Bambina con spirito immondo
Figlioletta posseduta da uno spirito immondo
In questo racconto, Gesù si occupa di una donna straniera appartenente ad un'altra religione, la quale ottiene con insistenza la guarigione della figlia.
Gesù, accoglie questa donna straniera con cui era proibito parlare ed insegna ai suoi discepoli a superare la mentalità dell'epoca, ma di sperimentare Dio nella vita.
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Vangelo - Marco [7, 24-30]
Partito di là, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi. Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia. Ed egli le disse: "Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini". Ma essa replicò: "Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli". Allora le disse: "Per questa tua parola va', il demonio è uscito da tua figlia". Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato.
Esegesi - Bambina con spirito immondo di Marco
In questo Capitolo 7 Marco ci fa comprendere che Gesù è veramente il figlio di Dio attraverso alcuni segni messianici. Nei primi 23 versetti ci presenta il primo segno messianico, ossia l'insegnamento sulla purezza e sull'impurità come compimento della legge: "Non c'è nulla di esterno all'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo. Piuttosto sono le cose che escono dall'uomo quelle che contaminano l'uomo. [...]
Dall'interno, cioè dal cuore degli uomini, procedono i cattivi pensieri, le fornicazioni, i furti, le uccisioni, gli adulteri, le cupidigie, la malvagità, l'inganno, la lascivia, l'invidia, la bestemmia, la superbia e la stoltezza. Tutte queste cose malvagie procedono dall'interno e contaminano l'uomo"
(Mc 7, 15,21-23).
Ora ci presenta il secondo segno messianico, la liberazione dal demonio e la sua sconfitta: Gesù scaccia il demone prima che, in conclusione del Capitolo 7, venga riportata la guarigione di un sordomuto, quale altro segno messianico. Questo racconto della figlioletta liberata dal demonio si inserisce quindi in un contesto particolare: "Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi".
Quale stupore! Questa donna era greca, ossia politeista e pertanto pagana; inoltre era di origine siro-fenicia, lontana dalla cultura giudaica. E come avviene l'approccio con Gesù? Gesù le dice: "Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini". E sorprendente è la risposta di questa donna: "Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli" (i giudei erano soliti dare l'appellativo di "cani" ai pagani).
Certamente questa donna era illuminata; infatti, appena sa della presenza di Gesù là dove anche lei viveva, lo va a cercare e si getta ai suoi piedi: questo è sempre l'atteggiamento che precede ogni richiesta di liberazione, è l'atteggiamento di chi ha la certezza che Gesù è il figlio di Dio. Il gettarsi ai suoi piedi è l'atto con il quale la donna dichiara a gesti: "Io sono alla presenza di Dio". Ma come fa quella donna a essere così certa della vera natura di Gesù? Quella donna era greca di origine siro-fenicia, in sostanza era una pagana! Paolo andrà a predicare il Vangelo ai pagani, perché loro lo accoglieranno, mentre i giudei lo rifiutavano: "Nell'udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio".
(At 13,48-50).
Ma chi ha detto a quella donna siro-fenicia chi era Gesù? Al quesito risponde Giacomo quando afferma che la conoscenza di Dio in Gesù è possibile solo se in noi abbiamo la sapienza, e "se qualcuno di voi manca di sapienza, la domandi a Dio, che dona a tutti generosamente e senza rinfacciare, e gli sarà data".(Gc 1,5). Ma Marco aggiunge qualcosa in più, è come se ci dicesse: quella donna è stata guidata dalla sapienza, da una sapienza divina che era preclusa ai Farisei e ai sommi sacerdoti.
Basta ricordare la bellissima preghiera di Gesù quando afferma che saranno "Beati i puri di cuore perché vedranno Dio". Quella donna, guidata indubbiamente dalla Sapienza, si getta ai piedi di Gesù per esternare la sua supplica, alla quale Gesù risponde: "Lascia prima che si sfamino i figli" ossia "sono stato mandato prima per coloro che appartengono al popolo di Israele", e quindi "non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini", così come erano chiamati i pagani a quel tempo. Ma la donna non demorde e la sua risposta è audace e incredibile: "Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli".
Gesù non fa più alcun commento, ha così la prova certa che quella donna ha compreso attraverso la Sapienza chi Lui sia: "Per questa tua parola va', il demonio è uscito da tua figlia". Ma cosa ha detto di così importante questa donna? Ha riconosciuto l'infinita potenza del divino che è in Gesù: sebbene non appartenga alla tradizione giudaica, non si presenta a Lui con presunzione, ma si getta ai Suoi piedi in atto di umile attesa della decisione con la quale Gesù darà seguito oppure no alla sua richiesta. In sintesi quella donna rivela, con il suo atteggiamento, la disponibilità ad accogliere qualsiasi sia la volontà di Gesù e si paragona essa stessa ai cagnolini sotto il tavolo che si accontentano delle briciole: attende solo che Gesù le conceda anche solo un soffio della Sua misericordia. È l'atteggiamento di chi ha una fede incrollabile: consegna, abbondono, attesa; "resto qui perché sono certa che prima o poi anche solo delle briciole cadranno dal tavolo".
Giacomo esorta a considerare una "perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la vostra fede, messa alla prova, produce pazienza. E la pazienza completi l'opera sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla".
(Gc 1,2-4).
Questa donna è stata messa alla prova da Gesù quando le ricorda che non appartiene al popolo di Israele, ma lei reagisce con pazienza, non rinunciando al suo intento: la sua fede è messa alla prova e la pazienza permette a Dio di completare la sua opera. Ma la sapienza ha potuto agire in lei perché non era succube delle concupiscenze.
Marco ci presenta dunque questa donna come esempio da imitare per giungere a riconoscere Gesù attraverso l'intervento della Sapienza, a patto di essere liberi da qualsiasi concupiscenza.