- foto ci gi - Giancarlo osserva il suo lago, dal terrazzo del Bar Fortunato - Poiatte
Lago di S. Croce, 1980 o giù di lì. Il pesce persico è sempre stata la mia passione e non solo la mia.
Parlo del persico reale, non del persico sole e manco del blak pass.
Il persico,
pesce bistrattato dai nostri rivieraschi fino a quando non si scoprì la bontà dei filetti che si possono ricavare.
"Toni de Ton", il padre di Fortunato, attuale proprietario del bar dei pescatori, a Pojatte, ramazzava le decine di chili
che altri pescatori catturavano con le loro reti. A quei tempi non di rado si vedevano pesci persico sul chilo, chilo e mezzo,
poi man mano che passavano gli anni il persico reale, del nostro lago, si.... accontentò di arrivare a qualche etto. Bohh forse perchè i nostri
... scienziati, si insomma quelli che fanno .... i divieti, quelli avevano altro a cui pensare, forse si dimenticarono che se non si immettono persici provenienti da altre zone, quelli che vivono da decenni senza incroci sono definitivamente
condannati a diventare .... nani ( non leggere Giovanni ) .
Gli amici di Toni non sapevano che fare con quel pesce pieno di " spine " allora
piuttosto che buttarlo in pasto alle " pite " (galline) il " povero Toni " faceva lo sforzo di portarseli a casa. Capitooo ?
Toni, lui i filetti di pesce persico se li sapeva ricavare. Lui era un maestro e come tutti i maestri che si rispettano, prima
insegnano l'arte ai figli e gli altri si arrangino... :-)). Che dici Fortunato, che dici ? Mica son balle queste, vero ?
Torniamo al cucchiaino di nonobepi. A quel tempo, come per il resto della mia esistenza, i soldini in tasca erano sempre pochini,
ma con un po di buona volontà e fantasia i miei attrezzi me li sono sempre potuti comperare. Certo il massimo era anche allora come
al giorno d'oggi avere tutto di marca, ma se uno aguzzava un po la fantasia e si dava un po da fare, si poteva reperire
sul mercato l'attrezzatura decente e con poca spesa. La canna, ahh quella si, quella una Abu, molto leggera e sufficientemente
flessibile, tanto da formare sempre un arco regolare ed elastico, quanto basta.
Senti giovane e meno giovane che hai la bontà di leggermi, se mi leggi! Credo che non sian cambiate le regole anche oggi
dovrebbero essere vigenti delle regolette fondamentali in fatto di attrezzature. Canna, filo, mulinello, esca ... e pescatore
devono essere un tutt'uno. Il pescatore deve avere sempre sotto controllo il movimento dell'artificiale che conduce e prevederne
i movimenti. Sembra difficile, ma come in tutte le cose con un po di allenamento si riesce a far ciò con sufficiente regolarità.
Credimi, allenamento e sopratutto credere in quello che si sta facendo, altrimewnti meglio andare al bar, prendersi un panino
e annaffiarlo con un buon bicchiere di vino. Ok ?
Il cucchiaino che mi dava le migliori soddisfazioni era un Abu. Eheh! non credere che il nostro persico guardi la marca dell'artificiale
prima di attaccare il nostro cucchiaino, non pensare che scambi un pezzo di acciaio piombato per un pesce ... che vien
da lontano, ti piacerebbe saperlo è ! Il persico, come altri pesci, attacca l'artificiale perchè incuriosito da quella " strana roba "
che si muove nel suo ambiente, lo attacca se il movimento che noi facciamo eseguire all'artificiale ha la capacità di stuzzicargli
la fantasia, altro che balle. Colori,
adoperando l'italica fantasia, riuscii a sostituirlo degnamente con dei giapponesi ad un prezzo stracciato. Con opportune modifiche
riuscivo a farli girare come volevo. Il cucchiaino, aveva una paletta ovale, ondulata, piombato da 10 grammi, in fondo un'ancoretta di
medie dimensioni, con delle piume rosse. A volte ne trovavo con delle strane colorazioni, ma avevo capito, che i colori
servivano più al commerciante per confondere le idee al pescatore che non a far abboccare il persico. Filo dello 0,15/0,18, mulinello
con recupero rapidissimo (0,75 mt x giro) che mi permetteva di fare eseguire dei guizzi e rilasci rapidissimi. Lancio, rilascio fino al fondo,
strappo con un recupero iniziale velocissimo, poi rilasci molto frequenti con recuperi altrettanto rapidi. Insomma ero
diventato uno specialista, Giandomenico Bocchi mi aveva insegnato, con i suoi scritti, che ad ogni pesce doveva corrispondere
un modo di recupero e io ho sempre cercato di applicare i suoi insegnamenti. A volte percepivo che il mio cucchiaino stava
per essere attaccato, sentivo come una specie di spinta, o meglio sentivo che il recupero diveniva meno dispendioso, e a parer
mio prevedevo l'attacco del persico. Naturalmente, queste sensazioni si hanno dopo avere praticato per diverso tempo questo tipo
di pesca, man mano che si procede con l'esercizio,la canna, le braccia, mulinello, filo e cucchiaino diventano un tutt'uno e da allora
i risultati cominceranno ad arrivare.
- " Maestro al me daga la so cana, al me ga dato quela che no ciàpa". Queste le testuali
parole del professor Bagatella, una delle menti più insigni dell'Università di Padova - rivolgendosi al sottoscritto. Behh,
sai che ti dico ? Fa uno strano effetto sentirsi chiamare maestro da una persona come il "profesor". Eravamo il
professor Bagatella, Zandomenego ed io in barca. Il compito, datoci dal dott. Ricci, era quello di far trascorrere una giornata diversa al " profesór "
e a dire il vero ci siamo riusciti. Il " profesor " si divertì un sacco, assaporò il gusto di prendere qualche pesce sia a
spinning che col pesciolino vivo. Prese anche la pioggia e noncurante volle fermarsi in mezzo al lago, guai tornare a riva.
Ritornò nella sua Padova felicissimo, con i filetti fatti immediatamente da Fortunato assieme alla ricetta per cuocerli:
filetti di pesce persico al bignè. Adesso devo proprio dirlo : " quella stupida persona che perse parte del suo tempo prezioso per scrivermi una mail -..... e tu non hai due euro per comprarti qualche pesce ? " Forse quello potrebbe essere uno che butta nella spazzatura qualche mezza bistecca perché piena di nervetti, non pensando che nel mondo certe persone " crepano di fame " . Ma va ffà un ....... scemo !
" Profesór, se 'l vegnése adès-s, de sicuro nó se farìa la gran festa de alora, canbiadi i tempi, canbiadi profesór ! "
nònobèpi
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