il giovane si lamentò:

''Parón la scòta !''
''Padrone scotta !''

E questi, di rimando

''Sufia, che la se resènta !''
''Me despiàse, ma sto qua
no 'l é 'n parón par mi ''.
"Soffia, che si raffredda !"
"Mi dispiace, ma questo qua
non è un padrone per me".

borbottò il giovane e la mattina dopo si licenziò.

Dopo varie traversie trovò un altro impiego, questa volta come commesso di un fornaio di paese. A sera, dopo un'intensa giornata di lavoro, si ritrovò a cena alla stessa tavola del suo padrone e.. si ripetè la medesima scena. Stessa minestra di fagioli calda stessa considerazione del giovanotto e naturalmente, stessa risposta del fornaio:

''Sufia, che la se resènta !''
''Soffia, che si raffredda !''


Nuova ricerca di lavoro, sempre più difficoltosa, ma questa volta il nostro giovane fu fortunato. Trovò lavoro presso un contadino. Anche qua, inutile ripeterlo altrimenti non sarebbe più una "storia", al termine della prima giornata di lavoro, stessa cena e medesimo dialogo

''Parón la scòta !''.

''Benedéto, meti drénto pan
che là se resènta !''.
"Padrone scotta !''.

''Benedetto, metti dentro pane
che si raffredda !??.


Fu la risposta del contadino.

"A......, sto qua si''
ché 'l é 'n parón par mi !
''Ah......, questo si
che è un padrone per me !''.


esclamò il giovane e con lui restò.


* Copertina * Dedica * Murale 1 * Murale 2 * Moreno  De  Col * dott. Martelli * Premessa * Bus la lume *
* Al Bus de'l béco * Al  lac de S. Crose * Parché 'l Alpago 'l é... * La  val de le Strìghe * La Valturcana *
* La ceséta de la Runal * La luna su te 'l péz * San  Danèl * La  ceséta  de San  Martin * Al  Teveron *
* La bèla indormenzada * Al malà che'l porta 'l san * Tant par òn * Co no se sa parlar * Paron la scòta *
* I quatro ciòdi che parla * Al trói de 'l musariól * Tesòro  de 'l  montanaro * Osvaldo Noro Home Page *

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