Lariana
società anonima in Como
per la Navigazione a Vapore nel Lago di Como

(1884)

1. La "Lariana" (1884-1890)
2.Lo svecchiamento della flotta, ed il servizio merci (1890-1903)

3. La Belle Epoque (1903-1915)

4. Il primo dopoguerra (1915-1922)
5. Il grande rinnovamento della flotta (1922-1932)
6
. Lo sviluppo del trasporto privato - la crisi degli anni '30 (1932-1940)
7. La Seconda Guerra Mondiale (1940-1944)
8. Il "Terrore Aereo" (1945)
9. Il secondo dopoguerra - La ripresa (1945-1950)
10. La morte della "Lariana" (1950-1959)
- La Flotta -

1. La "Lariana" (1884-1890) Nel 1884 le "Società Riunite" decidono di completare la parziale fusione, avvenuta dieci anni prima, tra le due preesistenti società, la "Società Lariana" e la "Società Italiana". L'assemblea plenaria dei soci, convocata il 30 dicembre 1884, stabilisce la completa fusione delle due società, e indica il nuovo nome della società in "Lariana Società anonima in Como per la navigazione a vapore nel lago di Como". Presidente è il marchese Ludovico Trotti Bentivoglio, vicepresidente Pietro Baragiola. La "Lariana" conosce, sul finire del secolo, un periodo di grande sviluppo; molti sono i servizi cumulativi, sia con imprese di diligenze per le valli lariane, come la Baggioli ad Argegno, sia con le ferrovie Mediterranea (Milano - Como) e Adriatica (Lecco - Bergamo - Brescia), nonchè con le Ferrovie Nord Milano che proprio in questi anni completano la loro rete fino a Como Lago e a Laveno sul lago Maggiore. La "Lariana" adegua il proprio servizio alle ondate turistiche sempre più consistenti introducendo diversi servizi a bordo delle unità maggiori come ristorante ed ufficio postale. Inoltre inizia a dotarli di dinamo per la produzione di corrente elettrica.
2.Lo svecchiamento della flotta, ed il servizio merci (1890-1903) Ma la "Lariana" procede anche in quegli anni ad uno svecchiamento generale della flotta. Nel 1892 è varato il piroscafo "Plinio" secondo di questo nome, da 500CV e 550 passeggeri. Il 1893 vede la ristrutturazione dell'"Elvezia", il cambio apparato motore del "Volta" e dell'"Italia", e la messa in disarmo del piroscafo "Forza", che viene poi demolito nel 1895. L'anno successivo vede il varo del piccolo piroscafo "Brunate", da 130CV e 75 passeggeri, dotato di dinamo per la produzione di corrente elettrica; nel 1899 viene varato l'"Adda" secondo di questo nome, di dimensioni lievemente maggiori, con una macchina da 160CV e 180 passeggeri di portata massima. E' interessante notare come per questi piroscafi di dimensioni relativamente ridotte la "Lariana" si affidi a cantieri italiani, mentre per le unità maggiori il costruttore pressochè esclusivo continua ad essere la Escher&Wyss di Zurigo. Sul finire del secolo inoltre si afferma il servizio dei piroscafi-merci; fino a questo momento le merci venivano fatte viaggiare sulle normali corse passeggeri, con tutti i disagi del caso. La "Lariana" decide di destinare corse specifiche per le merci a grande velocità, per cui viene impiegato il piroscafo "Italia", mentre per quelle a bassa velocità vi sono i rimorchiatori. Tuttavia il veloce "Italia" non risulta il battello più adatto, sia per la velocità, sia per i limitati spazi a bordo. Nel 1902 presso il cantiere di Campo Garibaldi il piroscafo "Plinio" viene trasformato da ruote a elica, la macchina cambiata e spostata a poppavia, in quello che era il salone di prima classe, la coperta rifatta, le sale sottocoperta trasformate in stive e dotate di ampi boccaporti; il nome iniziale per il rinnovato piroscafo è "Lario", ma al momento del varo si decide per "Commercio", in relazione al ruolo del battello. Frattanto, la vecchia macchina del "Plinio" viene montata su un nuovo scafo costruito dalla Escher&Wyss nel 1903; il nuovo piroscafo, leggermente più lungo e più largo del precedente, viene battezzato "Plinio" terzo di questo nome. Nel novembre del 1903 poi, la "Lariana", prima in assoluto, inaugura il sistema dei ferry-boat, che verrà poi ripreso e potenziato nel primo dopoguerra; in particolare il primo ferry-boat della Lariana è destinato al trasporto dei vagoni ferroviari carichi di carbone dallo scalo a lago delle Ferrovie al nuovo cantiere della Lariana a Tavernola.
