futuro ieri

CRITICA  LOCALE

Periodico cartaceo e telematico ~ Anno V ~ Numero 10 ~ Autunno 2007

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Lettera sulla quarantaduesima puntata

Al gentile lettore dedico questa lettera

Questa lettera inizia con una citazione dei titoli di prima pagina del Manifesto del 16 settembre 2007, poteva iniziare con La Repubblica o con un richiamo a un sito, ma ho preferito così per brevità.  Questi i titoli: DNA, detenuti schedati- Il governo trova i soldi per la banca del DNA.  Saranno schedati i detenuti in carcere e ai domiciliari.  Rutelli e Amato esultano, ma sul DDL non mancano i dubbi.  L’ex garante della Privacy Rodotà -No alla schedatura genetica dei cittadini-.

Di che si tratta?

Semplicemente  il nostro governo sta iniziando quello che Rodotà  ritiene di temere e che da altre parti del mondo sedicente civile è già iniziato: si controlla il codice genetico dei cittadini.  Per ora s’inizia con il livello più basso della cittadinanza: quello di chi ha perso o sta per perdere parte o tutti i diritti civili.  Consultando la rete e leggendo bene gli articoli del Manifesto del 16 settembre si scopre che il modello di riferimento è Europeo e capofila dell’esperimento di controllo sociale in corso è la Gran Bretagna.  Questo percorso iniziò con il governo Major e fu portato avanti dai successivi governi laburisti.  Il modello è già applicato in Olanda, Austria, Germania, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Svizzera, Svezia, Ungheria; il dato deve essere collocato nel contesto mondiale dell’espansione del mercato della sicurezza nel mondo.

E’ opportuno ricordare che la famosa giornalista Naomi Klein ha fatto recentemente indagini circostanziate sulla crescita del mercato della sicurezza nel mondo e in particolare sui prodotti e servizi di alta tecnologia. 

Le pulsioni segregazioniste, razziste e carcerarie delle nostre finte società opulente avranno  la loro certificazione scientifica e tecnologica per quel che riguarda la caccia al deviante , al diverso, al criminale, al terrorista, e in futuro chissà magari toccherà a chi dissente dai valori dominanti.

La caccia al criminale sarà meccanizzata, chimica e informatizzata, c’è da sperare che il buonsenso impedisca di sostituire il laboratorio con le indagini.   E’ certo che si può configurare un futuro - DOVE QUESTI SAPERI COSTITUIRANNO L’ESSENZA DI NUOVI POTERI.  Poteri che potrebbero essere autoreferenziali e fuori dal controllo democratico.  Del resto è fin troppo evidente che queste banche dati  non servono tanto a reprimere il crimine ma a gerarchizzare la società umana e a disciplinarla.  Un nuovo elemento va ad aggiungersi  a quella notevole e recente messe di strumenti messi in mano a coloro che possono pagare per la propria sicurezza siano essi Stati, privati o Multinazionali.

Invito il gentile lettore ad andare su un motore di ricerca a sua scelta e a digitare le parole chiave insieme o singolarmente MERCATO-DATI GENETICI-SICUREZZA-BANCHE DATI-DNA-EUROPA, o a cercare in rete qualche commento in materia lasciato dalla Klein, avrà di che appagare la sua curiosità e materia per giudicare questa lettera a lui rivolta.

A mio avviso si viene così a costruire  per via informatica, e in modo quasi clandestino, quel sistema del Panopticon pensato, manco a dirlo, dal filosofo inglese Bentham.  E’ opportuno osservare come l’intellettuale francese Michael Fuocault nel suo “Sorvegliare e Punire” sottolineasse come l’utopia del controllo totale fosse volta al disciplinamento della società umana per fini utilitaristici e politici e proprio riferendosi a Bentham  non esitava a chiamare questa ricostruzione sociale Panoptismo.  Viene da chiedersi a quali poteri una sedicente democrazia può affidare queste banche dati e la sorte di quelle vite di scarto, perdoni il lettore la brutalità. 

