futuro ieri
CRITICA LOCALE
Periodico cartaceo e telematico ~ Anno V ~ Numero 9 ~ Estate 2007
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Prologo
L'occasione per ragionare intorno al presente documento è dato da un articolo di costume e politica edito dalla Repubblica del 8/7/07, il pezzo prende tutta pagina 17 ed è a firma di Giampiero Marinotti. L'articolo ha per titolo "Correre è di destra o di sinistra? Scontro fra Parigi e Londra". L'articolo prende punto da un articolo di Liberation e da alcune critiche che sono state rivolte al presidente francese Sarkozy per il fatto che ha l'abitudine di correre. Il giornalista si domanda se questa abitudine è un valore di destra o di sinistra. Questo chiasso internazionale fra le due sponde del Canale della Manica su una polemica, pare questo il caso, fondata sul nulla e sulle abitudini di un personaggio politico rivela quanto i concetti di destra e di sinistra in Europa e in Italia siano andati perdendo la loro consistenza sul piano politico per allinearsi su livelli concettuali che presentano forti affinità con la cronaca dello Star System e talvolta con il linguaggio dei principali giornali finanziari.
Introduzione
Le parole cambiano senso nel coeso dei secoli e, se i concetti di destra e sinistra qualificavano catastrofi e scelte politiche e sociali estreme e drammatiche, in particolare nella prima metà del Novecento, oggi in questo nuovo millennio sono termini politici che non esprimono le tensioni del passato ma le divisioni della presene contemporaneità. Vi può essere per il peculiare caso italiano un distinguo di natura familiare e morale in relazione alle vicende della Seconda Guerra Mondiale, in virtù di questa cosa c'è chi si sente legato a quel remoto passato e non può non mantenere una distinzione forte sul piano morale. La grande politica che dà concrete possibilità di carriera ed esercizio del potere si fa ormai in Europa con le regole delle campagne pubblicitarie e con cospicui finanziamenti. Tali spese sono rese necessarie dagli enormi costi della politica e da un settore di soggetti e famiglie che vivono di politica e per la politica, dalla scarsità di lavoro volontario gratuito, dalla corruzione e dal disprezzo popolare per le, sedicenti, classi dirigenti.
In questo contesto è naturale che le personali abitudini di un leader europeo siano prese quale misura della differenza fra l'attuale concetto di destra e quello di sinistra. Se la politica è il personaggio e il suo staff, è ovvio che le sue abitudini private hanno rilevanza etica, morale, culturale e di posizione politica. Il caso italiano in Europa ha le sue specificità: le peculiarità individualistiche di un popolo poco cosciente di sé e della sua storia hanno prodotto una serie di ceti sociali che vivono di politica e che sono per la loro intima natura al di sotto di ogni possibile sospetto e ordinariamente preda dei soliti sette peccati capitali. Paradossalmente la distinzione netta fra destra e sinistra, con il suo gravame di sofferta coerenza e militanza, permane in gruppi politici lontani dal potere reale, o se si vuol essere più precisi coi termini "dalla cassa".
Cosiddetti estremisti, neri e rossi, no-global, termine questo talmente abusato nel Belpaese che non si sa bene a che cosa si riferisca, anarchici, alcuni comitati civici, fascisti e brigatisti più o meno immaginari, solo questi gruppi umani o affini possono dare un loro valore vitale, forte e politico a questo AUT-AUT destra-sinistra. L'oggetto del presente scritto è, in avvenire, di deliberare ed operare a favore di una diversa prospettiva politica e umana. La distinzione da cui deve partire l'Associazione non deve più essere fra destra e sinistra ma fra accoglimento o riforma del presente modello di produzione, vendita e consumo. Questa nuova forma di capitalismo che si è venuto a configurare negli ultimi tre decenni tende a distruggere le identità collettive e qualsiasi cosa che riguardi forme di socialità gratuita, provoca una spaventosa ed inaudita concentrazione di potere e ricchezza nelle mani di minoranze ristrette della popolazione, desidera un tipo di essere umano plasmato dalla pubblicità e tendenzialmente egoista, consumatore acritico e in ultima analisi solo. Solo come un cane perché il nuovo che avanza non riguarda quelle forme di socialità e di rapporti umani che possano dar luogo a forme di solidarietà e magari, in prospettiva, di critica dell'ordine da esso costruito, e se si vuol essere sinceri molto spesso l'ordine è puntellato e tenuto fermo per evitare che eventuali crolli minino la credibilità dell'insieme.
