CRITICA  LOCALE

LA  LETTERA  DI  RALPH  NADER

( nostra esclusiva la versione italiana )

[13 agosto 2010]

La presidenza Obama tra GM e la ShoreBank*

di Ralph Nader

Il trattamento dell’amministrazione Obama della sua proprietà maggioritaria dovuta al salvataggio di General Motors e la sua indifferenza verso la ShoreBank pionieristica ma in crisi (una banca di comunità di Chicago), sono lezioni sul come arriva a Washington, D.C. il Big/Bad comparato al Good/Small.

La nuova GM è emersa dalla bancarotta del 2009 con un bilancio pulito e tanti soldi del contribuente avendo diffuso i suoi cattivi beni e abbandonato i suoi azionisti comuni.

Nei primi 2 trimestri del 2010, esso ha segnalato un’inversione presentando oltre i $2 miliardi di profitti.

In cambio di un’infusione federale di ben più di $50 miliardi: il governo ha preso il 61 per cento di dividendo di proprietà.

Il governo canadese ha avuto il 10% di proprietà per la sua assistenza finanziaria, e la United Auto Workers ha ricevuto il 17,5% di proprietà in cambio di grandi concessioni e di due livelli sulla scala del salario che inizia a $14 all’ora.

L’amministrazione Obama esercita i suoi doveri di responsabilità in nome dei contribuenti dicendo sempre che lei non userebbe mai qualche potere della proprietà maggioritaria.

L’amministrazione Obama sta sollecitando GM a emettere azioni prima e non dopo di modo che il governo possa vendere le sue azioni e uscire dall’impresa completamente.

Il CEO di GM Edward E. Whitacre Jr., ex CEO di AT&T concorda.

Nelle settimane recenti, ha detto alla stampa che GM perde vendite a causa del suo soprannome “Motori Governativi”.

Non aggiunse che senza il governo un General Motors in bancarotta non avrebbe venduto nulla, del resto non è noto per la sua benevolenza.

Ci sono serie conseguenze per lo stile amministrativo assente di Obama.

Primo, lui non proibì il lobbying a GM, come fu richiesto per il salvataggio di Fannie Mae e Freddie Mac.

Come membro principale dell’Alliance of Automobile Manufacturers, GM ha fatto parte di una forza lobbista che vorrebbe indebolire la legislazione sulla sicurezza dell’auto che si muove ora tra la House e il Senato.

Storicamente, GM fu la più dura ad opporsi al controllo obbligatorio su inquinamento, efficienza energetica e livelli di sicurezza. La strategia dell’impresa per decenni fu di respingere, ritardare o indebolire gli sforzi per pulire la tua aria, salvaguardare il tuo veicolo e per darti più miglia per gallone di carburante. Ora, il governo (come proprietario di maggioranza) può come minimo dire a GM di sostenere le politiche stabilite da tempo dagli USA in queste 3 aree: Obama è distante.

La nuova GM è libera di tornare ai suoi vecchi modi ostruzionistici. Tuttavia, la ripresa di GM è proprio cominciata.

Ha tagliato i costi in modo significativo quindi il suo punto di pareggio è a un volume basso di produzione per i livelli storici.

GM sta facendo denaro in USA ed è in espansione in Cina: iniziando da un punto bassissimo di volume di vendite. Quindi perché Obama vorrebbe vendere l’azione del governo così presto quando l’aspettare un paio di anni darebbe un buon profitto ai contribuenti e frenerebbe anche l’opposizione di GM all’innovazione, guidata dalla regolazione, per la salute, la sicurezza e il benessere economico dei consumatori?

Ora considerate l’impiccio della ShoreBank.

Questa banca lavorò il terreno fin dalla sua fondazione del 1973 concedendo mutui a persone a basso reddito per comprare casa, costruire l’appartamento o fare piccoli affari.

Anno dopo anno questa banca di comunità dimostrò che poteva fare denaro aprendosi ai mercati che le grandi banche cerchiavano di rosso a Chicago e poi a Detroit e Cleveland.

Centinaia d’articoli e servizi TV annunciarono il suo successo. Poi la recessione causata da Wall Street attaccò il paese.

A causa di un suo piccolo errore, molti debitori a basso reddito e indebitati iniziarono a perdere o a non pagare i loro prestiti. ShoreBank iniziò a registrare perdite - $119 milioni nel 2009.