Vanno forse essi affidati a quei poteri e a quei corpi dello Stato dai quali i cittadini sono stati tante volte traditi nella fiducia?   O forse vanno affidati a nuovi poteri e a nuove realtà ancora da definire e da provare e da verificare nella loro onestà e lealtà verso le leggi fondamentali dello Stato e i cittadini?  Nel primo caso sarebbe un gesto scellerato da avventurieri e nel secondo un’evidente e temerario salto nel buio.

La cronaca del Manifesto ricorda che in Gran Bretagna sono stati raccolti ben due milioni di profili, inoltre un esperto contattato dal giornale osserva che “Già oggi quel database riguarda un numero consistente di cittadini, anche perché chi ci finisce non può esserne cancellato”.

Questa potenza informatica ricorda una vecchia serie animata giapponese degli anni settanta.

 Si tratta della serie classica di Capitan Harlock.  Nell’ultima puntata  della serie, notevole ma  triste,  l’eroico  capitano  di ritorno da una clamorosa e fortunata vittoria spaziale sugli invasori alieni scopre che il governo mondiale, pur salvato  dall’annientamento grazie alla sua impresa, gli punta le armi addosso.  L’infelice pirata spaziale scopre il perché dalle parole del corrotto e dissoluto primo ministro: sul pianeta tutti gli umani sono stati schedati con una lettera dalla A alla Z.  Chi gestisce i dati è un computer gigante, coloro che finiscono nella lettera Z devono essere uccisi subito in quanto sono considerati criminali e sovversivi irrecuperabili.  Sotto la lettera Z sono finiti l’eroico capitano e tutto il suo equipaggio, quindi l’eroe ha dodici ore per lasciare il pianeta, lui e i suoi sono esclusi dai diritti civili e dall’appartenenza ad una patria.  Come in tutte le belle fiabe di fantascienza un proditorio attacco da parte di alcuni alieni ancora invitti costringe il vile primo ministro a ripensarci e a promettere in ginocchio la cancellazione della lettera Z in cambio della vittoria, per eliminare tanta infamia a lui basta premere un bottone.  Come al solito l’eroe trova il punto debole dei nemici, li vince a cannonate e stavolta in via definitiva. A quel punto davanti a un pianeta devastato dalla guerra appena conclusa congeda il suo equipaggio libero dalla lettera Z.  Per il capitano la sorte riserva l’esilio volontario.  Ma non dopo aver chiesto al suo equipaggio in congedo di restare sul pianeta e di costruire un mondo migliore e di aiutare l’umanità a risorgere dopo tanta distruzione.

Fuor dalla fiaba nel nostro concretissimo mondo l’eroe ancora non c’è e neanche si vede la sua astronave da guerra, e per la verità neanche gli alieni.  Al contrario il computer gigante sta prendendo forma con questi progetti di controllare e schedare anche il codice genetico, ed è l’Europa che sta creando questo, e l’Italia metterà nella nuova impresa 11 milioni di euro (sempre secondo il Manifesto).

Ora chiedo al gentile lettore di attuare un esperimento di pensiero.

Prenda una tessera plastificata significativa: tessera sanitaria, carta di credito, o una cosa affine.

La stringa fra le dita e pensi che qualcosa di simile potrebbe un giorno essere il formato di una carta d’identità o di un passaporto informatico che contiene anche i dati genetici, informazioni riservate, e la possibilità di incrociare i dati  con altre banche dati magari quella della sua carta di credito, o del servizio sanitario, o di una società privata o umilmente della biblioteca sotto casa per conoscere quali siano gli ultimi libri presi in prestito.  Una cosa simile adesso può essere realizzata e se questo sistema che sarà di “dominio e controllo” si sottrae al controllo democratico e alle necessarie verifiche si costituiranno poteri nuovi legati ad un sapere tecnologico potenzialmente autoritario o peggio tirannico.

Lascio il lettore con queste domande irrisolte e la chiusura.

Può una democrazia vera e non finta sostenersi su strumenti di dominio e controllo di questo tipo?

Chi potrà fermare eventuali abusi?

 Se l’emergenza terrorismo e delinquenza, questo è un assurdo lo so, cesseranno o diminuiranno d’intensità verranno forse smantellate queste strutture o al contrario continueranno a svilupparsi?

