Lariana
società anonima in Como
per la Navigazione a Vapore nel Lago di Como
(1884)
1.
La "Lariana" (1884-1890)
2.Lo svecchiamento della flotta, ed il servizio merci (1890-1903)
3. La Belle Epoque (1903-1915)
4.
Il primo dopoguerra (1915-1922)
5.
Il grande rinnovamento della flotta (1922-1932)
6.
Lo sviluppo del trasporto privato - la crisi degli anni '30 (1932-1940)
7.
La Seconda Guerra Mondiale (1940-1944)
8.
Il "Terrore Aereo" (1945)
9.
Il secondo dopoguerra - La ripresa (1945-1950)
10.
La morte della "Lariana" (1950-1959)
- La Flotta -
1.
La "Lariana" (1884-1890)
Nel
1884 le "Società Riunite"
decidono di completare la parziale fusione, avvenuta dieci anni prima, tra
le due preesistenti società, la "Società
Lariana" e la "Società
Italiana". L'assemblea plenaria dei soci, convocata il 30 dicembre
1884, stabilisce la completa fusione delle due società, e indica il
nuovo nome della società in "Lariana Società anonima in
Como per la navigazione a vapore nel lago di Como". Presidente è
il marchese Ludovico Trotti Bentivoglio, vicepresidente Pietro Baragiola.
La "Lariana" conosce, sul finire del secolo, un periodo di grande
sviluppo; molti sono i servizi cumulativi, sia con imprese di diligenze per
le valli lariane, come la Baggioli ad Argegno, sia con le ferrovie Mediterranea
(Milano - Como) e Adriatica (Lecco - Bergamo - Brescia), nonchè con
le Ferrovie Nord Milano che proprio in questi anni completano la loro rete
fino a Como Lago e a Laveno sul lago Maggiore. La "Lariana" adegua
il proprio servizio alle ondate turistiche sempre più consistenti introducendo
diversi servizi a bordo delle unità maggiori come ristorante ed ufficio
postale. Inoltre inizia a dotarli di dinamo per la produzione di corrente
elettrica.
2.Lo
svecchiamento della flotta, ed il servizio merci (1890-1903) Ma
la "Lariana" procede anche in quegli anni ad uno svecchiamento generale
della flotta. Nel 1892 è varato il piroscafo "Plinio"
secondo di questo nome, da 500CV e 550 passeggeri. Il 1893 vede la ristrutturazione
dell'"Elvezia", il cambio
apparato motore del "Volta"
e dell'"Italia", e la
messa in disarmo del piroscafo "Forza",
che viene poi demolito nel 1895. L'anno successivo vede il varo del piccolo
piroscafo "Brunate",
da 130CV e 75 passeggeri, dotato di dinamo per la produzione di corrente elettrica;
nel 1899 viene varato l'"Adda"
secondo di questo nome, di dimensioni lievemente maggiori, con una macchina
da 160CV e 180 passeggeri di portata massima. E' interessante notare come
per questi piroscafi di dimensioni relativamente ridotte la "Lariana"
si affidi a cantieri italiani, mentre per le unità maggiori il costruttore
pressochè esclusivo continua ad essere la Escher&Wyss di Zurigo.