3. La Belle Epoque (1903-1915) E siamo agli anni della Belle Epoque, periodo d'oro della navigazione a vapore; turisti da tutta Europa e dall'America giungono sempre più numerosi ad ammirare le bellezze del Lario, e sempre più numerosi s'imbarcano per una crociera sullle azzurre acque lariane. La "Lariana" tuttavia ha in servizio numerosi grandi piroscafi, mentre manca di natanti di taglia intermedia con cui svolgere servizi locali o semi-diretti. Nel primo quindecennio del '900 compaiono sul Lario numerosi nuovi piroscafi di dimensioni intermedie, impiegati sulle rotte meno trafficate, oppure nella stagione invernale. Nel 1904 viene varato il "Milano", mezzo-salone a ruote, da 420CV e 260 persone, costruito dalla ditta Odero di Sestri Ponente; ma il nuovo piroscafo evidenzia fin da subito alcuni problemi, principalmente legati alla scelta della propulsione a ruote per un natante relativamente piccolo. Nel 1907 entra in servizio il piroscafo "Bisbino", mezzo-salone a elica, da 250CV e 260 persone, costruito dalla Escher&Wyss di Zurigo; l'anno successivo è la volta del gemello "Baradello". Questi due piccoli natanti trovano subito un utilizzo assai impiego, mentre vengono preventivati ulteriori ampliamenti della flotta: Anche il servizio merci si amplia: nel 1908 entra in servizio il nuovo rimorchiatore "Cigno", nel 1911 lo "Zara". Nel 1910 poi entra in servizio il nuovo piroscafo "San Fermo", salone a elica da 400persone, che però rivela una stabilità non proprio ottimale, tanto che dopo alcuni anni di servizio il ponte superiore verrà tolto. Nel 1912 poi è la volta del "Tremezzo", simile al "San Fermo" ma mezzo-salone, molto elegante e dalla linea moderna. Frattanto si progetta la trasformazione a elica del piroscafo "Milano", che viene fermato a Campo Garibaldi per i lavori.
4. Il primo dopoguerra (1915-1922) La Grande Guerra, pur non causando danni materiali nella provincia di Como, porta però con se una situazione economica negativa. La "Lariana", venendo meno ogni flusso turistico, ed aumentando a dismisura i costi delle materie prime, entra in una grave crisi economica; dai 25 piroscafi in servizio nel 1915 la flotta si riduce a 11 piroscafi in servizio; tutti gli altri sono in disarmo o alienati. Il personale progetta allora di organizzarsi in una cooperativa per la gestione del servizio; il presidente della "Lariana", Felice Baragiola, in risposta a questo progetto pubblica nel 1920 un memoriale analizzante le cause della crisi della "Lariana", alcune delle quali riconducibili al malanimo del personale. Lentamente la situazione si normalizza, mentre la "Lariana" acquista azioni della SALVI, esercente i primi autoservizi sulle sponde, e della SATAL, che gestisce un servizio di motoscafi; in particolare i primi anni del dopoguerra vedono riorganizzarsi, a fianco della flotta "storica" una nuova flottiglia di motoscafi con cui la "Lariana" intensifica notevolmente i servizi locali, con costi di esercizio notevolmente più bassi. Il turismo intanto riprende fiato, mentre Benito Mussolini sale al governo; l'Italia torna ad essere una potenza mondiale.