Ovviamente chi non è utile o non può pagare è un escluso dal sistema e dal suo modello e quindi è come se non fosse mai esistito, se crea dei problemi è represso da privati assunti allo scopo o dalle forze dell'ordine, loro stesse ai margini dell'inclusione.
A queste miserie umane occorre sottolineare che, di per sé, questa nuova forma di capitalismo sembra non dare luogo allo sviluppo di un progetto di società umana e di politica: dove trova la dittatura è dittatoriale, dove trova un regime comunista finisce con sostenerlo e rafforzarlo, dove trova democrazie ridicole diventa tragicamente ridicolo; l'unica vittoria che consegue è nel creare gravi danni all'ecosistema planetario e nel compromettere il futuro delle prossime generazioni di umani e di qualche migliaio di forme di vita sul pianeta, e nel creare quella già citata categoria di consumatori irresponsabili.
Questa interpretazione non è forse del tutto originale e trae spunto da diversi contributi di politici, autori e filosofi vecchi e nuovi che nel Vecchio Continente, e non solo qui, da decenni ragionano e s'interrogano sulla realtà dell'umanità e del suo futuro.
O.D.G.
Per quello che riguarda l'attività associativa, la distinzione di natura politica prioritaria da fare è quella che rimanda alla differenza fra le diverse forme di consenso e accettazione del modello di società e umanità pseudo-liberale fondato sull'egoismo individuale, sul consumismo spinto ai massimi livelli, e sulla concentrazione in poche mani del potere e della ricchezza e le forme altre di contestazione a tale ordine costituito.
Le diverse forme di critica, alternativa o contrapposizione al sistema dominante potrebbero avere diverse matrici, vicende umane e provenienze politiche, o essere addirittura espressione di identità locali forti come l'espressione della cultura di singoli personaggi.
L'Associazione, coerentemente con il suo oggetto sociale ed entro i suoi limiti, intende aprire un confronto e un dialogo con tali forme di espressione di valori altri. Anzi, di valori tout-court. La consapevolezza che anima questo scritto è data dal fatto che un modello di "civiltà e vita" che sia più umano e più sostenibile di quello oggi dominante deve essere ancora adeguatamente pensato e realizzato. In questo nostro contesto di libera analisi e ricerca, il peso di categorie politiche novecentesche deve essere ridotto al minimo per favorire il più vasto orizzonte possibile di possibilità politiche concrete e di studio.
Associazione Futuro Ieri
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§ N O T E A M A R G I N E § Esempi di mala amministrazione
Il consigliere dei
Verdi Luca Ragazzo critica duramente “la non risposta” del presidente della
Provincia di Firenze Matteo Renzi - esponente della Margherita - all’interrogazione discussa Lunedì scorso
durante il Consiglio.
L’interrogazione del capogruppo dei Verdi riguardava l’ampia discrezionalità del
presidente sulla concessione dei contributi: “Dalla fine dell’anno scorso -
dichiara Ragazzo - Renzi può scavalcare la Giunta comunicando semplicemente al
capo di gabinetto le proprie scelte in ordine ai contributi economici, un
precedente pericoloso nella storia della Provincia. Agli altri assessori è
negato un procedimento del genere. Inoltre, ad aggravare la procedura, si rileva
che l’attuale capo di gabinetto è stato fino a poco tempo fa il suo segretario
personale”.
“La risposta del presidente Renzi è stata elusiva e si è addirittura lamentato
della maggiore autonomia che gli altri assessori hanno nei suoi confronti, forse
ammettendo il suo poco carisma nei confronti della Giunta - commenta il
consigliere dei Verdi”.
“Data la ‘non risposta’ del presidente - conclude Ragazzo - abbiamo chiesto il
parere al Segretario Generale della Provincia sulla legittimità dell’atto.