Sul finire del secolo inoltre si afferma il servizio dei piroscafi-merci;
fino a questo momento le merci venivano fatte viaggiare sulle normali corse
passeggeri, con tutti i disagi del caso. La "Lariana" decide di
destinare corse specifiche per le merci a grande velocità, per cui
viene impiegato il piroscafo "Italia", mentre per quelle a bassa
velocità vi sono i rimorchiatori. Tuttavia il veloce "Italia"
non risulta il battello più adatto, sia per la velocità, sia
per i limitati spazi a bordo. Nel 1902 presso il cantiere di Campo Garibaldi
il piroscafo "Plinio" viene trasformato da ruote a elica, la macchina
cambiata e spostata a poppavia, in quello che era il salone di prima classe,
la coperta rifatta, le sale sottocoperta trasformate in stive e dotate di
ampi boccaporti; il nome iniziale per il rinnovato piroscafo è "Lario",
ma al momento del varo si decide per "Commercio",
in relazione al ruolo del battello. Frattanto, la vecchia macchina del "Plinio"
viene montata su un nuovo scafo costruito dalla Escher&Wyss nel 1903;
il nuovo piroscafo, leggermente più lungo e più largo del precedente,
viene battezzato "Plinio"
terzo di questo nome. Nel novembre del 1903 poi, la "Lariana",
prima in assoluto, inaugura il sistema dei ferry-boat, che verrà poi
ripreso e potenziato nel primo dopoguerra; in particolare il primo ferry-boat
della Lariana è destinato al trasporto dei vagoni ferroviari carichi
di carbone dallo scalo a lago delle Ferrovie al nuovo cantiere della Lariana
a Tavernola.
3.
La Belle Epoque (1903-1915)
E siamo agli anni della Belle Epoque, periodo d'oro della navigazione a vapore;
turisti da tutta Europa e dall'America giungono sempre più numerosi
ad ammirare le bellezze del Lario, e sempre più numerosi s'imbarcano
per una crociera sullle azzurre acque lariane. La "Lariana" tuttavia
ha in servizio numerosi grandi piroscafi, mentre manca di natanti di taglia
intermedia con cui svolgere servizi locali o semi-diretti. Nel primo quindecennio
del '900 compaiono sul Lario numerosi nuovi piroscafi di dimensioni intermedie,
impiegati sulle rotte meno trafficate, oppure nella stagione invernale. Nel
1904 viene varato il "Milano",
mezzo-salone a ruote, da 420CV e 260 persone, costruito dalla ditta Odero
di Sestri Ponente; ma il nuovo piroscafo evidenzia fin da subito alcuni problemi,
principalmente legati alla scelta della propulsione a ruote per un natante
relativamente piccolo. Nel 1907 entra in servizio il piroscafo "Bisbino",
mezzo-salone a elica, da 250CV e 260 persone, costruito dalla Escher&Wyss
di Zurigo; l'anno successivo è la volta del gemello "Baradello".
Questi due piccoli natanti trovano subito un utilizzo assai impiego, mentre
vengono preventivati ulteriori ampliamenti della flotta: Anche il servizio
merci si amplia: nel 1908 entra in servizio il nuovo rimorchiatore "Cigno",
nel 1911 lo "Zara". Nel
1910 poi entra in servizio il nuovo piroscafo "San
Fermo", salone a elica da 400persone, che però rivela una
stabilità non proprio ottimale, tanto che dopo alcuni anni di servizio
il ponte superiore verrà tolto. Nel 1912 poi è la volta del
"Tremezzo", simile al
"San Fermo" ma mezzo-salone, molto elegante e dalla linea moderna.
Frattanto si progetta la trasformazione a elica del piroscafo "Milano",
che viene fermato a Campo Garibaldi per i lavori.
4.
Il primo dopoguerra (1915-1922)
La Grande Guerra, pur non causando danni materiali nella provincia di Como,
porta però con se una situazione economica negativa. La "Lariana",
venendo meno ogni flusso turistico, ed aumentando a dismisura i costi delle
materie prime, entra in una grave crisi economica; dai 25 piroscafi in servizio
nel 1915 la flotta si riduce a 11 piroscafi in servizio; tutti gli altri sono
in disarmo o alienati. Il personale progetta allora di organizzarsi in una
cooperativa per la gestione del servizio; il presidente della "Lariana",
Felice Baragiola, in risposta a questo progetto pubblica nel 1920 un memoriale
analizzante le cause della crisi della "Lariana", alcune delle quali
riconducibili al malanimo del personale. Lentamente la situazione si normalizza,
mentre la "Lariana" acquista azioni della SALVI, esercente i primi
autoservizi sulle sponde, e della SATAL, che gestisce un servizio di motoscafi;
in particolare i primi anni del dopoguerra vedono riorganizzarsi, a fianco
della flotta "storica" una
nuova flottiglia di motoscafi con cui la "Lariana" intensifica
notevolmente i servizi locali, con costi di esercizio notevolmente più
bassi. Il turismo intanto riprende fiato, mentre Benito Mussolini sale al
governo; l'Italia torna ad essere una potenza mondiale.