Diversamente dalle grandi banche, ShoreBank non trattava derivati speculativi rischiosi – come credit default swaps, obbligazioni su debiti collaterali o prestiti su ipoteche subprime.

Washington fu trascinato con forza per salvare le grandi banche, super speculative: investimenti su carta tossica senza valore sociale da salvare.

George W. Bush portò i contribuenti ai livelli del benessere aziendale oltre i sogni dell’avarizia delle multinazionali.

Neil M. Barofsky, il valente ispettore generale speciale per il Troubled Asset Relief Program (TARP) del Treasury Department riferì che il salvataggio del gigante AIG ($182 miliardi) dette ai suoi partners commerciali -- ricco-bonus a Godman Sachs, Merrill Lynch, Societé Generale e altre banche -- 100 centesimi per dollaro ai loro noti credit default swaps.

Se AIG fosse fallita, essa sarebbe stata una frazione di quella somma. Il rapporto Barofsky denunciò la Federal Reserve per non aver negoziato con forza con le banche.

Incredibilmente, la Fed dette alle banche $27 miliardi del contribuente e permise loro di tenersi i $35 in collaterale già coperti da AIG.

Barofsky dichiarò che queste vaste somme in sovrapprezzo erano molto “sopra il valore di mercato [di questi contratti] all’epoca”. Compara questi ammontari con quello che serve a ShoreBank in investimento addizionale per fornire liquidità e riserve di capitale adeguate per uscire dalla recessione.

Essa progetta perdite per quasi $200 milioni prima di ritornare in attivo e altri $300 milioni circa per sostenere operazioni future. La banca di comunità ha raccolto $150 milioni in garanzie da varie imprese di Wall Street – qui c’è un piccolo rimborso p.r. – gli servono $75 milioni di fondi TARP dal governo Obama.

Al momento, Washington è recalcitrante e la banca, disposta a restringersi ulteriormente, vede le sue speranze oscurarsi.

L’editoriale del Chicago Tribune “Ancora Risparmi Degni” dice bene: “ShoreBank, per anni, mostrò che l’operare con onore nei quartieri a basso reddito conviene a tutti. In un modo o nell'altro non va permesso al suo esempio luminoso di sparire”.

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*Il titolo è una nostra idea, la lettera ne era priva.

Tradotto da Franco Allegri il 16/12/2010

[August 13 2010]

(Senza titolo)

By Ralph Nader

The Obama Administration’s treatment of its current majority ownership of bailed out General Motors and its standoffishness toward the pioneering but troubled ShoreBank, a community bank based in Chicago, are lessons in how the Big/Bad fare in Washington, D.C., as compared with the Good/Small.

Having shed its bad assets and abandoned its common shareholders, the new GM emerged from bankruptcy in 2009 with a clean balance sheet and lots of taxpayer cash.

For the first two quarters of 2010, it has signaled a comeback by reporting over $2 billion in profits.

In return for a federal infusion of well over $50 billion, the government took a 61 percent ownership stake.

The Canadian government received 10 percent ownership for its financial assistance, and the United Auto Workers received 17.5 percent ownership in return for major concessions and a two-tier salary scale starting at $14 an hour.

The Obama administration exercises its trust duties on behalf of the taxpayers by repeatedly saying it would not use any powers of majority ownership at all.

The Obama administration is urging GM is issue stock sooner than later so that the government can sell its stock and get out of the company completely.

GM’s CEO Edward E. Whitacre Jr., former CEO of AT&T, agrees.

In recent weeks, he has been telling the press that GM is losing sales because of its moniker “Government Motors.”

Not known for his graciousness, he did not add that without the government a bankrupt General Motors would not have any sales at all.

There are serious consequences for Obama’s absentee management style.

First, he did not prohibit GM from lobbying, as was required for the bailouts of Fannie Mae and Freddie Mac.

As a major member of the Alliance of Automobile Manufacturers, GM has been part of a lobbying force that seeks to weaken auto safety legislation now moving through the House and the Senate.

Historically, GM has been the most strident in its opposition to mandatory pollution control, fuel efficiency and safety standards. The company’s strategy for decades has been to defeat, delay or weaken efforts to clean your air, safeguard your motor vehicle and get you more miles per gallon of gasoline. Now, when the government, as a majority owner, can at last tell GM to support long established national policies in these three areas, Obama is hands off.

The new GM is free to return to its old obstructive ways. Moreover, GM’s recovery is just beginning.

