Più
bestiale e meno seduttivo il doctor Lecter intepretato da Anthony
Hopkins in "Red Dragon"
La prima notizia è che "Red Dragon", il nuovo film con Anthony
Hopkins, ha messo d'accordo tutti, critica e pubblico: in due
week-end ha incassato 50 milioni di dollari
in America, in uno 5 milioni e mezzo in Gran Bretagna, e scusate se
è poco. La seconda notizia è che Hopkins
è un attore bestiale, nel senso animale del termine. Voce cupa, sembra
salire dagli inferi, sguardo tagliente. Sarà solo un'impressione,
ma sembra nato apposta per interpretare il dottor Hannibal.
Dopo "Il silenzio degli innocenti" e "Hannibal"
era già un mito. Non gli è bastato, è tornato con il terzo capitolo
di questa saga horror ispirata ai romanzi di Thomas Harris, "Red
Dragon". «Per me - spiega - il tre è il numero perfetto, anche
al cinema». È un attore, un professionista, un grande professionista
e lo sa bene. Così alle domande dei cronisti, riuniti a Roma per la
presentazione del film che uscirà in 400 sale italiane il prossimo
25 ottobre, risponde senza indugi.
Ha mai avuto paura di rimanere "incastrato" in questo personaggio? No, non ho mai temuto di rimanere intrappolato dal dottor Lecter.
In fin dei conti durante la trilogia ho interpretato altri film. Devo
dire però che sono rimasto molto affascinato da questo personaggio:
ha una personalità complessa, molto interessante, come Lucifero e
Machiavelli.
Chi è il doctor Lecter? È una bestia selvaggia, soprattutto in "Red Dragon". Quando
sono stato contattato da De Laurentiis non ero molto convinto di girare
un nuovo film su Hannibal. Alla fine ho accettato, ma ho posto alcune
condizioni: volevo interpretare un personaggio duro, animale, non
seducente come ne "Il silenzio degli innocenti". Dopotutto è
un assassino.
Perché questa scelta? È una questione stilistica
o anche etica? Entrambe le cose. In primo luogo non volevo ripetere l'Hannibal
già comparso nei film precedenti: in questo film Lecter ha di fronte
a sé il poliziotto che lo ha messo in carcere per sempre, è pieno
di rancore. Inoltre volevo mostrare alla gente che questa persona
è semplicemente un deviato, un criminale.
In altre occasioni ha dichiarato di essere stanco
del cinema, di aver voglia solo di correre in macchina. E adesso? Non intendo assolutamente andare in pensione. Faccio al massimo
due film all'anno, questo è vero, ma tutte le voci sul mio abbandono
del set sono state messe in giro dalla stampa scandalistica inglese.
Dobbiamo aspettarci un altro film sul terribile
dottor Lecter? Per adesso credo di no, ma non posso escluderlo a priori.
Chi è Anthony Hopkins nella vita di tutti i giorni?
Che cosa mette in valigia? Che cosa metto in valigia è un segreto! (ride, n.d.r.)
Con me porto sempre molti libri. Quando dicono che sono distaccato
dai personaggi che interpreto in fondo è vero, la passione è un ricordo
di gioventù. Ma questo non vuol dire che non li amo. Adesso sono interessato,
partecipe, professionale. Nella vita di tutti i giorni sono una persona
normale: mi alzo, faccio colazione, vado nella "cella" (sul set, n.d.r.)
a lavorare. Certo, provo un gran fascino per l'animo umano, sono un
attore. Mi piace leggere, suonare il piano, camminare sulla spiaggia...
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