5.
Il grande rinnovamento della flotta (1922-1932)
La "Lariana" intraprende, dopo il 1922, il più importante
rinnovamento di flotta mai attuato sui laghi italiani; nel 1922 viene rimodernato
il piroscafo "Menaggio",
nel 1923 i piroscafi "Cadenabbia"
e "Lecco", nel 1924 il
"Como" e l'"Elvezia",
nel 1925 è la volta del "Lariano"
e del "San Fermo",
e viene varato il nuovo rimorchiatore "Trieste". Sempre nel 1925
viene ampliato il cantiere di Tavernola,e ricostruito quello di Campo Garibaldi,
che il Comune di Como qualche anno prima aveva ordinato di dismettere. Inoltre
viene inaugurato il primo servizio di "autochiatta" in centrolago,
svolto dall'autochiatta "Mussolini".
Il 1926 si apre con l'alaggio del piroscafo "Lombardia"
al cantiere di Campo Garibaldi, mentre a Tavernola viene realizzata la trasformazione
del piroscafo "Milano" in motonave
a elica, la più grande dei laghi italiani. Ma la grandiosa opera
di rinnovamento della "Lariana" non si ferma qui: altri due grandi
piroscafi devono solcare il Lario. Nei primi mesi del 1926 viene costruito,
a Dervio, in località Due Platani, uno scalo d'alaggio con annesse
officine; il 7 giugno viene impostato il piroscafo "Savoia";
le maestranze della ditta N.Odero lavorano con rapidità eccezionale,
ed il successivo 31 luglio il "Savoia" scende trionfalmente nelle
acque derviesi, mentre sullo scalo s'imposta il suo gemello, "28
Ottobre"; questi due grandi piroscafi ben rappresentano la volontà
di rinnovamento unito al rispetto per la tradizione che ha sempre contraddistinto
la "Lariana", basti pensare che negli stessi anni le flotte degli
altri laghi italiani vedono ridursi drasticamente il numero di piroscafi,
molti dei quali trasformati in motonavi, che consentono un esercizio più
economico ma abbassano decisamente il livello di comfort. Nel settembre 1926
poi torna in acqua il grande "Lombardia", per il riallestimento
delle sovrastrutture e dei saloni. L'anno si chiude con l'introduzione sul
"Savoia" del sistema di distribuzione "Caprotti", novità
tecnica di grande rilievo. Il 1927 comincia male; il 15 febbraio al piroscafo
"Baradello" viene rilevata un'infiltrazione nella stiva, prontamente
riparata. Il 18 febbraio un gravissimo avvenimento sconvolge la città
di Como. Si è nel pieno dei festeggiamenti per le reliquie di San Luigi,
che stanno per essere portate da Lecco a Como mediante il piroscafo "Lecco",
recante a bordo, oltre al vescovo e alle autorità, anche un gran numero
di fedeli, ai quali man mano che il piroscafo ferma nei vari paesi del lago
se ne aggiungono sempre di più. Ma all'altezza di Lezzeno la maggior
parte dei passeggeri - circa 700 - che erano a bordo si sposta sul lato destro
per salutare un altro piroscafo di passaggio; il "Lecco" stracarico
sbanda pericolosamente, ed imbarca acqua da alcuni oblò aperti finiti
sotto il livello del lago. L'equipaggio si prodiga per riportare tutto alla
normalità, ma mentre il piroscafo è nei pressi di Cernobbio
viene rilevata dell'acqua nella stiva; il capitano, considerate le garanzie
di sicurezza offerte dal porto di Como, decide di portare a termine il viaggio.