It has cut its costs very significantly so that its breakeven mark is at a low production volume by historical standards.

Starting from nearly rock bottom sales volume, GM is making money in the U.S. and booming in China. So why would Obama want to sell the government’s share so early when waiting a couple of years will make a nice profit for the taxpayers and, in the meantime, restrain GM’s opposition to innovation-driven regulations for the health, safety and economic well-being of consumers?

Now, consider ShoreBank’s predicament.

This bank broke ground since its founding in 1973 by providing loans for lower-income homebuyers, apartment building owners and small businesses.

Year after year, this community bank proved it could make money by opening up markets that the big banks chose to red-line in Chicago and later in Detroit and Cleveland.

Hundreds of articles and news reports heralded its success. Then the Wall Street-produced recession struck the country.

Through little fault of its own, many of its hard-pressed lower-income debtors began to miss or default on their loans. ShoreBank started to register losses - $119 million in 2009.

Unlike the big banks, ShoreBank did not deal in risky speculative derivatives - like credit default swaps, collaterized debt obligations or subprime mortgage lending.

Washington is drawn irresistibly to bail out the big banks’ wildly speculative, toxic paper investments with no redeeming social value.

George W. Bush took the taxpayers to levels of corporate welfare beyond the dreams of corporate avarice.

Neil M. Barofsky, the valiant special inspector general for the Treasury Department’s Troubled Asset Relief Program (TARP) reported that the giant AIG bailout ($182 billion) gave its trading partners -- bonus-rich Goldman Sachs, Merrill Lynch, Societe Generale and other banks -- 100 cents on the dollar for their notorious credit default swaps.

Had AIG defaulted, it would have been a fraction of that sum. Barofsky’s report denounced the Federal Reserve for not negotiating strongly with the banks.

Incredibly, the Fed gave the banks $27 billion in taxpayer cash and let them keep $35 billion more in collateral already posted by AIG.

Barofsky declared that these vastly overpaid sums were way “above [these contracts’] market value at the time.” Compare these amounts to what ShoreBank needs in additional investment to provide liquidity and adequate capital reserves to ride out the recession.

It projects losses of about $200 million before returning to black ink and another $300 million or so to support future operations. The community bank has raised $150 million in pledges from several Wall Street firms - a little p.r. redemption here - and it needs $75 million in TARP funds from the Obama administration.

At this writing, Washington is balking and the Bank, willing to shrink down further, finds its hopes dimming.

The Chicago Tribune editorial “Still Worth Saving” put it well: “ShoreBank, for many years, showed that operating honorably in low-income neighborhoods could pay off for everybody. One way or another, we can’t let its shining example disappear.”

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SOMMARIO DELLE ULTIME LETTERE:

164 - Tenere d’occhio Wall Street (sulla riforma finanziaria di Obama - sesto articolo)

163 - Votare per tassare la rendita a New York (oltre e prima della riforma finanziaria)

162 - La guerra in Afganistan vista dagli USA

161 - Le società non sono persone (gli impegni di Public Citizen)

160 - Il cattivo bipolarismo della California

159 - Se il Mississipi fa la sanità come l'Iran ......

158 - Libri da leggere in USA (e non solo)

157 - Martellare il povero e il vulnerabile

156 - 36 Domande per la Kagan, candidata alla corte Suprema

155 - La nuda insicurezza (sui rischi dei controlli negli aeroporti e il diritto al controllo alternativo)

154 - Teatro dell'assurdo a Washington (su sanità, Deepwater e guerra in Afganistan)

153 - Per la riscossa del giornalismo in USA

152 - Nader e la tragedia del Deepwater Horizon

151 -  OTA: lo svuotò Gingrich e la devolution (sul caso Deepwater Horizon)

150 - Non c'è tempo per la difesa del consumatore  (sulla riforma finanziaria di Obama - quinto articolo)

149 - Nell'Interesse pubblico - Cominciamo a conoscere Elena Kagan

148 - Il sostegno di Nader alla FCA (sulla riforma finanziaria di Obama - quarto articolo)

147 - La ricchezza per la giustizia (estendibile alla riforma finanziaria di Obama - terzo articolo)

146 - Rafforzate la gente! (sulla riforma finanziaria di Obama - secondo articolo)

145 - Nessun interesse per il risparmio (sulla riforma finanziaria di Obama - primo articolo)

144 - Lo stato miserabile della sicurezza in miniera

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