Settima Beatitudine
Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio.
Il Signore ti invita a respingere tutto ciò che ti impedisce di avere la pace nel cuore.
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Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio
La promessa di divenire "Figli di Dio" supera ogni desiderio di felicità. Tutte le Beatitudini che ci sono state fin qui proposte, attraverso il cammino su questo monte, sono sacre; tutte quante. Ma quella che Gesù presenta ora è veramente inaccessibile. Se, infatti, il vedere Dio non ha nulla che lo superi nel bene, il diventare figli di Dio è superiore a ogni limite umano, di comprensione e di gioia. Qualsiasi cosa si possa concepire con la mente, ciò che è rappresentato da questa Beatitudine è del tutto superiore a essa. L'esito felice di poter essere riconosciuti quali figli di Dio supera le preghiere, il suo dono oltrepassa la speranza, la grazia valica la natura.
Che cos'è l'uomo in confronto alla natura divina? Secondo Abramo è terra e cenere (Gen 18,27), secondo Isaia «è come l'erba» (Is 40,6), secondo Davide «è come un soffio, i suoi giorni come ombra che passa» (Sal 143,4). Per l'Ecclesiaste l'uomo è vanità (Qo 1,2); per Paolo è miseria (1Cor 15,19). Tutto questo è l'uomo.
Dio, invece, cos'è? I discorsi su Dio, esposti dai profeti, sono sublimi e grandi in confronto alla nostra mente, superiori a ogni grandezza, eppure non toccano la vera immensità: «Chi misurerà il cielo con un palmo - dice la Scrittura - l'acqua con la mano e tutta la terra con un pugno?» (Is 40,12). «A chi mi potreste paragonare, dice il Signore?» (Is 40,25). Lo stesso consiglio offre anche l'Ecclesiaste nei propri discorsi: «Non ti affrettare a proferir parola di fronte alla persona di Dio, perché Dio è in alto, in cielo, e tu sei in basso, sulla terra» (Qo 5,1).
Se sarai operatore di pace, dice il Signore, sarai coronato con il dono prezioso dell'adozione. Che cosa ci può essere di più dolce per l'uomo, tra le cose che egli ricerca a vantaggio di una vita serena? Qualsiasi cosa si nomini fra le più gradevoli e gradite di questa vita, avrà sempre bisogno di pace per essere tale. Se si possedessero tutti insieme i beni di questa terra (ricchezza, buona salute, moglie o marito, figli, casa, parenti, amici, oggetti e luoghi di svago o di divertimento), e a essi aggiungessimo ancora i dolci spettacoli e i piacevoli canti e qualsiasi altra cosa renda goduriosa la vita di chi vive nella mollezza, ma fosse del tutto assente il prezioso bene della pace, che guadagno trarremmo da questi beni?
Che senso avrebbe possederli, se lo stato di guerra interiore ed esteriore in cui viviamo recide la possibilità di godere di quelli stessi? Perciò la pace è indubbiamente il dono più prezioso; è dolce per coloro che la vivono e addolcisce tutto ciò che fa parte della vita. Anche se subissimo qualche sventura, secondo la condizione umana, il male temperato dal bene sarebbe più facile da sopportare. Quando invece la guerra opprime la vita, si diventa insensibili e avidi: la sventura oltrepassa i motivi del dolore e ricerca, nell'inseguimento di altri beni, la compensazione di quel vuoto dato dalla mancanza di pace.
Dunque la pace è la principale tra le cose che rendono lieti, e per questo Egli volle che fosse presente in ciascuno di noi, in misura tale che non solo ognuno ne avesse per sé ma, dalla grande sovrabbondanza, ne distribuisse anche a chi ne è privo. "Beati gli operatori di pace". Operatore di pace è chi dà pace a chi non ne ha o non ne ha a sufficienza per vivere quietamente in beatitudine. Nessuno potrebbe offrire a un altro ciò che non ha; Egli dunque desidera che, prima di tutto, tu sia ricolmo di pace, cosicché in seguito possa offrirla a coloro che né sono privi. Ma, cos'è la pace? È una disposizione amorosa verso il proprio simile? Allora qual è lo stato contrario all'amore, che ce ne priva? Sono l'odio, l'ira, l'irascibilità, l'invidia, il rancore persistente delle offese ricevute, l'ipocrisia. La pace, in eguale misura, si contrappone a essi e provoca, con la sua presenza, l'estinzione del male, sciogliendo tutte le passioni come neve al sole.
Chi conduce gli uomini, con benevolenza e pace, a un'amorevole concordia, non compie forse un'opera veramente degna di potenza divina, poiché bandisce i mali della natura umana e v'introduce invece la comunione dei beni? L'operatore di pace è quindi imitatore di Cristo; per questo il Signore lo chiama "figlio di Dio", perché diventa imitatore del vero Dio, che dona questi beni alla vita degli uomini. "Beati gli operatori di pace perché essi saranno chiamati figli di Dio".
Chi sono quindi, nella pratica, questi operatori di pace? Sono gli imitatori dell'amore divino, sono coloro che mostrano nella propria vita ciò che è proprio dell'energia divina. Il Signore, che elargisce tutti i beni e annienta tutto quanto non ha affinità con la natura del bene, decreta anche per te, ora, che questo sia il tuo compito: respingere l'odio, abolire la guerra, distruggere l'invidia, eliminare l'ipocrisia, estinguere il rancore e donare pace.
L'opera di pace consiste nel riportare la concordia tra il corpo e lo spirito. La carne ha desideri contrari a quelli dello spirito e lo spirito desideri contrari a quelli della carne; queste due forze si oppongono a vicenda, e non ci lasciano compiere il bene che vorremmo. Se dentro di noi percepiamo tale dissidio, dobbiamo lottare affinché le facoltà superiori non siano vinte da quelle inferiori, perché il desiderio sensuale non vinca lo spirito, perché la concupiscenza non vinca la sapienza. La carne ha sempre le sue debolezze: è diventata così a causa del peccato originale e di tutti quelli che inanelliamo durante la nostra vita; per tale motivo è incatenata alla discordia, che ci contrasta in ogni azione di bene che cerchiamo di compiere; ma se il corpo e lo spirito diventano una cosa sola, condividendo gli stessi obiettivi nella pace, allora la Beatitudine si adempirà e quanti si saranno adoperati in tal senso saranno detti propriamente figli di Dio, essendo stimati secondo la promessa del nostro Signore Gesù Cristo.
Beati i pacificatori perché saranno chiamati figli di Dio. Beato te che seguendo tali precetti sarai per sempre riconosciuto come "figlio di Dio".