Il "Lecco" giunge effettivamente al pontile 4 di piazza Cavour;
ma allorchè la folla si sposta sul lato sinistro per sbarcare il piroscafo
inizia ad affondare a poppa, alzando sempre più la prua. Soltanto la
pronta cooperazione di personale della "Lariana", barcaioli, agenti
di PS e molti civili aiuta a ridurre l'entità del disastro; in particolare
il macchinista Giacomo Pedraglio come si accorge di quel che sta accadendo
al piroscafo con grande prontezza di spirito invece di precipitarsi in coperta
apre le valvole delle caldaie, impedendone lo scoppio. Il naufragio del "Lecco"
provoca quattro morti e una decina di feriti. Il "Lecco" s'inabissa
dopo un paio d'ore, e verrà poi recuperato nel maggio successivo.Il
28 Maggio 1927 il re d'Italia giunge a Como, in visita alle Esposizioni per
il Centenario Voltiano a Villa Olmo; il re, dopo la visita, effettua una crociera
in centrolago a bordo del piroscafo "Savoia". Nel frattempo il ricuperato
"Lecco" viene temporaneamente adibito a servizio merci, mentre il
"Commercio" viene interamente rimodernato. Il 25 giugno torna in
servizio il maestoso "Lombardia", ammiraglia della flotta lariana.
Il 26 luglio è poi la volta del nuovo piroscafo "Trento",
a elica da 200 persone. Nel 1929 viene inaugurato il nuovo cantiere di Dervio,
nel luogo dove tre anni prima erano stati varati il "Savoia" e il
"28 Ottobre"; l'inaugurazione si conclude col varo dell'"Unione",
veterano della flotta, che viene completamente rimodernato.Di seguito riportiamo
uno schema riepilogativo dell'imponente programma della "Lariana":
Anno | Nuovi piroscafi | Rimodernamenti | Cantieri |
1922 | motoscafi serie "Varenna" | p/fo "Menaggio" | |
1923 | p/fo "Cadenabbia", p/fo "Lecco" | ricostruito lo scalo di Campo Garibaldi | |
1924 | p/fo "Como", p/fo "Elvezia" | ||
1925 | p/fo "Trieste" autochiatta "Mussolini" | p/fo "Lariano" , p/fo "San Fermo" | ampliato il cantiere di Tavernola |
1926 | p/fo "Savoia"
p/fo "28 Ottobre" |
m/ve "Milano" | costruito lo scalo di Dervio |
1927 | p/fo "Trento" | p/fo "Lombardia" , p/fo "Commercio" | |
1928 | Costruito il cantiere di Dervio | ||
1929 | p/fo "Unione" |
E' importante rilevare che la "Lariana" attua questo imponente progetto senza far ricorso a capitali esteri, o a sussidi dello stato, ma interamente in forma privata, basandosi soltanto sui propri profitti.
6.
Lo sviluppo del trasporto privato - la crisi degli anni '30 (1932-1940)
Nel 1932, dopo molti anni in attivo, la "Lariana", come le altre
compagnie italiane, segna un passivo, a causa del forte sviluppo dei traffici
automobilistici; si provvede subito a trasformare in motonavi i piroscafi
"Cadenabbia", ribattezzato
"Garibaldi" e "Umberto",
con il nome di "Balilla".
Tuttavia il volume dei traffici si riduce ulteriormente, a seguito del completamento
delle strade costiere e dei primi autoservizi; la "Lariana" deve
ridimensionare la sua flotta, procedendo alla demolizione di alcune navi ormai
superflue. Peraltro il "Sabato Fascista" porta sul lago una notevole
massa di turisti italiani, che auitano a mantenere costantemente in attivo
il servizio della "Lariana"; inoltre la stessa compagnia periodicamente
attua delle interessantissime promozioni che richiamano sui piroscafi molta
gente. Nel 1939 entra in servizio l'autochiatta "Tremezzina",
che intensifica e migliora il servizio autotraghetto a centro-lago.
7.
