Tra agio e disagio         


Alunni stranieri tra agio e disagio

Presentiamo in questa area del sito interventi, testimonianze, progettualità riferite all' alunno straniero in situazione di disagio, ma anche delle opportunità positive che possono aprirsi davanti a lui.

E' in mezzo al guado, tra cultura di provenienza e quella di approdo. Può rischiare di essere sommerso non riuscendo a decidersi su quale riva appoggiarsi, sentendosi estraneo ad entrambe. Ma può anche succedere, ed è questa la sua e la nostra sfida, che lui sappia sintetizzare i due mondi e sentirsi a casa di qua e di là. E' una grande opportunità per lui e per noi: c'è bisogno di chi sappia mettere insieme i pluri-versi per costruire un futuro di convivenza, l'unico possibile.

Il processo migratorio, già di per sé traumatico, in genere viene superato positivamente dai bambini e ragazzi stranieri.

Può succedere a volte che, per i motivi più vari (che in quest'area cercheremo di analizzare), il bambino possa rifiutare il progetto familiare e allora si possono creare situazioni di mutismo e chiusura o aggressività più o meno manifesta.

Gli alunni stranieri presenti nelle nostre scuole sono sempre più numerosi, ed è quindi fisiologico che si manifestino con sempre maggiore intensità questi fenomeni, soprattutto per i ragazzi arrivati in Italia già grandi, ma presenti anche (e questa è forse la sorpresa) nella seconda generazione.

Questo è un esempio chiaro di come la scuola da sola non possa farcela: è necessario che Comuni, Ulss, associazionismo e privato sociale intervengano in modo sinergico.

Di seguito presenteremo testimonianze e progettualità sulla materia.

Intervenite e fateci conoscere le vostre idee.


Ciò che sappiano di noi stessi e conserviamo nella memoria, non è importante come si crede per la felicità della nostra vita.
Un bel giorno ci piomba addosso quello che gli altri sanno (o credono di sapere) di noi e allora ci rendiamo conto che questo è più potente.

F. Nietzsche

 

"G2 - Generazioni Seconde" è il nome che alcuni figli e figlie di immigrati, nati in Italia o arrivati da minorenni, hanno scelto per definirsi.
Si tratta di un network di cittadini del mondo, originari di Asia, Africa, Europa e Latinoamerica, che hanno deciso di lavorare insieme su due punti fondamentali: i diritti negati alle seconde generazioni senza passaporto italiano e la loro identità, incontro di più culture. (continua)
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Per "seconda generazione" s'intendono i figli nati in Italia della popolazione immigrata. Tra prima e seconda generazione qualche studioso ha parlato anche di situazioni intermedie, quali la "generazione 1,75", intendendo quanti sono arrivati in Italia in età prescolare; e ancora "generazione 1,5" quanti sono arrivati tra i 7 e i 13 anni e, infine, "generazione 1,25" quanti sono arrivati tra i 13 e i 17 anni e la cui integrazione appare più ostica.
(continua)
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Caro Presidente,
Siamo una rete nazionale di figli di immigrati che ha sentito il bisogno di organizzarsi per lavorare insieme sui nostri diritti e per confrontarci sulla questione dell’identità di chi cresce fra diverse culture, a cominciare da quella italiana.
(Comincia così la lettera di alcuni G2 al Presidente Napolitano. Vale la pena leggerla... (continua)

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Bibliografia sul disagio

Bibliografia sull'intercultura