CRITICA  LOCALE

LA  LETTERA  DI  RALPH  NADER

( nostra esclusiva la versione italiana )

[01 Febbraio 2011]

Nell’Interesse Pubblico

Lettera Aperta al Presidente Obama sui diritti di voto in Columbia

Di Ralph Nader

Caro presidente Obama:

Il Secretary of State Hillary Clinton rifletteva i vostri sentimenti quando commentò la sommossa Egiziana con le parole: “Noi vogliamo vedere elezioni libere e giuste”.

Ma nel Distretto di Columbia, dove voi e la Clinton risiedete, non ci sono “elezioni libere e giuste” per eleggere rappresentanti con diritti di voto pieno al Congresso.

C’è solo il continuo non affrancamento – unico tra tutte le altre città capitali nazionali nelle democrazie dichiarate – per le centinaia di migliaia di cittadini in età di voto nel Distretto di Columbia.

Voi affermate che gli Stati Uniti “continueranno a stare dalla parte dei diritti del popolo Egiziano”. Presumibilmente quello include il diritto ad avere membri al Parlamento, con pieni diritti di voto, eletti dagli elettori Egiziani.

Ancorché abbiate dichiarato nelle elezioni del 2008 che voi supportavate i diritti di voto per il Distretto – almeno 1 membro votante alla House of Representatives se non 2 senatori – avete usato poco del vostro capitale politico o del pulpito da bullo e del muscolo per ottenere pure la più modesta misura attraverso il Congresso.

Ora sarete a favore dei diritti di voto al Congresso per gli elettori del Distretto specie da quando i Repubblicani alla House preso proprio quel Committee-level sui diritti di voto che aveva avuto la Del. Eleanor Holmes Norton.

Ecco un suggerimento per iniziare e uno che migliorerà lo spirito di solidarietà.

Perché non invitare 100 dei dimostratori egiziani, esuberanti, bi-lingue, pacifici a venire a Washington, D.C. e aiutare a riunirsi i residenti del Distretto in un grande raduno per i loro diritti democratici davanti alla White House a Lafayette Park?

Prima di parlare a loro, voi potete guardare fuori dalla finestra della White House e vedere i cartelli e i vessilli dei residenti e sentire i loro canti.

Essi potrebbero annunciare anche uno Sciopero Generale scaglionato per il quale all’inizio di ogni mese essi verranno al lavoro 30 minuti dopo al mattino di modo che in 6 mesi, essi andranno al lavoro a mezzogiorno.

Alcuni impiegati, specie i no-profit e quelli del commercio con un senso del proprio rispetto e dei diritti umani, potrebbero incoraggiare al momento tale impegno ed unirsi a loro.

Durante la crescita della protesta, la gente può discutere cosa accade al Distretto di Columbia quando il Congresso rovescia le decisioni del Comune, vanifica i risultati referendari, falsifica il suo bilancio e rifiuta di rimborsare adeguatamente il governo del Distretto per le molte spese governative federali contratte, come di recente sottolineò con precisione Colbert King sul Washington Post del 29 gennaio.

Viceversa, voi potete ponderare tra voi quello che non è contemplato dai residenti del Distretto a causa della loro soggezione al veto del Congresso.

Perciò, venite a casa con la vostra retorica, Signor Presidente, venite a casa a liberare il vostro Distretto di Columbia.

Qual è la vostra risposta?

Sinceramente,

Ralph Nader

(Tutti gli interessati ad aiutare i diritti di voto per il Congresso in D.C. possono chiamare la White house digitando il numero 202-456-1414 ed esprimere la vostra opinione).

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Dite agli amici di visitare Nader.Org e di iscriversi a E-Alerts.

Tradotto da Franco Allegri il 15/07/2011

[February 01 2011]

In The Public Interest

Open Letter to President Obama on DC Voting rights

By Ralph Nader

Dear President Obama:

Secretary of State Hillary Clinton reflected your sentiments when she commented on the Egyptian uprising with the words “We want to see free and fair elections.”

