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Giri di vite e giri di soldi

 Diario della crisi: 2010 - trentaquattresimo mese di SETTANTADUE.

Si avvicinano i mesi duri della degenerazione sociale!

LE AVVISAGLIE DI UNA CRISI EUROPEA CHE PUO’ ARRIVARE DAL 2011

17/12/2010

Di F. Allegri

In questi giorni ho riletto vari miei scritti e mi sono reso conto che mi sono sempre interrogato su quale gigante potesse cadere tra la Cina e gli Stati Uniti d’America.

In realtà c’è un terzo gigante che rischia qualcosa e si chiama UE.

Sia chiaro che a livello economico questo gigante è in condizioni migliori: lo dimostrano gli articoli di Ralph Nader e di Lester R. Brown che ho tradotto di recente.

Siamo più avanzati a livello tecnologico, molto meglio a livello di risparmio energetico, attivi a livello di partecipazione politica e sociale. Non è detto che queste siano delle virtù ….. (vedi sotto).

L’Europa unita ha anche 3 punti deboli evidenti:

a) alcuni paesi sono troppo poveri e faticano a stare nell’euro;

b) alcuni paesi sono troppo arretrati a livello economico per stare nell’euro;

c) non esiste un valore ideale dell’euro che possa accontentare tutti.

Ho ripetuto 3 volte una parola e quel nome è il simbolo dell’unione bancaria europea.

Ci sarebbe un quarto problema ovvero l’assoluta mancanza di un esercito comune, ma questo mi serve per introdurre nel discorso il grande nemico possibile dell’Europa unita: si tratta dello speculatore internazionale e non del periodico barbaro alle porte!

Non dirò qui che l’Italia ha scansato la crisi e nemmeno che siamo la prossima vittima perché al momento non si può dire, ma anche gli scenari più neri sono possibili.

Scrivo questo pezzo, come periodica riflessione sull’economia internazionale e per questo farò varie riflessioni sul tema europeo che mi interessa di più, solo alla fine cambierò argomento.

In Europa scende l’occupazione insieme ai salari medi e questo è dovuto alla globalizzazione ovvero al trasferimento degli stabilimento in paesi di comodo, Cina in primis ma anche il viaggio in USA di Marchionne è globalizzazione: è una variante preoccupante!

Nei prossimi mesi scenderanno ancora il consumo e la propensione al consumo; mi pare in crisi forte anche la fiducia nella politica e nelle istituzioni tradizionali.

Qualcuno parla di crisi del capitalismo, ma a mio avviso è un delirio folle. Preferisco il discorso del professor Nappini: viviamo la terza rivoluzione industriale e tornano le solite ingiustizie delle 2 esperienze passate. Manca semmai all’appello il pensiero marxista (posso farmene una ragione) ed è evidente il disorientamento generalizzato del mondo operaio organizzato.

L’automobile è il simbolo negativo di questa terza rivoluzione, questo va detto ricordando che essa fu il simbolo della rivoluzione precedente (la macchina a vapore e il battello a motore rappresentarono la prima rivoluzione).

Oggi la terza rivoluzione si potrebbe materializzare in una grande pala eolica o in un pannello solare, ma io preferisco la bandiera della Cina, del Brasile o dell’India, può andare bene anche quella americana, ma a mezza asta.

C’è un simbolo anche per la crisi, anzi due: un’automobile e una mazzetta di euro.

Come ho già detto la macchina europea è in crisi e dentro un processo di globalizzazione: la FIAT più di altri.

Continueranno a crollare le vendite di auto e io non credo alla necessità degli incentivi, anzi temo sia la nascita del partito degli incentivi che la degenerazione di qualche piccola realtà parlamentare.

Nell’ultimo scritto di Nader trovate alcuni spunti interessanti sulla ripresa di GM che gli americani liberali hanno soprannominato Motori Governativi (in inglese c’è anche l’ordine delle lettere).

In quello scritto si puntualizza che le vendite di GM vanno bene perché hanno ridotto al massimo i costi per abbassare il cosiddetto break even point.

Lo scritto è di agosto, ma ha una sua attualità e l’ho tradotto perché in quel periodo anche la Chrysler di Marchionne e Obama era nelle stesse condizioni.

Ormai abbiamo capito che la scelta americana di Marchionne presuppone una nuova opportunità per la globalizzazione e stavolta il paese depresso con i bassi salari si chiama Stati Uniti d’America, niente di meno, ma che resta un impero a livello militare e politico anche se ultimamente fatica a vincere le guerre!

Di sicuro la sinistra italiana non ha risposte verso questa scelta FIAT che ha scombussolato i normali maneggi del nostro orticello economico e politico consociativo.

Alla base del problema c’è una piccola intuizione che ebbi 3 anni fa: la nostra classe politica (tutta) non ha capito davvero la globalizzazione.

Se guardiamo a sinistra, in alcuni casi ne ha inventata una e minima in altri ha cercato di cavalcarla e non vedo motivi seri per guardare al centro o a destra.

I nostri sindacati sono smarriti e si muovono in ordine sparso. Qui devo chiedermi se avverrà la stessa cosa al momento di un’eventuale crisi italiana futura (quasi certa).

Io comincio a pensare che una crisi italiana coinvolgerebbe l’intera Europa e porterebbe dritto dritto verso l’opzione a 2 velocità con qualche paese che potrebbe cambiare la moneta, magari tornare a quella vecchia.

Forse ci salveranno gli altri stati: qualche volta l’hanno fatto: soprattutto quando gli conveniva.

Dopo la crisi greca pensai più o meno questo: “Il peggio sarebbe passato, ma i problemi politici lo faranno ripassare”.

Oggi sono più pessimista, credo che ci manchino le capacità per affrontare la crisi e qui mi conforta l’indiscrezione di uno dei tanti informatori che ho e che tengo segreti in parte. Secondo lui TREMONTI HA MESSO DA PARTE UN TESORETTO!

Anche questo può essere simboleggiato dalla foto che ho messo all’inizio, spero che siano soldi sufficienti, so che non dovrebbero servirne molti.

In ogni caso devo salutarvi con quella che per me è la più triste delle conclusioni: oltre lo pseudo bipolarismo tra gli illusi e i fra intenditori e i governi di o per Berlusconi c’è solo il dirupo e lo scontro sempre più duro tra Nord e Sud con la prospettiva di una Corea arrovesciata!

E tenete presente una cosa che molti hanno capito: per il Sud, il federalismo sognato dal Nord è sinonimo di lacrime e sangue (salvo la riforma degli affitti di case). Può dividersi l’Europa e può farlo pure l’Italia: Mala tempora currunt.
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