Voglio chiudere la lettera ritornando sulla storia di Harlock.  A distanza di quasi trent’anni è stato fatto il seguito della serie classica.   Nel seguito l’equipaggio eroico si ritrova in un carcere-satellite chiamato Panopticon, non scherzo è così, davanti a un plotone d’esecuzione robotizzato del governo terrestre, il primo ministro è rimasto lo stesso.

A quel punto col la sua Arcadia il capitano li tirerà fuori con i suoi modi da pirata con un vero e proprio speronamento della prigione-satellite.

In questa nuova serie egli ha un nuovo nemico alieno da combattere per salvare la terra e l’umanità, e ha bisogno del suo equipaggio.

A prescindere, e nonostante: il Panopticon, la lettera Z e il primo Ministro.

Così mi congedo in questa lettera dal gentile lettore .

Ia.Na.

-o-o-o-

§    N O T E   A   M A R G I N E    §

MAURO BULGARELLI, UMBERTO ZONA, "MERCENARI, IL BUSINESS DELLA GUERRA", NDAPRESS, 2004

Questo libro è una serrata e preoccupata analisi delle inquietanti prospettive occupazionali di una antica categoria di lavoratori flessibili e interinali: i mercenari.  Come è noto il mestiere delle armi rispecchia la società e l'economia che lo sostiene  e questo libro evidenzia come i nuovi mercenari di queste nuove guerre siano l'esito di una ristrutturazione economica a livello globale.  In questo nuovo ordine della globalizzazione che cerca di emergere sulle sfortune e le rovine di quel mondo umano, sociale, ed economico che l'ha preceduto nuove e inquietanti figure emergono nelle vesti di nuovi sacerdoti della guerra in nome di Dio e della Democrazia, proficua e lucrosa.   Manager della catastrofe e della ricostruzione, finanzieri, politicanti, giornalisti al soldo, carcerieri, guardie private, mercenari, tecnici e professionisti della logistica della guerra giusta e della pace ottenuta con le occupazioni militari e para-militari questi e tanti altri nuovi professionisti hanno trovato il loro ruolo e il loro stipendio nel nuovo universo bellico di questo millennio appena iniziato.  Gli autori del libro si chiedono se questo nuovo modo di far la guerra possa essere il segno di uno svuotamento della sovranità democratica e l'affermazione di nuovi poteri generati dalla grande concentrazione di potere finanziario in poche mani.

Chi scrive crede di poter rispondere di SI.

#    F U O R I   T E M A    #

A rileggere il quotidiano gratuito CITY del 3 ottobre 2007 il lettore trova a pag. 5 la notizia che gli stranieri, ovviamente residenti, sono 3 milioni.  Ogni anno nascono 50mila  bambini figli di immigrati.  Ossia essi sono il 5% della popolazione e perlopiù sono qui per lavorare.  Non c'è bisogno di altri dati per capire che ormai gli stranieri, come ci ostiniamo a chiamarli, sono tanta parte dell'economia  e del vissuto quotidiano.  Forse i nostri benpensanti, di mezza età e oltre, che gridano al pericolo della distorsione del popolamento nazionale e non solo farebbero bene a ricordare che è anche per loro comodo e per puntellare con il loro lavoro questo marcio sistema italiano che questi stranieri residenti si trovano nel Belpaese.  Se vogliono star meglio potrebbero invocare la creazione di una legione straniera all'italiana; così da esser più sicuri nella cosa che sta loro tanto a cuore ossia il proprio patrimonio personale e il mantenimento di una società italiana para-feudale, con al vertice ordini professionali e caste. Il tutto da cementare con la paura del diverso, del deviante, dello straniero, del folle, e del criminale. Con questi bellissimi e lungimiranti benpensanti spaventati ben poco può sperare la seconda generazione di stranieri residenti, nata peraltro in loco. Forse i nostri 3 milioni di stranieri potrebbero anche per un solo giorno lasciare questo paese per il gustoso piacere di vederlo andare a rotoli e i nostri uomini d'ordine farisei arrangiarsi alla brancaleone. Magari quel giorno qualcuno dei nostri vecchi la pianterà di dar di "Bamboccioni" ai propri figli e nipoti pieni di problemi e dagli scarsi stipendi.

 

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