5. Il grande rinnovamento della flotta (1922-1932) La "Lariana" intraprende, dopo il 1922, il più importante rinnovamento di flotta mai attuato sui laghi italiani; nel 1922 viene rimodernato il piroscafo "Menaggio", nel 1923 i piroscafi "Cadenabbia" e "Lecco", nel 1924 il "Como" e l'"Elvezia", nel 1925 è la volta del "Lariano" e del "San Fermo", e viene varato il nuovo rimorchiatore "Trieste". Sempre nel 1925 viene ampliato il cantiere di Tavernola,e ricostruito quello di Campo Garibaldi, che il Comune di Como qualche anno prima aveva ordinato di dismettere. Inoltre viene inaugurato il primo servizio di "autochiatta" in centrolago, svolto dall'autochiatta "Mussolini". Il 1926 si apre con l'alaggio del piroscafo "Lombardia" al cantiere di Campo Garibaldi, mentre a Tavernola viene realizzata la trasformazione del piroscafo "Milano" in motonave a elica, la più grande dei laghi italiani. Ma la grandiosa opera di rinnovamento della "Lariana" non si ferma qui: altri due grandi piroscafi devono solcare il Lario. Nei primi mesi del 1926 viene costruito, a Dervio, in località Due Platani, uno scalo d'alaggio con annesse officine; il 7 giugno viene impostato il piroscafo "Savoia"; le maestranze della ditta N.Odero lavorano con rapidità eccezionale, ed il successivo 31 luglio il "Savoia" scende trionfalmente nelle acque derviesi, mentre sullo scalo s'imposta il suo gemello, "28 Ottobre"; questi due grandi piroscafi ben rappresentano la volontà di rinnovamento unito al rispetto per la tradizione che ha sempre contraddistinto la "Lariana", basti pensare che negli stessi anni le flotte degli altri laghi italiani vedono ridursi drasticamente il numero di piroscafi, molti dei quali trasformati in motonavi, che consentono un esercizio più economico ma abbassano decisamente il livello di comfort. Nel settembre 1926 poi torna in acqua il grande "Lombardia", per il riallestimento delle sovrastrutture e dei saloni. L'anno si chiude con l'introduzione sul "Savoia" del sistema di distribuzione "Caprotti", novità tecnica di grande rilievo. Il 1927 comincia male; il 15 febbraio al piroscafo "Baradello" viene rilevata un'infiltrazione nella stiva, prontamente riparata. Il 18 febbraio un gravissimo avvenimento sconvolge la città di Como. Si è nel pieno dei festeggiamenti per le reliquie di San Luigi, che stanno per essere portate da Lecco a Como mediante il piroscafo "Lecco", recante a bordo, oltre al vescovo e alle autorità, anche un gran numero di fedeli, ai quali man mano che il piroscafo ferma nei vari paesi del lago se ne aggiungono sempre di più. Ma all'altezza di Lezzeno la maggior parte dei passeggeri - circa 700 - che erano a bordo si sposta sul lato destro per salutare un altro piroscafo di passaggio; il "Lecco" stracarico sbanda pericolosamente, ed imbarca acqua da alcuni oblò aperti finiti sotto il livello del lago. L'equipaggio si prodiga per riportare tutto alla normalità, ma mentre il piroscafo è nei pressi di Cernobbio viene rilevata dell'acqua nella stiva; il capitano, considerate le garanzie di sicurezza offerte dal porto di Como, decide di portare a termine il viaggio. Il "Lecco" giunge effettivamente al pontile 4 di piazza Cavour; ma allorchè la folla si sposta sul lato sinistro per sbarcare il piroscafo inizia ad affondare a poppa, alzando sempre più la prua. Soltanto la pronta cooperazione di personale della "Lariana", barcaioli, agenti di PS e molti civili aiuta a ridurre l'entità del disastro; in particolare il macchinista Giacomo Pedraglio come si accorge di quel che sta accadendo al piroscafo con grande prontezza di spirito invece di precipitarsi in coperta apre le valvole delle caldaie, impedendone lo scoppio. Il naufragio del "Lecco" provoca quattro morti e una decina di feriti. Il "Lecco" s'inabissa dopo un paio d'ore, e verrà poi recuperato nel maggio successivo.Il 28 Maggio 1927 il re d'Italia giunge a Como, in visita alle Esposizioni per il Centenario Voltiano a Villa Olmo; il re, dopo la visita, effettua una crociera in centrolago a bordo del piroscafo "Savoia". Nel frattempo il ricuperato "Lecco" viene temporaneamente adibito a servizio merci, mentre il "Commercio" viene interamente rimodernato. Il 25 giugno torna in servizio il maestoso "Lombardia", ammiraglia della flotta lariana. Il 26 luglio è poi la volta del nuovo piroscafo "Trento", a elica da 200 persone. Nel 1929 viene inaugurato il nuovo cantiere di Dervio, nel luogo dove tre anni prima erano stati varati il "Savoia" e il "28 Ottobre"; l'inaugurazione si conclude col varo dell'"Unione", veterano della flotta, che viene completamente rimodernato.Di seguito riportiamo uno schema riepilogativo dell'imponente programma della "Lariana":

Anno Nuovi piroscafi Rimodernamenti Cantieri
1922 motoscafi serie "Varenna" p/fo "Menaggio"  
1923   p/fo "Cadenabbia", p/fo "Lecco" ricostruito lo scalo di Campo Garibaldi
1924   p/fo "Como", p/fo "Elvezia"  
1925 p/fo "Trieste" autochiatta "Mussolini" p/fo "Lariano" , p/fo "San Fermo" ampliato il cantiere di Tavernola
1926 p/fo "Savoia"
p/fo "28 Ottobre"
m/ve "Milano" costruito lo scalo di Dervio
1927 p/fo "Trento" p/fo "Lombardia" , p/fo "Commercio"  
1928     Costruito il cantiere di Dervio
1929   p/fo "Unione"  

 

E' importante rilevare che la "Lariana" attua questo imponente progetto senza far ricorso a capitali esteri, o a sussidi dello stato, ma interamente in forma privata, basandosi soltanto sui propri profitti.

