Faccia a faccia con Carlo Rambaldi, il padre di King Kong e Alien
Provate a incontrare il padre
di E.T., l'extraterrestre. Carlo Rambaldi, classe 1925, tre premi
Oscar per King Kong, Alien ed E.T. Lo guardi negli occhi e ti commuovi.
Perché è un visionario, che ha costruito dal niente quello strano
alieno che dopo venti anni continua a far sognare mezzo mondo. Tutto
normale per questo signore che a 77 anni crede agli alieni; che si
ribella alla freddezza del cinema digitale e preferisce quello artigianale;
che ama così tanto la sua creatura che ne ha portata una con sé durante
l'intervista, come portafortuna. Stanco? Ma nemmeno per idea. Sta
lavorando sul suo nuovo personaggio, Yo-Darh, un cartone animato di
cui ci ha dato un'immagine in anteprima. L'abbiamo incontrato a Roma.
Ed è stata un'emozione.
Per la figura di E.T. si è ispirato a qualche personaggio
reale? Spielberg sostiene che E.T. sia modellato sul volto di Einstein
e del poeta Sandburg... Assolutamente no. Se a Spielberg piace dire così... A dire
il vero anche nel campo della pittura non era mai stata considerata
una testa così lunga, e ho pensato che poteva essere un buon punto
di partenza. Nello script che mi era stato consegnato dal regista
c'era scritto che E.T doveva essere un bambino innocente, spaventato,
in un mondo che non conosce. Per cui c'era da abbinare un'originalità
fisica a un'espressività innocente. E poi la sua doveva essere un'età
non distinguibile, né giovane né vecchio. Tant'è che nessuno può dire
che età ha. Può avere otto anni come ne puo' avere ottanta...
Le tecniche di produzione di effetti speciali si
sono estremamente modificate negli ultimi anni con l'introduzione
del computer. Il padre di E.T., oggi, sarebbe un pc? Forse, ma il digitale costa circa 8 volte più della meccatronica.
E.T. è costato un milione di dollari, l'abbiamo realizzato in tre
mesi. Nel film ci sono circa 120 inquadrature. Se noi volessimo realizzare
la stessa cosa con il computer ci vorrebbero almeno 200 persone per
un minimo di 5 mesi. Si immagini la differenza di costo. Altro aspetto:
l'essere meccanico ha sempre affascinato il pubblico. Mentre invece
il computer ha meno fascino: un padre di famiglia, lavorando col proprio
pc, sa già come ottenere queste animazioni. E un po' lo svelare il
segreto, la magia di quello che uno fa. Questa è la grande differenza
tra computer e meccatronica. Da non trascurare infine la luce: in
E.T. ci sono illuminazioni dal basso e dall'alto differenti
per ogni inquadratura. Il computer non lo permette. L'animazione è
standardizzata. Per evitare questo problema il regista dovrebbe ogni
giorno controllare il lavoro di 40-50-100 persone e correggere i loro
errori. Impossibile.
E nella ultima versione di E.T., quella uscita
in Italia in questi giorni, ci sono molti ritocchi fatti al pc? No, ci sono proprio delle virgolette, ma il 98% è rimasto quello
che era, guai se avessero cambiato il film.
Qualche anno fa ha fondato in Italia una scuola
internazionale per effetti speciali che è durata solo tre anni. Perché? Che
cosa non ha funzionato? Accettai questo impegno proprio per insegnare ai ragazzi due
cose insieme: la meccatronica e il computer. Per quanto riguarda il
pc c'è da notare che in Italia è impossibile fare film con il computer,
perchè costano troppo, però può essere utilizzato per la parte commerciale,
pubblicitaria. Soltanto che in Italia mancano i mezzi. Non ci hanno
dato i computer che avevo chiesto ma avevo già firmato il contratto
e non potevo andarmene.