La Seconda Guerra Mondiale (1940-1944)
I primi anni della seconda guerra mondiale passano senza grandi conseguenze;
da ricordare soltanto il naufragio del "Brunate"
presso Bellagio il 24 novembre 1941, urtato per sbaglio dal piroscafo "Menaggio".
Dopo la caduta del regime il 25 luglio 1943 si provvede al cambio dei nomi
dei piroscafi "Savoia"
e "28 Ottobre" in
"Patria" e "Concordia".
Dopo l'8 settembre 1943 la situazione si fa più dura; la manutenzione
ai piroscafi è ridotta al minimo indispensabile, mentre si fa sempre
più difficile reperire carbone per i piroscafi, e nafta per le motonavi.
Inoltre inizia a prospettarsi lo spettro dei mitragliamenti aerei anglo-americani.
Nel tardo autunno 1944 l'intero nord-Italia è bersagliato da queste
azioni terroristiche da parte degli inglesi e degli americani; la "Lariana",
in considerazione di questo provvede a decentrare parte della sua flotta in
luoghi difficilmente raggiungibili dai cacciaboimbardieri nemici: molti piroscafi
vengono nascosti nel canale dell'Isola Comacina, mentre il servizio continua
tra molte difficoltà. Il piroscafo "Lariano",
il più veloce, viene destinato al trasporto truppe da e per l'altolago;
stranamente però viene risparmiato dalle incursioni terroristiche dei
"liberatori".
8.
Il "Terrore Aereo" (1945)
Il 1945 si apre tragicamente per il Lario; l'intera zona viene bersagliata
da mitragliamenti e bombardamenti da parte dei nemici anglo-americani; quel
che è peggio, i nemici rivolgono i loro attacchi non contro bersagli
militari, ma contro la popolazione civile inerme; in un susseguirsi di vergogne,
vengono attaccati scuole elementari, lavatori, edifici civili e persino cittadini
per le strade; peraltro i "liberatori" vigliaccamente si guardano
bene dall'attaccare dove vi sia anche il segno della più minima reazione
da terra, dovuta più che altro al valore dei Soldati della Repubblica
Sociale Italiana che a un effettivo potenziale bellico. I piroscafi della
"Lariana" non sono purtroppo esenti da questa forma di selvaggia
barbarie da parte dei "liberatori". Il 10 gennaio 1945 alle 14,30
i piroscafi "Patria"
e "Bisbino" vengono attaccati
in centro-lago; muore il capitano del "Bisbino", Arturo Prevedoni,
e rimangono gravemente feriti il marinaio Paolo Malugani del "Bisbino",
ed il timoniere Giovanni Frigerio del "Patria"; l'impiego di pallottole
perforanti e detonanti da parte dei "gangsters dell'aria" provocano
un principio d'incendio a bordo del "Patria", prontamente domato
dall'equipaggio; tra i civili si contano 5 morti e 17 feriti sul "Patria".
Il 12 gennaio viene mitragliato il piroscafo "Baradello",
al pontile di Lecco, fortunatamente vuoto. Il 15 gennaio un pesante mitragliamento
colpisce la città di Como; è coinvolto anche il piroscafo "Concordia",
ormeggiato vuoto al pontile della funicolare. Il 25 gennaio il piroscafo "Baradello",
ormeggiato vuoto al pontile di Abbadia Lariana, viene mitragliato; a nulla
valgono i valorosi tentativi di salvataggio da parte del comando dei Vigili
del fuoco di Lecco; il piroscafo, dopo alcune ore di incendio, affonda. Il
31 gennaio 1945 gli assassini volanti danno nuova prova della loro abilità
omicida: a Blevio è mitragliato il "Lombardia",
a Domaso il "Volta" ed
a Onno il "Como; addirittura
gli anglo-americani giungono nella loro cieca follia a considerare come obiettivo
militare il piccolo motoscafo "Moltrasio",
che viene attaccato a raffica nel porto di Como, restando però beffardamente
a galla ed in condizioni di muovere. Nel febbraio il rimorchiatore "Trieste"
ed il piroscafo "Commercio"
vengono spezzonati in navigazione in centrolago. Sempre nel febbraio la "Lariana"
decide inspiegabilmente di collocare i piroscafi "Lombardia",
"Volta" e "Lariano"
arenati di prua alla foce del Mera in Pian di Spagna, mimetizzati. Scrive
il colonnello Pieramedeo Baldrati: "per quanto mimetizzate le navi risaltano
alla vista e perchè di grossa mole e perchè affiancate bordo
a bordo. Esse spiccano nitide sul verde della pianura di prua e sulle acque
azzurre, ben delimitate dall'andamento giallastro delle rive, di poppa. Fu
un'esca? Fu deplorevole leggerezza? E' ben vero che le due navi maggiori (Volta
e Lombardia, ndr) erano danneggiate ( seppure ancora in grado di muovere con
le proprie macchine), ed allora trova corpo l'ipotesi dell'esca, ma l'invio
al macello del "Lariano", intatto, non trova una spiegazione logica".
