Minori
stranieri, non solo alunni La recente riforma scolastica del ministro Moratti, mai cita gli alunni stranieri presenti nella scuola italiana. Non solo come attenzione alla diversità e all'intercultura, ma neppure come fenomeno che ha più connotato la scuola italiana degli ultimi 10 anni e che per essere affrontato adeguatamente ha bisogno di risorse, attenzione e professionalità. Alla scuola si danno sempre più compiti e responsabilità, con sempre meno ore e meno risorse, in un contesto di indicazioni contraddittorie e confuse. Succede così che spesso a scuola si vive alla giornata, demotivando insegnanti e dirigenti, con la conseguenza di farla funzionare male. Tutto ciò è casuale o è un preciso disegno per sfasciare la scuola pubblica? Per questo è più necessario oggi unire le risorse e le competenze di tutti gli enti che hanno come scopo quello di migliorare la qualità della vita dei cittadini di un territorio. Spesso gli alunni stranieri (non solo loro, ma sicuramente con più frequenza) presentano situazioni di disagio che non sono solo di tipo didattico e formativo. Si tratta di difficoltà psicologiche, economiche e sociali. La scuola, da sola non ce la fa ed ecco che bisogna aprire dei tavoli permanenti di confronto con i servizi sociali dei comuni e con i servizi socio-sanitari delle ULSS. La nostra Rete è da diversi anni che, con il progetto "Tutti i colori del mondo" ha stabilito dei protocolli di intervento a più mani su questi temi. Il lavorare in sinergia (scuola, comuni, ULSS, privato sociale) permette, intervenendo sui singoli casi, di evitare sprechi, non fare doppioni e mettere insieme professionalità che vicendevolmente si riconoscono e si integrano. Questo consente di affinare sempre di più gli interventi a tutto vantaggio dei singoli enti e soprattutto dei minori, che così vengono letti non sono solo alunni, ma anche come bambini e ragazzi che vivono in un territorio, hanno bisogni familiari e sociali di tempo libero e di socializzazione. Un gruppo interistituzionale sta lavorando in questi mesi per dare ulteriore concretezza a questa collaborazione e per cercare di individuare possibili risposte alle situazioni di disagio che questi nostri nuovi concittadini stanno vivendo. |