Pensa che adesso la situazione in Italia sia in
qualche modo migliorata, sopratutto per quanto riguarda il budget
e gli investimenti per i film? Oppure è rimasta non competitiva rispetto
all'America? La situazione non è affatto cambiata. In America hanno un polmone
di audience di 300 milioni di persone. Quindi un film può costare
tranquillamente 200 o 300 miliardi perché tanto i costi saranno tranquillamente
ammortizzati. Il produttore italiano invece, quando fa un film, deve
considerare che sarà visto solo dal pubblico nostrano: per questo
il budget di partenza sarà necessariamente più basso. Sarebbe come
se in America qualcuno facesse un film e lo potesse proiettare solo
in California. Dobbiamo diventare un unico Stato in cui i nostri film
possano essere proiettati in Germania, in Francia, in Spagna e Italia.
Ecco, la Comunità Europea Sì, così ci mettiamo al loro livello in termini di bacino
d'utenza e dunque di budget e qualità di produzione...
Ancora oggi lavora con la plastilina per sviluppare
i primi prototipi oppure ha cambiato metodo di lavoro? No, guardi, il computer non lo voglio nemmeno conoscere. Vado
avanti sempre con i vecchi sistemi. Il regista stesso di fronte al
lavoro del computer viene estromesso. Perché quando si parla di computer
si deve pensare a 200-300 persone che lavorano davanti al pc. Come
fai a controllare per filo e per segno tutte queste persone? Mentre
con la meccatronica è tutto più semplice. E la perfezione la puoi
ottenere solo in quel modo... Un esempio: si ricorda Jurassik park
II? La scena dove c'è quel dinosauro che cammina sul marciapiede e
dà una testata: ebbene, a quelle scene ci ha lavorato un italiano
di Terni. Per quei pochi passi, per quella testata del dinosauro,
lo schiacciamento del pullman ci hanno lavorato in 5 per un mese.
Solo per quell'inquadratura.
E lei quanto ci avrebbe messo a fare quella scena? Intanto, se io faccio quella scena lì vuol dire che ho già
un dinosauro meccanico pronto. È tutta qui la differenza: una
volta pronto il modello, lo posso riutilizzare quante volte voglio.
Col computer ogni scena deve essere prodotta ex novo digitalmente.
E costa tantissimo. Gli italiani non si possono permettere la meccatronica,
figuriamoci il computer!
Come è nato Yo-Darh, che sarebbe forse il nipotino
di ET... Ma no, è un temperamento opposto, è un capobanda è uno che
intraprende le iniziative, diventa anche un eroe in certi casi.È uno
che conosce l'universo, è quasi uno scienziato: sa cosa sono gli anni
luce, come si percorrono. È un dinamico, è uno che domina, mentre
E.T. era un dominato. È semplicemente l'opposto.
Come le è venuto in mente? Il disegno, è giovane,
ha un viso liscio... L'idea, il soggetto è tutto di mio figlio Vittorio.
Quando uscirà questo cartone animato? Stiamo facendo i primi passi, siamo ancora all'inizio: è appena
uscito il libro al quale si ispira la sceneggiatura del personaggio,
che naturalmente estende le sue caratteristiche.
Chi sarà questo nuovo personaggio, cosa farà di
preciso? La storia nasce sulla Terra, parla di ragazzi che vanno a scuola,
di un nonno, appassionato di spazio, e di un nipote che si chiama
Dario, studente di spazio, di musiche antiche che spiega che
cosa sono gli anni luce, a che velocità possono viaggiare le astronavi...
Cosa verrà a fare Yo-Darh sulla Terra? Verrà per
un motivo specifico? No, no. Verrà solo per conoscere i terrestri, confrontarsi
con loro come temperamento, come carattere.
Quando lo vedremo? Eh, siamo proprio agli inizi, ancora un po' c'è da aspettare.
Ne farete più di uno, vero? Se ha successo, certo! Ma l'importante è che prendiamo contatti
con tedeschi, francesi, spagnoli... L'Inghilterra non ha bisogno di
noi, è troppo collegata all'America. Germania, Francia, Spagna e Italia
sono i possibili Stati a cui ci possiamo appoggiare per una produzione
globale europa.