Il 14 marzo 1945 una formazione anglo-americana, tenendosi ben lontana dalle
mitragliere del forte di Colico, attacca i tre piroscafi; il bersaglio è
allettante e soprattutto indifeso, e i passaggi si susseguono, finchè
i tre piroscafi non sono completamente avvolti dalle fiamme. Accorrono sul
luogo i coraggiosi Vigili del Fuoco volontari di Menaggio e Gravedona, e tutte
le truppe della zona, ma poco si può fare per i piroscafi, il cui gigantesco
rogo dura tutta la notte. Dal 16 aprile, per ragioni tecniche vengono soppressi
dalla "Lariana" tutti i servizi sul lago.
9.
Il secondo dopoguerra - La ripresa (1945-1950)
La fine della guerra vede la "Lariana" economicamente stremata,
ed in grande difficoltà per quanto riguarda le forniture di carbone;
la flotta è ridotta a 18 natanti, molti dei quali in condizioni di
predisarmo. Tuttavia il presidente, dottor Felice Baragiola, riprende valorosamente
il servizio di navigazione, reso possibile dall'alto senso del lavoro di tutto
il personale della "Lariana". Il 28 dicembre 1945 il piroscafo "Commercio"
riprende il servizio merci per Lecco e Colico, mentre il 1° settembre
l'autochiatta "Tremezzina" riprende il servizio in centro lago,
a orario a richiesta. Il 1947 è segnato da un lato dalla difficoltà
di reperire il carbone necessario ai propri piroscafi, dall'altro con il recupero
dei piroscafi danneggiati dalla guerra; a maggio vengono rimorchiati a Tavernola
il "Lariano", il "Lombardia"
e il "Volta", distrutti
in Pian di Spagna; inoltre viene recuperato il "Baradello",
affondato ad Abbadia.Mentre il servizio riprende, sotto la spinta di una piena
ripresa turistica, la "Lariana" inizia a proporre un piano di rinnovamento
della flotta, per il quale però è indispensabile un supporto
economico da parte dello Stato. Il piano viene completamente ignorato, come
quelli seguenti. Nel frattempo si procede alla demolizione dei piroscafi "Volta"
e "Lombardia", mentre
si progetta un recupero del "Lariano"
e dell'"Italia" (posto
in disarmo a Pescaù); la "Lariana" provvede a modificare
le caldaie del "Concordia"
per la combustione a nafta, in modo da ridurre notevolmente i costi d'esercizio.
Nel 1950, mentre, mancando un aiuto economico da parte dello stato la "Lariana"
è costretta a demolire il "Lariano"
e l'"Italia", torna in
servizio il piroscafo "Baradello",
completamente ricostruito, con nuove caldaie a nafta. Un esperimento per dotare
la flotta di due nuovi motoscafi non ha seguito. Il presidente della "Lariana",
dott.Felice Baragiola, presenta un nuovo piano per il rinnovamento della flotta,
che prevede il mantenimento della flotta storica, con la trasformazione delle
unità minori in rapide ed eleganti motonavi.
