Intervista alla protagonista di "Unfaithful" e "Under the tuscan sun" con Raul Bova
Destinata al successo, bella e brava: Diane Lane,
in Italia per un nuovo film accanto a Raul
Bova "Under the Tuscan Sun", continua la sua brillante
carriera artistica. La puntualità non è
il suo forte, visto che si è presentata all'appuntamento con la stampa
con quasi due ore di ritardo. Ma ai divi americani si sa, tutto è
permesso. Apprezzata indistintamente da pubblico e critica è la protagonista
di un altro attesissimo film, "Unfaithful", (con Richard
Gere e Oliver
Martinez) in uscita a giorni sugli schermi italiani. Figlia
di un insegnante di recitazione, è diventata attrice
professionista alla tenera età di sei anni.
Da allora non ha mai smesso di recitare. Adesso ha 35 anni, tanta
esperienza e un sacco di cose da raccontare. Forse non tutti sanno
che Diane ha cominciato a lavorare in teatro e che è stata sposata
per ben sei anni con Christopher
Lambert. A suo avviso un attrice bella non è per forza
pericolosa; non ha un metodo particolare per preparare i suoi personaggi
e odia parlare e sentir parlare dell'arte della recitazione.
Miss Lane, lei ha esordito in teatro. Com'è passata
al cinema e perché? Nel '72 ho avuto la mia prima parte in teatro (nella "Medea"
di Andrei Serbian -n.d.r.) e per cinque anni ho continuato su quella
strada. Poi mi è stata offerta una parte in un film che non ho potuto
rifiutare. Ma non c'è stata nessuna frattura, anzi. A mio avviso il
background teatrale è fondamentale per un attore soprattutto per imparare
a gestire il contatto diretto con il pubblico.
Sia in questo film che in "Unfaithful", interpreta
la parte di una donna bellissima, quasi pericolosa... Affascinante questo concetto: essere bella e contemporaneamente
un'attrice equivale a essere pericolosa? Non ci avevo mai pensato,
ma non credo affatto sia così. In ogni caso i due personaggi sono
molto diversi tra di loro. In "Under the Tuscan sun" l'amore è lecito,
in "Unfaithful" non lo è affatto.
Ha un metodo particolare per preparare i suoi personaggi?
Non amo spiegare l'arte della recitazione né starla a sentire. L'unica
cosa che cerco di fare è assecondare sempre le idee del regista: ogni
scena va pensata e lavorata singolarmente. Alla fine penso sempre
che ho voglia di ricominciare tutto daccapo.
Che tipo di donna è in "Under the Tuscany sun"? Sono semplicemente una persona che cerca di ricostruire la
propria vita dopo una fortissima depressione causata da una delusione
in amore. Nel film c'è una frase che suona più o meno così: "Tu sei
dove sei" vuol dire che sei dentro ciò che sei fuori, anche geograficamente.
Nel film me ne vado in Toscana per ricominciare daccapo: è importante
cambiare luogo quando si decide di cambiar vita...
A lei è mai successo? Più o meno sei anni fa mi sono ritrovata nella situazione di
dover ricominciare daccapo (dopo il divorzio con Christofer Lambert
-n.d.r.). Ma nel film il mio personaggio ha bisogno di molto più affetto
di quanto non ne avessi avuto bisogno io.
Ha lavorato con Richard Gere e Raul Bova, due attori
certamente diversi. Cosa l'ha colpita di più in loro?
Sul set di "Cotton Club" diciotto anni fa, Richard Gere fu molto paziente
con me. Dopo, quando ho girato di nuovo con lui, questa espierienza
mi è tornata molto utile. Con Raul Bova (che diventa rosso mentre
l'attrice risponde -n.d.r.) siamo partiti in quarta: la prima scena
che abbiamo girato è stata d'amore. Ed è stato un bene: fatta quella
ci siamo sciolti e ci siamo dedicati alla costruzione del rapporto
tra i due personaggi. Con Raul ci siamo conosciuti solo sul set, dobbiamo
ancora fare quella famosa gita a Capri insieme!
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