futuro ieri

CRITICA  LOCALE

Periodico cartaceo e telematico ~ Anno VIII ~ Numero 20 ~ Inverno 2010

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Votare con i risparmi

Vogliamo parlarvi stavolta di una piccola storia, di quelle che non fanno notizia, sia per i canali di diffusione che utilizzano che per i contenuti veicolati.

Negli Stati Uniti, le recenti feste hanno avuto un argomento di discussione, al desco familiare, assolutamente predominante. Come è stato riferito, sebbene in modo marginale, dal settimanale Time, in un approfondimento del network ABC, nonché sul bene informato “Huffington Post”, un sito tipo il nostro Dagospia.

L’argomento in oggetto, che per sadico uso della suspance ancora non abbiamo rivelato, nasce – a dire il vero – da un genuino e spontaneo passa parola generato su internet.

Move Your Money, così è stato ribattezzato il movimento d’opinione di cui vogliamo parlarvi.

Tutto scaturisce nelle ultime settimane del 2009, allorché i media diffondono la notizia che i grandi istituti bancari americani (tipo Chase, Bank of America, Citibank, etc) hanno distribuito bonus milionari ai loro manager. Premiare chi ha portato il gigante USA sull’orlo di un default peggiore della grande depressione del ’29 – rischio tutt’altro che svanito, sia detto per inciso – è sembrato troppo anche per il peloso stomaco dell’americano medio. Da una notizia apparentemente innocua, capace di produrre al più un po’ di sdegno, è partita invece una reazione a catena, amplificata su Facebook e consolidata, appunto, nelle riunioni familiari natalizie.

Ma cosè Move Your Money? Per qualcuno è stata la reazione politica ad un sistema economico e finanziario rapace, per qualcun’altro la necessità di mettere al sicuro i propri sudati risparmi, per qualcun altro infine la scelta di investimenti redditizi e etici.

Ma insomma? Si tratta molto semplicemente di ritirare tutto il proprio denaro depositato nelle grandi banche per spostarlo nelle banche cooperative. Piccole banche che hanno regolamenti molto più rigidi e rigorosi, adottano una gestione collegiale e democratica delle responsabilità e conservano un forte legame col territorio. Sai chi sono, cosa fanno e dove investono. E investono soprattutto finanziando le piccole imprese locali, sponsorizzando fiere paesane, sostenendo cause benefiche della zona.

Secondo i dati degli ultimi rapporti della Federal Reserve, la Banca d’Italia americana, nella crisi iniziata nel 2008 hanno retto l’impatto, incrementando il loro volume di affari, per il 97% di esse. Uno scudo che ha retto benissimo allo tsunami finanziario dei subprime, come ha ricordato anche, in una sua periodica lettera (tradotta su questo sito), il coraggioso e lungimirante Ralph Nader.

Come sempre succede, vista la mole di consensi che il progetto, visitabile al sito www.moveyourmoney.info, ha raccolto in poche settimane, piano piano anche gli organi di informazione, che finora facevano orecchi da mercante, hanno iniziato a studiare il fenomeno. Anche il noto giornalista Keith Olbermann, per non dire della citata Arianna Huffington, approcciatisi con snobistica diffidenza sono diventati poi dei sostenitori del progetto.

Anche in Italia da ormai diversi anni si sta diffondendo, alla chetichella, il fenomeno delle banche di credito cooperativo. Sorte sulle ceneri della vecchie casse rurali e artigiane, sono diventate ad oggi quasi un centinaio tutte federate fra loro, con migliaia di sportelli in tutto il Paese, in particolare nei Comuni e nelle Frazioni più piccole. Come gli americani, anche noi possiamo trovare la sede più vicina per andare ad informarsi a questo sito www.creditocooperativo.it, e guardare negli occhi il responsabile territoriale, se non addirittura il presidente. Naturalmente anch’esse hanno resistito con solidità in questi mesi.

Così come si vota quotidianamente facendo la spesa e scegliendo i prodotti da acquistare, al mercato o al negozio, molto più efficacemente di quanto non accada nelle urne, la stessa cosa accade spostando i nostri soldi, faticosamente guadagnati, dai grandi gruppi bancari (tipo Unicredit, Banca Intesa, Monte dei Paschi, etc) alle piccole banche di credito cooperativo, sottraendo quindi ai burattinai dell’economia improduttiva e senza scrupoli la linfa per fare ulteriori danni, dopo i bond argentini, quelli Cirio e Parmalat e i recenti fondi o polizze con titoli infetti della Lehman Brothers.

In realtà, niente di nuovo sotto al sole. Ricordate il film “La vita è meravigliosa” di Frank Capra, in cui James Stewart è, non l’unico, vittima dell’odioso Mr. Potter, cinico e spregiudicato simbolo del capitalismo peggiore? Infatti spezzoni del film sono stati utilizzati per promuovere ad un pubblico sempre più vasto Move Your Money.

Le rivoluzioni non si fanno più con le rivolte, i cannoni e le bombe, ma le più dirompenti saranno causate... da una piccola pulce che si infila nel meccanismo facendolo ingrippare, come diceva Trilussa.

 

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