6. Lo sviluppo del trasporto privato - la crisi degli anni '30 (1932-1940) Nel 1932, dopo molti anni in attivo, la "Lariana", come le altre compagnie italiane, segna un passivo, a causa del forte sviluppo dei traffici automobilistici; si provvede subito a trasformare in motonavi i piroscafi "Cadenabbia", ribattezzato "Garibaldi" e "Umberto", con il nome di "Balilla". Tuttavia il volume dei traffici si riduce ulteriormente, a seguito del completamento delle strade costiere e dei primi autoservizi; la "Lariana" deve ridimensionare la sua flotta, procedendo alla demolizione di alcune navi ormai superflue. Peraltro il "Sabato Fascista" porta sul lago una notevole massa di turisti italiani, che auitano a mantenere costantemente in attivo il servizio della "Lariana"; inoltre la stessa compagnia periodicamente attua delle interessantissime promozioni che richiamano sui piroscafi molta gente. Nel 1939 entra in servizio l'autochiatta "Tremezzina", che intensifica e migliora il servizio autotraghetto a centro-lago.
7. La Seconda Guerra Mondiale (1940-1944) I primi anni della seconda guerra mondiale passano senza grandi conseguenze; da ricordare soltanto il naufragio del "Brunate" presso Bellagio il 24 novembre 1941, urtato per sbaglio dal piroscafo "Menaggio". Dopo la caduta del regime il 25 luglio 1943 si provvede al cambio dei nomi dei piroscafi "Savoia" e "28 Ottobre" in "Patria" e "Concordia". Dopo l'8 settembre 1943 la situazione si fa più dura; la manutenzione ai piroscafi è ridotta al minimo indispensabile, mentre si fa sempre più difficile reperire carbone per i piroscafi, e nafta per le motonavi. Inoltre inizia a prospettarsi lo spettro dei mitragliamenti aerei anglo-americani. Nel tardo autunno 1944 l'intero nord-Italia è bersagliato da queste azioni terroristiche da parte degli inglesi e degli americani; la "Lariana", in considerazione di questo provvede a decentrare parte della sua flotta in luoghi difficilmente raggiungibili dai cacciaboimbardieri nemici: molti piroscafi vengono nascosti nel canale dell'Isola Comacina, mentre il servizio continua tra molte difficoltà. Il piroscafo "Lariano", il più veloce, viene destinato al trasporto truppe da e per l'altolago; stranamente però viene risparmiato dalle incursioni terroristiche dei "liberatori".
