CRITICA  LOCALE

LA  LETTERA  DI  RALPH  NADER

( nostra esclusiva la versione italiana )

[17 Gennaio 2011]

Nell’Interesse Pubblico

L’azzardo di King (sindacati in USA)

Di Ralph Nader

B. King, il nuovo presidente dell’United Auto Workers, i cui iscritti sono scesi sotto i 400.000 da oltre 1 milione e mezzo nel 1979 prepara un’iniziativa per sindacalizzare le fabbriche straniere di auto in USA, espandere l’accesso dell’unione oltremare e forgiare le alleanze con gli enti della giustizia sociale.

Ordinariamente, la risposta a queste ambizioni sarebbe “Con Che Cosa?”

Poche unioni sono state ribassate tanto quanto la UAW i cui lavoratori sopportarono il fallimento di General Motors e di Chrysler nel 2009 e un debito gravoso dell’impresa Ford Motor. Durante questo periodo la UAW rinunciò a miliardi di dollari in salari e benefici. Migliaia di lavoratori furono licenziati per salvare queste imprese.

Bene, come antipasto, Bob King inizia con il fondo per lo sciopero dell’unione. Esso contiene più di $800 milioni.

“Noi abbiamo davvero risorse illimitate da dedicare a ciò. E’ diverso da qualsiasi cosa che sia stata vista nel UAW in molti, molti anni”, disse King al The Wall Street Journal.

King concorderebbe con il Labor Professor Harley Shaiken dell’Università della California, Berkeley, che questo “sforzo senza precedenti … è fondamentale per la sua sopravvivenza”

Io interpreto che le sue note significano che un’unione in declino da tempo debba tirare avanti o il suo spirito e le fila diminuiranno ancora in automatico e i costruttori d’auto salvati dagli aiuti chiederanno altre concessioni.

I problemi dell’UAW iniziano con quelle ultime concessioni che includono il sistema sbalorditivo dei due - tipi di salario.

I nuovi lavoratori iniziano a $14 l’ora, meno della metà di quanto sono pagati gli anziani.

Se B. King non può offrire un migliore accordo per i lavoratori non sindacalizzati (108.000 di loro) nelle imprese in USA di Toyota, Honda, Nissan (dove l’unione ha fallito in un’iniziativa organizzativa), e da Volkswagen, Hyundai, BMW, Mercedes e Kia a che serve l’appello?

Per rendere i problemi più difficili, gran parte di questi impianti sono nei cosiddetti stati del sud con “il diritto di lavorare”.

Primo, King offre 11 principi di cooperazione con le imprese dell’auto, evitando la contestazione o la spaccatura da ambo le parti, purché le elezioni siano libere e giuste.

Secondo, sollecita le relazioni con le imprese domestiche dicendo: “La squadra vincente oggi è la UAW e i datori di lavoro Americani; con GM, Chrysler e Ford, stiamo costruendo i migliori veicoli e abbiamo i posti di lavoro più produttivi”.

Presto, tuttavia, la UAW comincerà le negoziazioni per il rinnovo del contratto con tali imprese che stanno recuperando sia le loro vendite, che i profitti e le valute di riserva.

Nessun dubbio, gli iscritti si aspetteranno che la loro unione lotti per una divisione di tale guadagno.

Esso potrebbe divenire astioso.

La Toyota non si è preoccupata per niente all’annuncio dell’iniziativa presa dalla UAW.

Il portavoce dell’Impresa, M. Goss disse che dei 20.000 metalmeccanici dell’impianto USA della Toyota, nessuno sarebbe stato licenziato da un momento all’altro nonostante la crisi economica. I tre grandi costruttori USA hanno licenziato i lavoratori a gruppi, molti permanentemente.

Così richiedo cosa è l’appello di B. King per un lavoratore impiegato da un costruttore straniero?

E’ buono che lui voglia arruolare il sostegno di vari gruppi cittadini nazionali, incluso il PUSH di Jesse Jackson e i capitoli del NAACP.

Ciò sarebbe buono per pubblicizzare l’equità, ma la Toyota, e gli altri che pagano i pacchi sono quasi uguali a quelli dei costruttori USA.

King potrebbe vedere la forza nella sua strategia globale nel legame con le unioni straniere e lottare per quelle libere in Messico e Brasile e per alzare laggiù i salari dei lavoratori dell’auto. Non è estraneo ai movimenti per la giustizia sociale e alle proteste, avendo partecipato di persona alle marce qui e con delegazioni in El Salvador, Messico e in altri paesi del terzo mondo. Ancora, è difficile vedere cosa si aspetta di ottenere da ciò che appare, almeno in superficie, come un enorme azzardo.

Certo, ci potrebbe essere molto di più, qui tra le righe.

Il mio suggerimento è che King e i suoi colleghi passino un fine settimana nei luoghi appartati della loro unione nel Michigan del nord con altri pensatori e organizzatori stagionati per riflettere sul come spendere meglio i soldi distribuiti dall’unione.

Una priorità di base è di fare un gruppo di difesa di 10 persone a Washington, D.C. per stimolare OSHA su salute e sicurezza del lavoratore.

Aumenterebbe l’impegno personale di AFL-CIO di 10 volte per responsabilizzare la OSHA nella riduzione della perdita di quasi 60.000 Americani l’anno per i traumi e le malattie nei posti di lavoro, inclusi gli operai dell’auto.

