Beatitudini


Discorso della Montagna

Monastero Per iniziare a predicare e cominciare così la sua missione, Gesù si reca in Galilea considerata a quei tempi terra pagana.

Proprio da questo luogo consegna ai suoi discepoli un messaggio sublime che dovrà illuminare dapprima la Galilea, poi Gerusalemme e con l'aumentare della fama di Gesù tutti i Continenti e le folle di cristiani.

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Diversità di stile tra l'evangelista Matteo e Luca.

Le Beatitudini o Discorso della montagna sono da considerarsi un insegnamento di formazione da accogliere per chi vuole seguire il Maestro e stare in comunione con Lui. Non è sufficiente, difatti, adottare la decisione: "Lascio tutto per seguire Gesù", ma dopo questa importante scelta deve avvenire nell'intimo del cristiano, quella trasformazione che lo porta ad essere conforme in tutto, all'insegnamento di Gesù.

E questi insegnamenti estremamente indispensabili sono appunto le Beatitudini. L'evangelista Matteo ne riporta nove con la seguente sequenza:
  1. Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
  2. Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
  3. Beati i miti, perché erediteranno la Terra.
  4. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
  5. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
  6. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
  7. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
  8. Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
  9. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
    Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
(Matteo 5,3-12)

Mentre Luca, nel suo vangelo, struttura le beatitudini in modo diverso difatti ne elenca solo quattro:
  1. Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.
  2. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati.
  3. Beati voi che ora piangete, perché riderete.
  4. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
(Luca 6,20-23)

e li mette a confronto con i cosiddetti guai:
  1. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione.
  2. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame.
  3. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete.
  4. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
(Luca 6,24-26)

Si può subito evidenziare che lo stile tra i due evangelisti è diverso perché vogliono evidenziare passaggi importanti o aspetti diversi.

Ad esempio se Matteo riporta "Beati i poveri in spirito" Luca dice semplicemente "Beati i poveri" c'è da chiedersi cosa ha effettivamente detto Gesù. Il Maestro intendeva "Poveri in spirito" come ha scritto Matteo, oppure "Poveri" come riportato da Luca?

Su questa differenza si sono inseriti alcuni studiosi, teologi, biblisti, i quali hanno preferito interpretare come povero chi appartiene alla categoria sociale degli indigenti, per i ricchi chi possiede molto denaro, creando nel popolo dei fedeli molta confusione. Tuttavia, se analizziamo attentamente quello che dice Matteo e quello di Luca, è la stessa cosa detta in due modi diversi. Difatti, quando Gesù parla di ricchezza o di povertà, si riferisce allo stato interiore dell'uomo. Difatti chi è ricco di se stesso e pone il suo stato interiore in modo "io centrico", non può accogliere Dio perché non c'è spazio per nessuno, nemmeno per Dio.

Viceversa, per Gesù i suoi discepoli devono mantenere una povertà di spirito perché solo così è possibile conoscere Gesù e stare in comunione con Lui.

Rinnoviamo l'invito

Se il tuo cuore è ansioso di fare qualcosa per i fratelli che sono attanagliati dalla sofferenza o dalla solitudine, puoi suppplicare con ardore il Signore. La preghiera è una delle più alte forme di carità.

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