Dobbiamo riportare la politica ad un metodo trasparente e democratico, non
personalistico o autoreferenziale, come invece è lo stile dell’attuale
presidente. Inoltre è bene che Renzi smetta di giocare con le Istituzioni e con
i soldi pubblici, è bene che inizi a confrontarsi e non a nascondersi dietro le
sue prerogative, che spesso nelle sue mani diventano veri e propri
privilegi”. (Ufficio Stampa - 14/02/2007)
“Alcuni giorni fa il presidente margheritino Matteo Renzi ha inviato tramite la sua casella di posta elettronica della Provincia di Firenze una mail a migliaia di destinatari in cui si parlava dei congressi della Margherita e del futuro Partito Democratico oltre alle primarie per la candidatura ulivista a sindaco di Rignano sull’Arno (dove peraltro è impegnato suo padre). Abbiamo per questo presentato un’interrogazione per avere spiegazioni circa il comportamento tenuto dal presidente Renzi, per sapere se, a prescindere da quanto già accaduto, ritenga corretto l’uso personalistico di strumenti istituzionali, quali la mail della Presidenza della Provincia, che dovrebbero invece servire esclusivamente per attività legate alla vita istituzionale dell’Ente che Renzi si trova a presiedere”. Questo quanto dichiarato dai Consiglieri Provinciali di Alleanza Nazionale Guido Sensi, Nicola Nascosti e Piergiuseppe Massai nell'interrogazione presentata. (Ufficio Stampa - 13/02/2007)
Sei giorni in
America, dal 21 al 27 ottobre scorso, per il presidente Matteo Renzi (La
Margherita / Pd) e una delegazione della Provincia di Firenze: questa la
‘missione’ organizzata per avviare contatti su moda e turismo.
“Dall’analisi dettagliata della determina riguardante il viaggio di Renzi e
della delegazione negli Usa - dichiara
Massimo Lensi di Forza Italia -, si è appurato che il costo complessivo della
‘missione’ è ammontato a ben 34.000 euro (quasi 70 milioni delle vecchie lire).
Nella risposta ad una domanda d’attualità di Forza Italia in cui veniva chiesto
di venire a conoscenza del costo complessivo del viaggio, il presidente Renzi
aveva risposto una settimana fa, riferendosi soltanto al costo di pernottamento
pari a 2.000 euro. Per quale motivo - si chiede l'esponente del centrodestra
-, è stata celata la cifra complessiva nella risposta di Renzi? Guardando
inoltre alla composizione della delegazione, composta addirittura da 5 persone,
spuntano due nomi dello staff personale del presidente.
Ci pare incomprensibile – continua il consigliere – che su una cifra pubblica
si sia cercato di minimizzare la spesa celando la cifra complessiva e rendendo
note solo le spese relative al pernottamento. Mentre si parla di aumentare le
tasse ai cittadini, il presidente Renzi organizza girate in America. Per Renzi –
conclude l'esponente di Fi – i soldi spesi per la ‘missione’ americana
porteranno a grandi risultati, per noi sono più semplicemente soldi pubblici
sprecati”. (Ufficio Stampa - 18/02/2007)
# F U O R I T E M A # Alitalia come Parmalat
Su Alitalia tutto occorre il coraggio di dire la verità: essa con i suoi super stipendi e i suoi super benefit a pioggia era uno dei posti statali più ambiti. Il problema è semplice: in Alitalia "lavorano" il meglio del meglio di raccomandati, amici degli amici e scambisti di voti.
I politici dicono che qualcuno disposto a comprarla c'è, ma nessuno vuole mantenere certi parassiti. Il personale di volo si fa assumere a Roma o Milano, e subito dopo cambia residenza, vivendo sempre in trasferta e avendo in dote un appartamento pagato dove vive, è possibile anche un affitto in nero. Gli acquirenti presunti chiederanno di licenziare tutta quella massa di parassiti improduttivi, e useranno un trattamento verso il personale simile a tutte le altre compagnie aeree, e non 4-5 volte migliore.
Lo stato dovrebbe iniziare il riassetto della compagnia prima di vendere, ma non è in grado di farlo. Gli esuberi di Alitalia sono lì grazie a mille favori o scambi inconfessabili, ci sono i parenti dei politici. Li chiamano "clan": ogni grosso gruppo politico ha il suo lucroso gruppo di parassiti, amanti e cugini dentro. Il governo è alla paralisi e non può permettere al compratore di sostituirlo nell'ingrato compito, perché non vuole perdere sostegno elettorale e clientelare.
Chi comprerà dovrà mantenere i parassiti raccomandati, ma potrà richiedere sostanziosi vantaggi: Le perdite di Alitalia resteranno allo stato se la UE lo permetterà. (C'è chi dice di no. Vedremo). Si rischia lo stallo e il disastro, ma la stampa quotidiana non se ne cura, i giornali consigliano le azioni e favoleggiano di futuri guadagni. Occorre attenzione Alitalia verrà venduta a prezzi disastrosi per gli azionisti. Occorre un controllo anche nei fondi e non tutte le banche aiuteranno, basta diminuire la quota di azioni del mercato italiano.
Alitalia sarà un'altra Parmalat! Chi ha azioni Alitalia è in pericolo, venda è ancora in tempo.
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28-11-07 20.19