10.
La morte della "Lariana" (1950-1959)
Ma lo stato oppone la possibilità di una gestione commissariale statale
del servizio, come fatto sul Maggiore e sul Garda dal 1948; va notato che
su tali laghi però le antiche flotte erano state decimate dagli eventi
bellici, nè si era avuta alcuna ripresa nel dopoguerra. Il 31 dicembre
1950 scade la concessione alla "Lariana", e la stessa informa che
"salvo diverse disposizioni delle superiori autorità continuerà
il servizio fino a nuovo avviso e con il consueto orario". La motonave
"Garibaldi" viene migliorata
nelle sovrastrutture, e nel 1951 si provvede a trasformare la combustione
delle caldaie del "Patria"
da carbone a nafta, modificando inoltre la linea con un nuovo fumaiolo corto,
d'aspetto più moderno per i tempi. Il servizio della "Lariana"
di rascina, fra le crescenti difficoltà sollevate anche dalle stesse
autorità. Dopo 5 anni dal primo piano, e dopo 2 dalla scadenza della
concessione, il Ministero dei Trasporti si dedica finalmente al problema,
sfornando un agghiacciante progetto per il rinnovo della concessione alla
"Lariana", a patto che la flotta esistente vegna interamente demolita,
e si costruiscano dieci nuovi natanti; la capienza complessiva della nuova
flotta sarebbe di 2870 passeggeri: il traffico quotidiano sul Lario sfiora
i 5000, con punte di 8000; il progetto governativo si rivela del tutto insoddisfacente.
Frattanto il Ministero appronta nel cantiere di Peschiera d.G. lo scafo della
motonave "Mantova", per trasportarlo sul Lario. La "Lariana",
con un coraggio e un senso del dovere di cui le va riconosciuto pieno merito,
trasforma nel frattempo il "Brunate"
in motonave, con un nuovo motore diesel economico. Un alto funzionario
dell'ispettorato per la motorizzazione concede un'intervista in cui quantifica
gli investimenti ritenuti "necessari" dallo Stato: dei 475 milioni
preventivati, 70 verrebbero spesi per la costruzione di una nuova chiatta,
spesa che appare quantomeno superflua. Inoltre lo Stato non parla minimamente
di servizio merci sul lago, in accordo con la politica di quegli anni nota
a favorire il trasporto su gomma ed un noto gruppo automobilistico torinese.
Il 21 agosto 1952, alle ore 11.50, giunge una raccomandata presso la Segreteria
della "Lariana" con l'odrine di sospendere immediatamente ogni servizio
lacuale. Alle 12.10 giunge alla sede della "Lariana" la Gestione
Governativa. Invano il dottor Felice Baragiola cerca di opporsi; il gestore
governativo nomina direttore del servizio l'ingegner Giordano Azzi. Il dottor
Felice Baragiola, staccato dalla parete l'orario di esercizio, con la fierezza
di un ammiraglio vinto ma non domo, lascia tra la commozione generale la sede
della "Lariana". Tuttavia la "Lariana" ricorre presso
il Consiglio di Stato contro il Decreto del Ministero dei Trasporti che autorizza
la requisizione dell'intera flotta e delle sovrastrutture della "Lariana".
Il ricorso viene accolto il 18 dicembre 1952, ed il 18 febbraio 1953 il Consiglio
di stato stabilisce l'illegittimità ed il conseguente annullamento
del decreto di requisizione. Il Ministero provvede ad emanare un secondo decreto,
che stabilisce virtualmente la decorrenza della Gestione Commissariale con
il 31 marzo 1953. Alla "Lariana" vengono lasciati 4 natanti, non
autorizzati dal R.I.NA. a navigare; inoltre viene contrattualmente definita
la vendità degli altri piroscafi. Ma il dottor Felice Baragiola, provato
dagli anni e da una malattia incurabile, cede la armi; tantopiù che
l'effettivo pagamento da parte dello Stato giunge soltanto nel 1955. Il dottor
Felice Baragiola, anima e simbolo della "Lariana" più di
ogni altro, muore tra il compianto dell'intera città, il 15 febbraio
1959.