8. Il "Terrore Aereo" (1945) Il 1945 si apre tragicamente per il Lario; l'intera zona viene bersagliata da mitragliamenti e bombardamenti da parte dei nemici anglo-americani; quel che è peggio, i nemici rivolgono i loro attacchi non contro bersagli militari, ma contro la popolazione civile inerme; in un susseguirsi di vergogne, vengono attaccati scuole elementari, lavatori, edifici civili e persino cittadini per le strade; peraltro i "liberatori" vigliaccamente si guardano bene dall'attaccare dove vi sia anche il segno della più minima reazione da terra, dovuta più che altro al valore dei Soldati della Repubblica Sociale Italiana che a un effettivo potenziale bellico. I piroscafi della "Lariana" non sono purtroppo esenti da questa forma di selvaggia barbarie da parte dei "liberatori". Il 10 gennaio 1945 alle 14,30 i piroscafi "Patria" e "Bisbino" vengono attaccati in centro-lago; muore il capitano del "Bisbino", Arturo Prevedoni, e rimangono gravemente feriti il marinaio Paolo Malugani del "Bisbino", ed il timoniere Giovanni Frigerio del "Patria"; l'impiego di pallottole perforanti e detonanti da parte dei "gangsters dell'aria" provocano un principio d'incendio a bordo del "Patria", prontamente domato dall'equipaggio; tra i civili si contano 5 morti e 17 feriti sul "Patria". Il 12 gennaio viene mitragliato il piroscafo "Baradello", al pontile di Lecco, fortunatamente vuoto. Il 15 gennaio un pesante mitragliamento colpisce la città di Como; è coinvolto anche il piroscafo "Concordia", ormeggiato vuoto al pontile della funicolare. Il 25 gennaio il piroscafo "Baradello", ormeggiato vuoto al pontile di Abbadia Lariana, viene mitragliato; a nulla valgono i valorosi tentativi di salvataggio da parte del comando dei Vigili del fuoco di Lecco; il piroscafo, dopo alcune ore di incendio, affonda. Il 31 gennaio 1945 gli assassini volanti danno nuova prova della loro abilità omicida: a Blevio è mitragliato il "Lombardia", a Domaso il "Volta" ed a Onno il "Como; addirittura gli anglo-americani giungono nella loro cieca follia a considerare come obiettivo militare il piccolo motoscafo "Moltrasio", che viene attaccato a raffica nel porto di Como, restando però beffardamente a galla ed in condizioni di muovere. Nel febbraio il rimorchiatore "Trieste" ed il piroscafo "Commercio" vengono spezzonati in navigazione in centrolago. Sempre nel febbraio la "Lariana" decide inspiegabilmente di collocare i piroscafi "Lombardia", "Volta" e "Lariano" arenati di prua alla foce del Mera in Pian di Spagna, mimetizzati. Scrive il colonnello Pieramedeo Baldrati: "per quanto mimetizzate le navi risaltano alla vista e perchè di grossa mole e perchè affiancate bordo a bordo. Esse spiccano nitide sul verde della pianura di prua e sulle acque azzurre, ben delimitate dall'andamento giallastro delle rive, di poppa. Fu un'esca? Fu deplorevole leggerezza? E' ben vero che le due navi maggiori (Volta e Lombardia, ndr) erano danneggiate ( seppure ancora in grado di muovere con le proprie macchine), ed allora trova corpo l'ipotesi dell'esca, ma l'invio al macello del "Lariano", intatto, non trova una spiegazione logica". Il 14 marzo 1945 una formazione anglo-americana, tenendosi ben lontana dalle mitragliere del forte di Colico, attacca i tre piroscafi; il bersaglio è allettante e soprattutto indifeso, e i passaggi si susseguono, finchè i tre piroscafi non sono completamente avvolti dalle fiamme. Accorrono sul luogo i coraggiosi Vigili del Fuoco volontari di Menaggio e Gravedona, e tutte le truppe della zona, ma poco si può fare per i piroscafi, il cui gigantesco rogo dura tutta la notte. Dal 16 aprile, per ragioni tecniche vengono soppressi dalla "Lariana" tutti i servizi sul lago.
