Lago di S. Croce, anni ottanta. Eheh, a persici col vivo, la fine del mondo, na robéta da nó credér. Sempre nel nostro
gran bel lago, l'unico lago, situato interamente nel Veneto, degno di essere chiamato con questo nome. Nel Veneto non ce n'è uno che possa dirsi Lago con
la elle maiuscola. Dirai e il lago di Garda ? Eheh, quello ? Tre sono le regioni che se lo contendono e se guardiamo bene la cartina
geografica non c'è altro posto che risieda un laghetto come il nostro. Un laghetto che a suo tempo era pieno di persici
reali, adesso mi parlano di coregoni. Si coregoni che Giancarlo, Danilo e altri se li pescano con le camolette fai da te.
Torniamo al persico reale e al vivo.
Pesca al persico reale con vivo a recupero
L'esca più usata a quei tempi, " la pesùcola del Piave ". Allora ce n'erano a sufficienza, e per tutti. Poi man mano che
l'acqua del Piave venne a mancare, l'avvento dei gabbiani, " le pesùcole " son sparite. Adesso, bohh, adesso osservo il Piave
dal ponte, quando passo in macchina . I " signori divieto " pensarono bene di vietare tutto il vietabile, trascurando
di imporre divieti a chi dell'acqua ne consumava anche ..... per buttare. Nonobepi dopo anni
di studio.... ha capito che i pesci generalmente..... vivono nell'acqua ( psst, psstt ! Sto studiando, pssttt ! Sto
studiando ad una specie che dovrebbe vivere fuori dall'acqua, psstttt, non dirlo in giro altrimenti...... chiudono gli
acquedotti ). Dovrebbe vivere in frigorifero, psstt ! " Rob de matt", dice Piero " al besiàn, ex kartista, me clase "
Comunque allora era possibile procurarsi quel po di " pecucole " sufficienti per passarsi una bella mattinata all'aria fresca e
respirare aria pura a pieni polmoni. Adesso ? adesso ancora è possibile, solo che.... nonobepi ha lasciato il suo spazio
agli amici che ancora vogliono esercitare la loro passione.
" Le pesùcole " erano e forse lo sono ancora, un bocconcino prelibato per il nostro persico reale. Nonobepi, come d'altronde
tutti i suoi colleghi, se ne portava qualche decina, garantito che ad ogni " pesùcola " sarebbe corrisposto un bel pesce persico.
Il nostro pesciolino poteva essere messo in fondo ad un terminale con piombatura a scalare, piuttosto leggera. Filo sul mulinello
dello 0,15 massimo. Canna, behh ! Ognuno aveva le proprie preferenze. Io una cannetta meno di due metri, con vittino molto sensibile
che mi permetteva di lanciare l'esca ad una distanza di 20/25 metri. Profondità preferita due metri al massimo quattro d'acqua.
In barca naturalmente. Lanciata l'esca, nonobepi attendeva che arrivasse sul fondo, poi il recupero era il più invitante posibile.
Per fare questo tipo di pesca, occorre avere anche un po di fantasia, certo anche quella, ci vuole in tutto figurati se
non ci vuole nella pesca ! Immagini la tua " pesùcolina " che si presenta davanti ad un pesce persico affamato, si ! La immagini ? Behh
allora prova a pensare, sempre la tua " pesùcola ", bella viva, che gira a destra e a sinistra, allamata per un labbro, con
un ametto piccolino, behh ! Io si me la immagino, e tu ? Di colpo gliela togli quasi dalla bocca, zac, un colpettino e la fai avanzare di
mezzo metro, magari di scatto, quando già il nostro persico la pensava già nella sua pancina, éh éh ! Così non fai altro che farlo
incazzare, e sai che fa ? Si scaglia come un missile e zacchete, se la ingoia tutta senza batter ciglio e se sei pronto
a dargli la ferrata è cosa già fatta. Lo puoi tirare in barca senza il minimo sforzo. Forse qualcuno dirà, che i pescatori sono degli
esseri spregevoli, potrebbe anche essere. Posso però affermare che ho sentito molta gente " predicare " delle cose e poi alla prima
occasione le vedevi fare il contrario di quanto insegnato agli uditori. Si ? E' successo anche a te ? Forse, èh ! Ricordo " el profesór de
siense ", Si quello con il barbone, mi sfugge il nome ( non è vero, non è vero ! Il nome me lo ricordo, altro che, se me lo ricordo ! )
Quello, nel mio negozietto mi fece una testa così, sui pescatori, su quelli che prendevano tantissimo, su quelli che giravano
in lungo e in largo col motore sul lango inquinandolo. Béh, sai che ti dico ? Se continuava ancora un po mi avrebbe convinto
a smettere. Fortuna volle che doveva scappare di corsa per un impegno, salì sulla sua macchina, la avviò, e che vedo ? Una
nuvola di fumo nero, ma nero che più nero non si può, uscire dal tubo di scappamento. Se non accelera alla sveltina gli sfregio la macchina con il ferro che
adopero per chiudere la seranda del negozio. Di " prediche " da uno come quello, nonobepi non voleva, non ne vuole e non vorrà
mai. Capitoooo ! Questo dell'auto al fumo nero senz'altro è uno della stessa razza di quello della mail, io ne sono convinto.
Bando alle ciance.