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Tradotto da Franco Allegri il 02/07/2011

[January 17 2011]

In The Public Interest

King’s Gamble

By Ralph Nader

Bob King, the new president of the United Auto Workers, whose membership is down under 400,000 from a peak of 1.5 million in 1979 is rolling out an initiative to organize foreign auto plants in the U.S., expand the union’s reach overseas and forge alliances with social justice organizations.

Ordinarily, the response to these ambitions would be “With What?”

Few unions have been beaten down as much as the UAW whose workers enduring the bankruptcy of General Motors and Chrysler in 2009 and a debt-burdened Ford Motor company. During this period the UAW gave up billions of dollars in wages and benefits. Thousands of workers were laid off to save these companies.

Well, for starters, Bob King starts with the union’s strike fund. It contains over $800 million.

“We have really unlimited resources to devote to this. It’s unlike anything that’s been seen in the UAW in many, many years,” King told The Wall Street Journal.

King would agree with Labor Professor, Harley Shaiken of the University of California, Berkeley, that this “unprecedented effort .... is pivotal to its survival.”

I interpret his remarks to mean that a long declining union has to push forward or its spirit and ranks will shrink further as automation and the taxpayer-rescued auto makers seize the initiative for more concessions.

The UAW’s problems start with those earlier concessions that included the astounding two-tier wage system.

New workers start at $14 an hour, less than half of what senior workers are paid.

If Bob King cannot offer a better deal for non-unionized workers (108,000 of them) at U.S. factories run by Toyota, Honda, Nissan (where the union failed in an earlier organizing drive), and Volkswagen, Hyundai, BMW, Mercedes and Kia, what is going to be the appeal?

To make matters more difficult, most of these plants are in so-called “right-to-work” southern states.

First, King is offering 11 principles of cooperation with the auto companies, eschewing confrontation or disruption on both sides, so long as the elections are free and fair.

Second, he is touting the relationships with domestic companies, saying “The winning team today is the UAW and American employers; with GM, Chrysler and Ford, we are building the best vehicles and have the most productive workplaces”.

Soon, however, the UAW begins contract renewal negotiations with these companies which are recovering both their sales, profits and stock values.

No doubt, the members will expect their union to fight for a share of this rebound.

It may become acrimonious.

Toyota is not worried at all about the UAW’s organizing drive announcement.

Company spokesman, Mike Goss said that of Toyota’s 20,000 U.S. manufacturing plant workers, no hourly employees have ever been laid off despite the economic downturn. The Big Three U.S. manufacturers have laid off workers in droves, many permanently.

So again what is Bob King’s appeal to an auto worker employed by a foreign manufacturer?

It is nice that he wants to enlist support of various national citizen groups, including Jesse Jackson’s PUSH and chapters of the NAACP.

That may be good for publicizing equity, but the Toyota, et al. pay packages are fairly equivalent with those of the U.S. manufacturers.

Mr. King may see leverage in his global strategy to connect with overseas unions and agitate for independent unions in Mexico and Brazil to up auto worker wages there. King is no stranger to social justice movements and protests, having participated personally in marches here and with delegations to El Salvador, Mexico and other third world countries. Still, it is difficult, to see what he expects to get out of what seems on the surface at least an enormous gamble.

Of course, there may be much more between the lines here.

My suggestion is that Mr. King and his colleagues spend a weekend at their union retreat in northern Michigan with some other seasoned thinkers and organizers to ponder how most effectively to spend the union’s allotted money.

One needed priority is to set up a small ten person advocacy group in Washington, D.C. to prod OSHA on worker health and safety.

That would increase the AFL-CIO’s personnel commitment by tenfold for advancing OSHA’s responsibility to reduce the loss of nearly 60,000 Americans a year due to workplace trauma and disease, including autoworkers.

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SOMMARIO DELLE ULTIME LETTERE:

189 - Lettera Aperta al Presidente Obama (sul lavoro, il salario e il nucleare)

188 - Sfidate la destra delle multinazionali e la copertura unilaterale dei media

187 - Cinguettando Continuamente sul Tempo (contro il consumismo tecnologico)

186 - La frode dell’industria farmaceutica

185 - Wikimania e il Primo Emendamento (sulle reazioni alle divulgazioni di Wikileaks)

184 - Maggioranza di Uno (sulla maratona di oratoria politica e denuncia sociale del Sen. Bernie Sanders)

183 - Delirio Istituzionale (critica ai repubblicani USA)

182 - Mancare il Bersaglio sui Deficits

181 - Il mio amico Barack (Nader scrive una lettera immaginaria di George Bush a Obama)

180 - Da USA TODAY --- Nader: il TSA esprime la nuda insicurezza

179 - Su Bush nel dettaglio (sul suo libro e contro la sua presidenza)

178 - I Democratici Dissipano il Voto Oscillante

177 - La strada per la schiavitù multinazionale (l'appello per le elezioni di mid - term di Nader)

176 - Dieci domande per i Tea Partiers

175 - I media di destra e la genesi del Tea Party (prima riflessione)

174 - Cercando contratti onesti (contro le grandi banche USA e il MERS)

173 - Remare con Roz (dall'Atlantico al Pacifico e fino a Londra 2012 in difesa della vita del mare)

172 - Perché dire sì al partito del no? (10 critiche ai repubblicani e seconda profezia della sconfitta democratica)

171 - Da quando scrissi insicuro ad ogni velocità

170 - Rovesciare l'oligarchia (le lotte di Public Citizen)

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Tra i molti scritti precedenti segnalo quello sulle multinazionali e le profezie di Ross Perot.

 

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