Però qui utilizzerà il computer? Sì, anche, in certe situazioni..
Vede una possibile integrazione tra il digitale
e l'artigianale nel mondo della produzione di effetti speciali? Certo. Le faccio un esempio: i primi piani, che sono quelli
che portano via il tempo nelle riprese, per le espressioni, le parlate,
il movimento della bocca eccetera, ecco, quelli ci conviene farli
in meccatronica. Il computer serve per i piani lunghi, dove ci
sono le corse, le camminate. Sono quelle che con il computer costano
meno.
Spesso ha dichiarato che le sarebbe piaciuto partecipare
alla produzione di un Pinocchio. Ha avuto contatti con Benigni? Ho avuto un colloquio all'inizio: mi chiese se volevo collaborare
con lui. Mi chiese come potevo fare l'allungamento della coda del
somaro. "Ci sono vari mezzi", risposi... "Si potrebbe anche non fare
l'allungamento: basta un primo piano, l'espressione del personaggio
che si guarda indietro terrorizzato, stacco, e dietro c'è la la coda
lunga". E lui: "È vero, buona idea". Ho dato la mia disponibilità
ma non mi ha più chiamato. Si vede che con questo sistema "dell'animazione
già avvenuta" ha risolto, un solo consiglio magari gli è bastato...
Ma un po' le è dispiaciuto, è da tanto che cerca
di fare un Pinocchio... No, guardi, odio tutti i Pinocchi che sono stati fatti finora,
perché sono tutti un tradimento a Collodi. Se Collodi fosse vivo,
sa quante cause avrebbe intentato? Già con la Disney. Collodi fa apparire
il grillo parlante in tre momenti, molto rapidi, mentre invece nelle
avventure della Disney il grillo parlante è protagonista principale
in tutta le storia con Pinocchio. Comencini lo stesso...
Perché, cosa è successo?
Il signor Comencini venne da me dicendomi che la Rai era interessata
a fare un film su Pinocchio. Mi disse anche che dovevo fare il provino
a mie spese, io accettai. Feci tre tipi di Pinocchio: uno da mezzo
primo piano, che parlava, che rideva. Uno che correva e un altro addirittura
che prendeva il martello e lo lanciava. Mi ricordo che quando giravamo,
venne a farci visita un signore della produzione, Manfredoni: guardava
i meccanismi che avevo creato. Venni a sapere dopo che era un ingegnere
meccanico. Era sabato e seppi che, per un banale ritardo, avrei ricevuto
la mia merce il lunedì successivo. Di domenica l'ingegnere Manfredoni
fece tutte le fotografie di cui aveva bisogno. Tant'è che la schiena
di un Pinocchio che mi è tornato indietro era quasi completamente
distaccata: qualcuno l'aveva aperta per scattare foto. Dopo un po'
di tempo venni a sapere che avevano cominciato le riprese. Avevano
già fatto fare i loro Pinocchi da altri. Io avevo bisogno delle foto
per dimostrare che la mia idea era stata plagiata. Fortunatamente
c'era il figlio di un mio amico che lavorava proprio là dentro, nella
produzione, e che è riuscito a portarmi le fotografie dove si vedevano
in maniera chiara tutti i congegni meccanici. Con questi elementi,
il giudice decise di sequestrare il Pinocchio di Comencini proprio
due giorni prima della sua messa in onda, dopo esser stato già annunciato
sul Radiocorriere e sulla Radio. Per farla breve ci siamo accordati
sul risarcimento con la Rai. Solo dopo ho saputo che il loro Pinocchio
funzionava molto male. Siccome funzionava male Comencini pensò bene
di sostituirlo con il Balestri, il bambino, ben prima della fine del
film. Ma Pinocchio, nella storia originale, diventa bambino soltanto
alla fine, non durante. E anche questa è stata un'occasione perduta...
Lei crede negli alieni? Certo che ci credo! Lei non sa quanti miliardi e miliardi di
pianeti ci sono nell'universo. L'unico problema resta la distanza...
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