La Flotta della "Lariana" | ||||
Nome | Anno varo | Anno demolizione | Tipo | Note |
Unione | 1857 | 1953 | Piroscafo mezzo salone | Proveniente dalla "Società Riunite" |
Forza | 1859 | 1895 | Piroscafo | Proveniente dalla "Società Riunite" |
Vittoria | 1860 | 1916 | Piroscafo | Proveniente dalla "Società Riunite" |
Italia | 1865 | 1950 | Piroscafo | Proveniente dalla "Società Riunite" |
Lariano | 1872 | 1950 | Piroscafo mezzo salone | Proveniente dalla "Società Riunite" |
Volta | 1872 | 1947 | Piroscafo mezzo salone | Proveniente dalla "Società Riunite" |
Lombardia | 1873 | 1947 | Piroscafo salone | Proveniente dalla "Società Riunite" |
Elvezia | 1873 | 1936 | Piroscafo salone | Proveniente dalla "Società Riunite" |
Como | 1874 | 1953 | Piroscafo salone | Proveniente dalla "Società Riunite" |
Lecco | 1874 | 1937 | Piroscafo salone | Proveniente dalla "Società Riunite" |
Bellagio | 1878 | 1925 | Piroscafo | Proveniente dalla "Società Riunite" |
Menaggio | 1878 | 1953 | Piroscafo |
Proveniente dalla "Società Riunite" |
Umberto I° | 1878 | Radiato nel 1974 | Piroscafo |
Proveniente dalla "Società Riunite" trasformato nel 1933 in m/ve "Balilla" |
Bellano | 1878 | 1924 | Piroscafo rimorchiatore | Proveniente dalla "Società Riunite" |
Cadenabbia | 1884 | 1959 | Piroscafo salone |
Proveniente dalla "Società Riunite" trasformato nel 1932 in m/ve "Garibaldi" |
Plinio | 1892 | 1953 | Piroscafo mezzo salone | trasformato
nel 1902 in piroscafo merci con il nome di "Commercio" |
Brunate | 1896 | 1959 | Piroscafo | trasformato in motonave nel 1952 |
Adda | 1899 | 1953 | Piroscafo | secondo di questo nome |
Plinio | 1903 | Radiato nel 1970 | Piroscafo mezzo salone | terzo di questo nome |
Milano | 1904 | In servizio | Piroscafo mezzo salone | trasformato in motonave nel 1926 |
Bisbino | 1907 | Radiato nel 1991 | Piroscafo mezzo salone | |
Baradello | 1908 | 2000 | Piroscafo mezzo salone | |
Cigno | 1908 | 1917 | Piroscafo rimorchiatore | |
San Fermo | 1910 | 1937 | Piroscafo salone | |
Zara | 1911 | 1953 | Piroscafo rimorchiatore | |
Tremezzo | 1912 | 1937 | Piroscafo mezzo salone | |
Gardenia | 1912 | 1963 | Motoscafo | |
Moltrasio | 1918 | 1963 | Motoscafo | |
serie "Varenna" | 1922 | 1936 ca | Motoscafi | serie di 11 motoscafi |
Trieste | 1925 | ? | Piroscafo rimorchiatore | trasferito nel 1953 sul lago d'Iseo |
Mussolini | 1925 | 1940 | Autochiatta | ribattezzata "Bellagio" nel 1926 |
Savoia | 1926 | In disarmo dal 1991 | Piroscafo mezzo salone | ribattezzato "Patria" nel 1943 |
28 Ottobre | 1926 | In servizio | Piroscafo mezzo salone | ribattezzato "Concordia" nel 1943 |
Trento | 1927 | ? | Piroscafo | |
Tremezzina | 1939 | In servizio | Autochiatta |