1998 - 2006 Riflessioni del pensionato nònobèpi ex pescatore Pagina dedicata alla pesca al persico reale con i Ciùci pag. 14 |
Lago di S. Croce, anni ottanta. Pescare il pesce persico con i " ciùci " la pesca più strana che ci possa essere. Premetto
allora si potevano usare, adesso penso siano " severamente " vietati. Il capo dei " persici reali " deve essersi messo in
contatto con "l'ufficio divieti" e dopo diverse udienze credo che il " ciùcio " sia stato giudicato: " arma troppo micidiale
per essere usato contro gli inermi ed indifesi persici reali ". Io da queste pagine, lancio un suggerimento che tornerebbe
a favore dei pesci: - lascerei libera qualsiasi esca, libererei la pasturazione, lascerei tutte, tutte le libertà ai pescatori,
però, però vieterei nel modo più assoluto le lenze sotto il pelo dell'acqua. Si hai capito benissimo: vietato
immergere in acqua lenze allamate. - Mi sorge un dubbio, ma saranno contenti i signori divieto ? Ma cosa faranno se non ci sarà più nulla da vietare. Forse saranno mandati a casa con sollievo da parte di tutti i contribuenti. Che dici ? Dai " tornemo ai ciùci ". Per chi non è di queste parti, cerco di descrivere questo marchingegno maledetto, ed il modo con cui, noi del lago di S. Croce passavamo ore ed ore a lanciare piombi da 30/50 grammi a distanze di 40/50 metri e più. Il " ciùcio " - campanella di gomma di svariati colori, di diametro circa mm 5, lunga più o meno dai 25 mm fino ad un massimo di 50. Colori più usati chiari e rossi. In fondo, cioè nella parte più larga noi " esperti " tagliavamo delle capette triangolari tutt'intorno, iinsomma un bel decoro - forse chi li tagliava meglio poteva venir premiato Ne montavamo generalmente 5, con un braciolo di filo leggermente più grosso della lenza madre, in modo che rimanesse staccato maggiormente da essa. Spero che mi avrai capito. In fondo alla lenza, un bel moschettone resistente sul quale appendevo un piombo da 40 grammi, a volte anche 50, dipendeva dalla profondità. Alè, si lancia. Lanci enormi. A volte, e tu mi capisci, s'ingarbugliava qualcosa e il piombone da quaranta si partava via la lenza con un gran colpo al cuore del povero bepi. Quando andava malissimo partiva anche il cimino. " Pasiensa bepi, tira fòra l'altra, e via de novo ". Beh se mi credi son contento e se non mi credi vuol dire che non ti fidi delle mie parole, peggio per te : quando andava bene e nella sstagione giussta, le catture potevano essere vicine al centinaio, il pieno della " camolera " era garantito per almeno il 10/20 percento dei lanci. S'intende quando si aveva la fortuna di " sedersi sopra il branco ". Nelle giornate autunnali, era abbastanza facile individuare più o meno le zone dove i branchi di pesce persico si spostavano. Tutti sappiamo che man mano che si avvicina l'inverno il pesce persico si ritira in acque profonde, cercando in profondità acque più calde. Così facendo e conoscendo i posti dove generalmente sverna per chi ne è a conoscenza la pesca diviene quasi una formalità. Almeno questo era quello che succedeva "ai miei tempi ". Ricordo che invitammo i giornalisti Adriano Piazzesi e Brandi, della rivista Pescare che si divertirono un sacco pescando con i " ciùci ". Loro mai avevano sentito parlare di una pesca esercitata in questo modo. Finii sulla rivista, fotografato ( il colmo per un fotografo ), con in testa un cappellaccio nero, con la pubblicità di una nota marca di sigarette. " Altri tempi, altro che adès-s, fioi mei ? ". Vivere di ricordi, sarà brutto, non averne sarebbe ancora peggio. Che dici ? nònobèpi |