Laetitia Casta parla del suo ultimo film e dell'esperienza di mamma
Il
ruolo che interpreta nel film è quello di una prostituta, Marion.
Se le avessero chiesto di spogliarsi ancora di più davanti all'obiettivo,
avrebbe accettato? Per spogliarmi di più avrei dovuto fare un film vietato ai
minori! In realtà Marion è un personaggio complesso con sentimenti
veri che mi ha coinvolto profondamente: è per questo che ho accettato
la parte.
Cosa l'ha colpita di più di questo personaggio? Marion fa un mestiere difficile, per cui potrebbe essere profondamente
delusa dalla vita. E invece no: lei crede, sogna, vive. Mantiene una
sua purezza. Mi piacciono il suo mistero, i suoi silenzi e mi piace
che a poco a poco si apra, grazie all'ottimismo che le infonde Petit
Louis. Il modo in cui lui la ama è bellissimo: totalmente, senza
secondi fini. Io nella vita sono stata molto fortunata: forse è proprio
per questo che è stato così difficile interpretare Maurice che invece
è un personaggio complesso.
Marion ha i capelli mori e corti. Cosa ne pensa
di questo cambio di look?
Personalmente non amo quella acconciatura ma il personaggio me lo
imponeva. Il taglio di capelli era adatto a Marion e io non ho posto
nessun tipo di problema: quando faccio un personaggio lo faccio fino
in fondo.
Come sceglie i copioni che le propongono? Un colpo di fulmine. È un incontro, anche col regista.
Tutto d'istinto. Faccio soltanto quello che mi piace
L'esperienza di modella che ha accumulato negli
anni le è stata d'aiuto sul set? Non particolarmente, anche se naturalmente tutto ciò che si
impara durante la carriera fa parte di un bagaglio professionale e
culturale che può tornare utile.
Modella, presentatrice e infine attrice. Ma dove
va Laetitia Casta? E perché?
Guardi, devo essere sincera: per la mia carriera non ho mai fatto
scelte troppo precise e razionali, è soltanto il caso che mi ha guidato
fino qui. Io sono spontanea: ciò che cerco è l'armonia, intorno a
me e nel lavoro che svolgo.
Ci dica un film italiano e uno francese che ama
particolarmente?
Sicuramente "Ladri di Biciclette" di Vittorio de Sica e "La piscina"
di Alain Delon
So che non ama raccontare la sua vita privata,
ma com'è come mamma?
Sono ansiosa, ho mille paure, sono come tutte le mamme del mondo.
Mia figlia è davvero ancora molto piccola e non è che per adesso sto
lì ad insegnargli come tenere il cucchiaio in mano. Perché ho chiamato
mia figlia Sahteene? Perché è un nome originale, indiano, dato da
una madre francese e da un padre egiziano. Mi fa pensare ai viaggi:
quando imparerà a scrivere potrà scrivere qualcosa di bello.
Laetitia, vista la sua giovane età, probabilmente
non ha mai visto una casa chiusa. Cosa ne pensa?
Quando ho accettato di fare questo film l'ho fatto per la storia d'amore.
E non ho mai pensato che fosse un documentario sulle case di prostituzione.
È difficile immaginarmi al posto di una prostituta, ma le rispetto
perché fanno del bene alla società. Certo, so benissimo che nella
realtà la loro professione e la loro vita non sono così gioiose come
nel film...
Ricorda Sanremo?
Esperienza estremamente simpatica. È stata una follia, un incontro
con il pubblico e con l'Italia: ne conservo un ottimo ricordo.
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