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Cammina sulle acque

Giovanni narra di Gesù che cammina su un mare agitato, ma che prontamente rassicura gli apostoli impauriti dicendo loro: "Sono io, non temete"..

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Vangelo - Giovanni [16-21]

Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare e, saliti in una barca, si avviarono verso l'altra riva in direzione di Cafarnao. Era ormai buio, e Gesù non era ancora venuto da loro. Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: "Sono io, non temete". Allora vollero prenderlo sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

Esegesi - Giovanni [16-21]

All'inizio di questo sesto capitolo Giovanni ci espone l'episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci da parte di Gesù, che presenta Gesù come il pane che dà la vita. Nel successivo passo, qui riportato, ci narra di Gesù che cammina su un mare "agitato, perché soffiava un forte vento", ma che prontamente rassicura gli apostoli impauriti dicendo loro: "Sono io, non temete". Poi, salito sulla barca, rapidamente tutti insieme raggiungono la riva alla quale erano diretti.

I discepoli hanno così un ulteriore segno della potenza di Gesù, che in tal caso riguarda addirittura un evento naturale (mare agitato e forte vento). È straordinario questo racconto: Gesù calma il mare e il vento, la natura è stata creata per essere al servizio dell'uomo e non per essere da lui distrutta, tuttavia può anche divenire scenario delle azioni del "calunniatore", del "separatore", ossia di colui che, opponendosi al Creatore, desidera distruggere la creatura, l'uomo. Scrive Paolo: "La creazione infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa [...]. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto".
(Rm 8,20-23).

La creazione, dunque, non si è votata da sé alle azioni del male, ma vi è stata sottoposta da colui che la vuole vedere schiacciata e distrutta; ed ecco allora che si intuisce come la natura stessa possa diventare, quando è in balia del diavolo, uno strumento per annientare o creare difficoltà all'uomo, che qui troviamo rappresentate dal mare agitato e dal forte vento dei quali erano caduti pericolosamente preda la barca e il suo equipaggio: l'uomo che si allontana da Dio consegnandosi al diavolo, permette a quest'ultimo di agire, deturpando la stessa natura.

Ora Giovanni ci svela che Gesù mette però in condizione la creazione di ritrovare il suo equilibrio; infatti quando Egli sale sulla barca, tutto si placa e la creazione riacquista il suo equilibrio, la sua bellezza. E l'importanza di tale messaggio è sottolineata dal fatto che lo stesso brano è riportato da tutti gli evangelisti; Matteo però ci svela altri particolari: "Essendo poi salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono.

Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva. Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: "Salvaci, Signore, siamo perduti!". Ed egli disse loro: "Perché avete paura, uomini di poca fede?". Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia. I presenti furono presi da stupore e dicevano: Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?" (Mt 8, 23-27). In quel "taci" è racchiuso il comando che allontana il fautore del pericolo e riconsegna alla creazione il suo stato di pace.

Come non pensare alle tentazioni avute Gesù nel deserto, quando "il diavolo lo portò ancora su una montagna molto alta, gli fece vedere tutti i regni del mondo e il loro splendore, e gli disse: - Io ti darò tutto questo, se in ginocchio mi adorerai. Ma Gesù disse a lui: Vattene via, Satana! Perché nella Bibbia è scritto: Adora il Signore, tuo Dio; a lui solo rivolgi la tua preghiera. Allora il diavolo si allontanò da lui" (Mt 4, 1-11), dovette rinunciare al suo "potere" sul mondo in virtù di un Creatore (il Signore tuo Dio) che è l'unico cui rivolgere adorazioni e preghiere.

Ma quando Gesù può agire per riportare il perfetto equilibrio, la pace tra la creazione e il suo Creatore? Evidentemente quando l'uomo lo riconosce; infatti il racconto di Giovanni sottolinea che, solo quando i discepoli lo vollero sulla barca, la violenta turbolenza di mare e venti non poté più impedire alla barca di proseguire rapida verso la meta alla quale era diretta: è molto interessante questa sottolineatura, in quanto in quel "vollero" è racchiusa la decisione volontaria di accogliere Gesù.

Dobbiamo essere consapevoli che laddove non c'è Gesù non potrà esserci la pace, in quanto il demonio troverà terreno fertile per produrre conflitti, discordie, disordini. Il forte vento e il mare agitato raffigurano le avversità, le ostilità e gli attacchi del diavolo che incontriamo nel nostro cammino. Quante volte ci siamo sentiti come una barca sbattuta dalle onde? Ma Gesù cammina verso di noi per soccorrerci. Allora accogliamolo anche noi sulla barca della nostra vita, affinché possiamo raggiungere l'altra riva ossia la meta alla quale siamo chiamati, tornando a vivere liberi dalle concupiscenze e dal sibilo di satana. Ci saranno sempre momenti in cui dovremo lottare contro il vento, perché la vita è una continua lotta contro momenti difficili, tentazioni, sofferenze di ogni genere; tuttavia non dobbiamo spaventarci, perché non in questa lotta saremo mai soli: se chiederemo l'aiuto a Gesù, Lui ci verrà incontro per affrontare le tempeste della nostra vita, per aiutarci e liberarci da ogni male.