9. Il secondo dopoguerra - La ripresa (1945-1950) La fine della guerra vede la "Lariana" economicamente stremata, ed in grande difficoltà per quanto riguarda le forniture di carbone; la flotta è ridotta a 18 natanti, molti dei quali in condizioni di predisarmo. Tuttavia il presidente, dottor Felice Baragiola, riprende valorosamente il servizio di navigazione, reso possibile dall'alto senso del lavoro di tutto il personale della "Lariana". Il 28 dicembre 1945 il piroscafo "Commercio" riprende il servizio merci per Lecco e Colico, mentre il 1° settembre l'autochiatta "Tremezzina" riprende il servizio in centro lago, a orario a richiesta. Il 1947 è segnato da un lato dalla difficoltà di reperire il carbone necessario ai propri piroscafi, dall'altro con il recupero dei piroscafi danneggiati dalla guerra; a maggio vengono rimorchiati a Tavernola il "Lariano", il "Lombardia" e il "Volta", distrutti in Pian di Spagna; inoltre viene recuperato il "Baradello", affondato ad Abbadia.Mentre il servizio riprende, sotto la spinta di una piena ripresa turistica, la "Lariana" inizia a proporre un piano di rinnovamento della flotta, per il quale però è indispensabile un supporto economico da parte dello Stato. Il piano viene completamente ignorato, come quelli seguenti. Nel frattempo si procede alla demolizione dei piroscafi "Volta" e "Lombardia", mentre si progetta un recupero del "Lariano" e dell'"Italia" (posto in disarmo a Pescaù); la "Lariana" provvede a modificare le caldaie del "Concordia" per la combustione a nafta, in modo da ridurre notevolmente i costi d'esercizio. Nel 1950, mentre, mancando un aiuto economico da parte dello stato la "Lariana" è costretta a demolire il "Lariano" e l'"Italia", torna in servizio il piroscafo "Baradello", completamente ricostruito, con nuove caldaie a nafta. Un esperimento per dotare la flotta di due nuovi motoscafi non ha seguito. Il presidente della "Lariana", dott.Felice Baragiola, presenta un nuovo piano per il rinnovamento della flotta, che prevede il mantenimento della flotta storica, con la trasformazione delle unità minori in rapide ed eleganti motonavi.
10. La morte della "Lariana" (1950-1959) Ma lo stato oppone la possibilità di una gestione commissariale statale del servizio, come fatto sul Maggiore e sul Garda dal 1948; va notato che su tali laghi però le antiche flotte erano state decimate dagli eventi bellici, nè si era avuta alcuna ripresa nel dopoguerra. Il 31 dicembre 1950 scade la concessione alla "Lariana", e la stessa informa che "salvo diverse disposizioni delle superiori autorità continuerà il servizio fino a nuovo avviso e con il consueto orario". La motonave "Garibaldi" viene migliorata nelle sovrastrutture, e nel 1951 si provvede a trasformare la combustione delle caldaie del "Patria" da carbone a nafta, modificando inoltre la linea con un nuovo fumaiolo corto, d'aspetto più moderno per i tempi. Il servizio della "Lariana" di rascina, fra le crescenti difficoltà sollevate anche dalle stesse autorità. Dopo 5 anni dal primo piano, e dopo 2 dalla scadenza della concessione, il Ministero dei Trasporti si dedica finalmente al problema, sfornando un agghiacciante progetto per il rinnovo della concessione alla "Lariana", a patto che la flotta esistente vegna interamente demolita, e si costruiscano dieci nuovi natanti; la capienza complessiva della nuova flotta sarebbe di 2870 passeggeri: il traffico quotidiano sul Lario sfiora i 5000, con punte di 8000; il progetto governativo si rivela del tutto insoddisfacente. Frattanto il Ministero appronta nel cantiere di Peschiera d.G. lo scafo della motonave "Mantova", per trasportarlo sul Lario. La "Lariana", con un coraggio e un senso del dovere di cui le va riconosciuto pieno merito, trasforma nel frattempo il "Brunate" in motonave, con un nuovo motore diesel economico. Un alto funzionario dell'ispettorato per la motorizzazione concede un'intervista in cui quantifica gli investimenti ritenuti "necessari" dallo Stato: dei 475 milioni preventivati, 70 verrebbero spesi per la costruzione di una nuova chiatta, spesa che appare quantomeno superflua. Inoltre lo Stato non parla minimamente di servizio merci sul lago, in accordo con la politica di quegli anni nota a favorire il trasporto su gomma ed un noto gruppo automobilistico torinese. Il 21 agosto 1952, alle ore 11.50, giunge una raccomandata presso la Segreteria della "Lariana" con l'odrine di sospendere immediatamente ogni servizio lacuale. Alle 12.10 giunge alla sede della "Lariana" la Gestione Governativa. Invano il dottor Felice Baragiola cerca di opporsi; il gestore governativo nomina direttore del servizio l'ingegner Giordano Azzi. Il dottor Felice Baragiola, staccato dalla parete l'orario di esercizio, con la fierezza di un ammiraglio vinto ma non domo, lascia tra la commozione generale la sede della "Lariana". Tuttavia la "Lariana" ricorre presso il Consiglio di Stato contro il Decreto del Ministero dei Trasporti che autorizza la requisizione dell'intera flotta e delle sovrastrutture della "Lariana". Il ricorso viene accolto il 18 dicembre 1952, ed il 18 febbraio 1953 il Consiglio di stato stabilisce l'illegittimità ed il conseguente annullamento del decreto di requisizione. Il Ministero provvede ad emanare un secondo decreto, che stabilisce virtualmente la decorrenza della Gestione Commissariale con il 31 marzo 1953. Alla "Lariana" vengono lasciati 4 natanti, non autorizzati dal R.I.NA. a navigare; inoltre viene contrattualmente definita la vendità degli altri piroscafi. Ma il dottor Felice Baragiola, provato dagli anni e da una malattia incurabile, cede la armi; tantopiù che l'effettivo pagamento da parte dello Stato giunge soltanto nel 1955. Il dottor Felice Baragiola, anima e simbolo della "Lariana" più di ogni altro, muore tra il compianto dell'intera città, il 15 febbraio 1959.