But in the District of Columbia, where you and Secretary Clinton reside, there are no “free and fair elections” for electing representatives with full voting rights to Congress.

There is only the continual disenfranchisement - unique to all other national capital cities in purported democracies - for the hundreds of thousands of voting age citizens in the District of Columbia.

You stated that the United States “will continue to stand up for the rights of the Egyptian people.” Presumably that includes the right to have members of Parliament, with full voting rights, elected by the Egyptian voters.

Although you declared in the 2008 election that you supported voting rights for the District - at the least one voting member of the House of Representatives if not two voting Senators - but you used little if any of your political capital or the bully pulpit and muscle to get even the most modest measure through Congress.

Will you now stand up for the voting rights in Congress for District voters, especially since the Republicans in the House have just taken away what Committee-level voting rights Del. Eleanor Holmes Norton has had?

Here is a suggestion to get started and one that will enhance a spirit of solidarity.

Why not invite 100 of the exuberant, bi-lingual, peaceful Egyptian demonstrators to come to Washington, D.C. and help rally District residents in a massive gathering for their democratic rights in front of the White House at Lafayette Park?

Before you address them, you can look out the window of the White House and see the colonials’ signs, and banners and hear their chants.

They might even announce a staggered General Strike whereby at the beginning of each month they come to work 30 minutes later in the morning so that in six months, they go to work at noon.

Some employers, especially non-profits and commercial concerns with a sense of self-respect and human rights, may actually encourage such commitment and join with them.

During this elevating protest, people can discuss what it means to the District of Columbia when Congress can over-rule the City Council’s decisions, vanquish referenda results, distort its budget, and decline to adequately reimburse the District government for incurring many federal governmental expenses, as precisely outlined recently by Colbert King in the January 29th Washington Post.

Conversely, they can ponder with you what is not even contemplated by District residents because of their thraldom to the Congressional veto.

So, come home with your rhetoric, Mr. President, come home to liberate your District of Columbia.

What is your response?

Sincerely,

Ralph Nader

(Anyone interested in helping voting rights for Congress in D.C. can call the White House switchboard number at 202-456-1414 and express your opinion.)

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SOMMARIO DELLE ULTIME LETTERE:

191 - L'abuso di antibiotici in USA

190 - L’azzardo di King (sindacati in USA)

189 - Lettera Aperta al Presidente Obama (sul lavoro, il salario e il nucleare)

188 - Sfidate la destra delle multinazionali e la copertura unilaterale dei media

187 - Cinguettando Continuamente sul Tempo (contro il consumismo tecnologico)

186 - La frode dell’industria farmaceutica

185 - Wikimania e il Primo Emendamento (sulle reazioni alle divulgazioni di Wikileaks)

184 - Maggioranza di Uno (sulla maratona di oratoria politica e denuncia sociale del Sen. Bernie Sanders)

183 - Delirio Istituzionale (critica ai repubblicani USA)

182 - Mancare il Bersaglio sui Deficits

181 - Il mio amico Barack (Nader scrive una lettera immaginaria di George Bush a Obama)

180 - Da USA TODAY --- Nader: il TSA esprime la nuda insicurezza

179 - Su Bush nel dettaglio (sul suo libro e contro la sua presidenza)

178 - I Democratici Dissipano il Voto Oscillante

177 - La strada per la schiavitù multinazionale (l'appello per le elezioni di mid - term di Nader)

176 - Dieci domande per i Tea Partiers

175 - I media di destra e la genesi del Tea Party (prima riflessione)

174 - Cercando contratti onesti (contro le grandi banche USA e il MERS)

173 - Remare con Roz (dall'Atlantico al Pacifico e fino a Londra 2012 in difesa della vita del mare)

172 - Perché dire sì al partito del no? (10 critiche ai repubblicani e seconda profezia della sconfitta democratica)

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Le lettere di Nader sono pubblicate anche su Empolitica.com!

Tra i molti scritti precedenti segnalo quello sulle multinazionali e le profezie di Ross Perot.

 

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