futuro ieri
CRITICA LOCALE
Periodico cartaceo e telematico ~ Anno VI ~ Numero 16 ~ Estate 2008
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Non tacciatemi per eretico, anche se eresia
e apostasia sono accuse tutt'ora molto elargite (da alcune Chiese e non
solo...), ma vi confesso che seguendo le vicende interne ai Verdi italiani viene
in mente Ezra Pound quando scriveva: "Se un uomo non è disposto a lottare per le
proprie idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui".
Al di là della figura di Pound e delle indebite appropriazioni postume, non
guardate il dito ma la luna, mi pare che si attagli perfettamente al momento
attuale del movimento verde.
A Roma l’11 maggio si è compiuta metà dell'opera, ed è giusto darne il merito ad
alcuni fra i quali Roggiolani e Saponaro perché la loro iniziativa è stata
determinante nell'archiviazione definitiva dell'era Pecoraro Scanio (e forse
anche di qualche suo sodale). Ma il problema non era solo cambiare il Portavoce,
anzi adesso Presidente, ma quello di un ricambio totale. Che non c'è stata la
forza o il coraggio di attuare.
Dico questo non per spirito vendicativo, dopo le recenti e reiterate disfatte,
ma perché scaricare tutte le colpe su una persona è in Italia sport diffuso, e
la responsabilità di aver intruppato i Verdi in intese "geneticamente
modificate", riducendoli così non solo all'extra-parlamentarismo ma, peggio,
alla marginalità politica, è responsabilità dell'intera classe dirigente del
Sole che ride.
Insomma, è normale che un soggetto politico, nel momento in cui vince nella
società (oggi la coscienza eco-ambientalista non è più di nicchia, per
fortuna!), scompare dalla scena politica. Vi pare normale?
Quando, qualche anno fa, si affermò nell'agenda politica italiana il tema tabù
del federalismo, chi dalla fine degli anni '70 ne aveva fatta - bene o male - la
propria bandiera, raccolse la conseguente e legittima messe di consensi.
E i Verdi? Vincitori sconfitti. Beh, non si può non riflettere con rigore su
questo e non fare una seria autocritica.
Ripeto quanto già scritto e, per la verità, suffragato da parecchie email di
condivisione. I Verdi italiani, come il resto dei Verdi in Europa, hanno tutte
le credenziali, una volta rinnovatisi in profondità, per proporre la propria
faccia all'elettorato. Non hanno nulla di cui vergognarsi. Ai cittadini a
giudicarli. Perché allora nascondersi dietro tatticismi col fiato corto, come
quelli già tristemente sperimentati col "Girasole" o con l' "Arcobaleno"? La
legge elettorale per le amministrative non penalizza la pluralità, quella
nazionale non interesserà per almeno cinque anni...
Qualcuno ha scritto che gli ecologisti non devono pensare all'autosufficienza.
Verissimo, ma autosufficienza ed autonomia non cose diverse. Nessuno dice che i
Verdi non debbano dialogare, ovunque possibile, con la sinistra, con l'IdV, con
il Pd o, meglio ancora, con le liste civiche (Gruppi di Grillo, Movimento per la
Decrescita, Per il Bene Comune, etc etc), ma questo non deve significare
abdicare alla propria identità e peculiarità. Il buon vecchio slogan sindacale:
marciare separati e colpire uniti, rammentate?
Personalmente penso a dei Verdi molto meno ingessati rispetto a quanto lo siano
stati fino ad oggi. Flessibili sul territorio, come si è affermato anche a Roma,
ma non negli obiettivi. Rappresentativi della galassia associazionistica che si
richiama ai valori del rispetto della natura, della terra, dell'aria e di ogni
essere del Creato. Capaci di esprimere un vigore nuovo sostenuto da passioni
antiche. Capaci di dire robusti "no" e ponderati "invece". Capaci di correggere
"l'ambientalismo del fare" con "l'ambientalismo dell'ascoltare". Capaci di
capire che la legalità è condizione essenziale e che gli indulti spezzano il
patto sociale fondato sulla certezza della pena. Capaci anche di spiegare che,
forse, la modernità è oggi molto invecchiata!
Certo, questo significa ripartire dall'elaborazione culturale e politica prima
che dall'alchimia delle alleanze o delle fusioni a freddo. Dagli uomini prima
che dalle poltrone. Sapranno farlo in vista dei prossimi appuntamenti? Sapranno
far contare le idee prima delle truppe cammellate? Perché... "Se un uomo non è
disposto a lottare per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla, o non
vale nulla lui". [Andrea]
PROPOSTA PER UN RICAMBIO TOTALE DEI VERTICI
DEI VERDI:
- Costituzione di un Comitato di resistenza ecologista con rappresentanti di
tutto l'associazionismo ecoambientalista
- Coordinamento affidato a Maurizio Pallante
- Presidenza/portavoce da proporre a Beppe Grillo
- Rilanciare le Liste Verdi sul territorio, secondo una struttura federalista
http://biodiversitaverde.blog.dada.net/post/1206958795
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