La Flotta della "Lariana"
Nome Anno varo Anno demolizione Tipo Note
Unione 1857 1953 Piroscafo mezzo salone Proveniente dalla "Società Riunite"
Forza 1859 1895 Piroscafo Proveniente dalla "Società Riunite"
Vittoria 1860 1916 Piroscafo Proveniente dalla "Società Riunite"
Italia 1865 1950 Piroscafo Proveniente dalla "Società Riunite"
Lariano 1872 1950 Piroscafo mezzo salone Proveniente dalla "Società Riunite"
Volta 1872 1947 Piroscafo mezzo salone Proveniente dalla "Società Riunite"
Lombardia 1873 1947 Piroscafo salone Proveniente dalla "Società Riunite"
Elvezia 1873 1936 Piroscafo salone Proveniente dalla "Società Riunite"
Como 1874 1953 Piroscafo salone Proveniente dalla "Società Riunite"
Lecco 1874 1937 Piroscafo salone Proveniente dalla "Società Riunite"
Bellagio 1878 1925 Piroscafo Proveniente dalla "Società Riunite"
Menaggio 1878 1953 Piroscafo
Proveniente dalla "Società Riunite"
Umberto I° 1878 Radiato nel 1974 Piroscafo
Proveniente dalla "Società Riunite"
trasformato nel 1933 in m/ve "Balilla"
Bellano 1878 1924 Piroscafo rimorchiatore Proveniente dalla "Società Riunite"
Cadenabbia 1884 1959 Piroscafo salone
Proveniente dalla "Società Riunite"
trasformato nel 1932 in m/ve "Garibaldi"
Plinio 1892 1953 Piroscafo mezzo salone trasformato nel 1902 in piroscafo merci
con il nome di "Commercio"
Brunate 1896 1959 Piroscafo trasformato in motonave nel 1952
Adda 1899 1953 Piroscafo secondo di questo nome
Plinio 1903 Radiato nel 1970 Piroscafo mezzo salone terzo di questo nome
Milano 1904 In servizio Piroscafo mezzo salone trasformato in motonave nel 1926
Bisbino 1907 Radiato nel 1991 Piroscafo mezzo salone  
Baradello 1908 2000 Piroscafo mezzo salone  
Cigno 1908 1917 Piroscafo rimorchiatore  
San Fermo 1910 1937 Piroscafo salone  
Zara 1911 1953 Piroscafo rimorchiatore  
Tremezzo 1912 1937 Piroscafo mezzo salone  
Gardenia 1912 1963 Motoscafo  
Moltrasio 1918 1963 Motoscafo  
serie "Varenna" 1922 1936 ca Motoscafi serie di 11 motoscafi
Trieste 1925 ? Piroscafo rimorchiatore trasferito nel 1953 sul lago d'Iseo
Mussolini 1925 1940 Autochiatta ribattezzata "Bellagio" nel 1926
Savoia 1926 In disarmo dal 1991 Piroscafo mezzo salone ribattezzato "Patria" nel 1943
28 Ottobre 1926 In servizio Piroscafo mezzo salone ribattezzato "Concordia" nel 1943
Trento 1927 ? Piroscafo  
Tremezzina 1939 In servizio Autochiatta