Se Caino e Abele…

I-Genesi 4.1

In principio Caino, col sudore della fronte, coltivava il suolo da cui ricavava i frutti del suo lavoro. Abele era pastore e trascorreva tutto il suo tempo nel piacere della contemplazione. Caino intanto faticava e si accaniva nel produrre raccolti sempre più abbondanti. Abele prendeva diletto nel soffiare dentro una canna per ottenere suoni melodiosi. Finché un giorno Caino - giustamente - s’incazzò e andò a finire come tutti sappiamo. Mi domando: sarebbe cambiata la storia dell’umanità se Caino invece di farsi accecare dalla furia dell’ira si fosse disposto a una tregua del suo lavoro per ascoltare in tranquilla distensione la musica di Abele? Se avesse rinunciato a un po’ del suo guadagno in cambio di rasserenanti melodie?


Peccato, è andata come è andata e Caino è diventato un reietto. Ma soltanto Lui è il colpevole del crimine per cui il suo delitto pesa ancora su di noi? O forse Abele, appagato dall’esaltazione del suo nobile spirito creativo, non ha avuto considerazione della fatica di Caino e dell’umiltà che è nel lavoro delle mani? Nessuno dei due si è posto all’ascolto dell’altro e da quel giorno è andata quasi sempre così (…)


Ermanno Olmi, tratto da “Tuttolibri”, inserto de La Stampa, 9 Maggio 2009