Devo dire che nel nostro lago, la misura media del persico si aggirava sull'etto circa, adesso mi dicono che sono più piccolini
e in quantità minore. Di persico ce n'è molto meno di allora. Devo anche dire che pescando con il vivo, le catture erano di pezzatura leggermente più grande,
dico leggermente. Capitava di rado che si arrivasse a persici sul mezzo chilo, nonobepi in tutta la sua carriera, forse dico
una fesseria, potrei aver preso una cinquantina di persici fuori ordinanza, forse meno e forse più.
Parola di nònobèpi
Pesca al persico reale con il vivo e galleggiante
La pesca con il galleggiante nonobepi l'ha praticata per un certo periodo. Un periodo che potrebbe essere considerato breve, se
tengo conto di quanto tempo ho passato seduto in barca, una Sessa 4 metri e trenta, gialla. L'ammiraglia, la chiamava il " dotór
Brino ". Una barca....inaffondabile, vetroresina, credo costruita a Napoli. L'acquistai dal "dotor" quando decise di passare
ad una barca un po più " fonda ", cioè che avesse delle sponde più alte, vista la sua menomazione conseguita in un incidente di
caccia, che lo condannò a zoppicare per il resto della sua esistenza. Pensò di attrezzarsi in modo da non finire in acqua.
Al povero bepi non parve vera di mettere il suo culo sulla barca del dotór.
Ripeto, per un certo periodo mi dedicai a questo tipo di pesca. Le profondità preferite, 3-5 metri, a volte anche 7-
10. Quando si pesca dalla barca è buona norma portare con se tutto l'occorrente per poter cambiare modo di pescare. Facciamo
un esempio esempio banale : si parte con l'idea di pescare su di una prodondità di 2 metri e mezzo 3, va da se che si parte da
casa con gli attrezzi predisposti per esercitare quel tipo di pesca. Canna sui 4 metri, flessibille quanto basta, leggera a
volontà e potrebbe essere più che sufficiente un galleggiante leggerino di nostro gradimento. La piombatura a scalare neanche
tanto delicata, senza badare eccessivamente al diametro del filo, diciamo che da 0,15 è una dimensione più che buona, se poi
si vuole fare proprio na robetta super allora si può passare anche allo 0,12 che per il persico di allora eheh ! Era trattarlo
alla pari del cavedano. Nonobepi metteva grande impegno nel mettere il pesciolino a suo agio. Particolari accorgimenti
uno se li fa e se li memorizza, poi quando l'esperienza fa si che in noi c'è convinzione che tutto sia ok, allora è bene mettersi
in moto e lanciare, e aspettare. Se si è fortunati che nei paraggi c'è il branco, beh allora si, che la festa è assicurata.
Appena il perco veda "la pesucola" parte come una scheggia e senza fare tanti complimenti se la ingoia " sensa remisión ".
L'inconveniente principale della "pesucola del Piave" la sua fragilità. Una pesucola, uguale un persico. Seppergiù la regola
è questa, amenochè il nostro pesce persico non avesse appena fatto ...... un'indigestione. Allora, non c'è esca che tenga.
Col tempo vista la scarsità delle " pesùcole " e i successivi divieti, nonobepi pensò che era meglio scambiare la "pesucola" con
la più resistente cobite. Ahh !! Quella, la cobite è un'esca indistruttibile, si fa per dire. Un luccio mille volte più piccolo.
Molto resistente, se conservata bene, può servire anche per per più di una cattura. Allora che fece nonobepi ? Eheh ! Si mise in
contatto con una pescicoltura e, diciamo con frequenze bimestrali si faceva arrivare il suo carico di cobiti, capito " 'l vècio ? "
Misi in cantina una bella vasca da bagno che l'amico Enzo mi regalò, ossigenatore, carbone attivo e via discorrendo e
l'abitat per le mie esche era fatto. Si mantenevano belle, vive e pimpanti. Così ricevuto il carico ero a posto per un bel
po di tempo. Devo farti una piccola confidenza, a quel tempo ero guardato con un po di invidia ma anche con un certo
sospetto. Credo che i miei amici pescatori mi prendessero un
po per matto. Psstt, silenzio ! Credo che matto un po lo ero per davvvero
nònobèpi
Pesca al persico reale con il lombrico
Lago di S. Croce, anni ottanta. Pescare il pesce persico con il lombrico la pesca più economica che ci sia. Canna, lenza
si suppone che uno che vuole uscire per pescare le abbia già. Poi noi che abitiamo in campagna, non esiste nessun problema
per recuperare qualche bel lombricone, cicciotto, bello rosso scuro con pelle resistente. Insomma di quelli che crescono sul magro,
non quelli da letamaio. Quelli son vermi da signori di città. Nonobepi ha sempre preferito il lombrico da magro. Adesso vi racconto questa: Nonno Vittorio, ex carabiniere, ex dipendente delll'Enel, ora vicino alla novantina, li faceva uscire allo scoperto con un magnete con allacciato qualche metro di filo di rame con in testa un punzone che conficcava nella terra, un paio di giri a gran velocità, e zacchete il nostro lombrico
metteva fuori la testolina di gran carriera, forse dalla paura. Siór Vittorio lo prendeva per il cravattino e via di colpo nel barattolo con terra mista a fondi del caffè.
Per il lombrico valgono più o meno le stesse lenze che per la pesca con il vivo, e se uno ci sa fare anche con questa esca
poco dispendiosa si raggiungono ottimi risultati.
nònobèpi
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