Summa Theologiae
San Tommaso D'Acquino, religioso, teologo e filosofo italiano.
La Summa teologica è l'opera più famosa scritta da San Tommaso d'Aquino. Scritta tra il 1265 e il 1274, la Summa teologica espone in modo sistematico e razionale i principi della fede cristiana.
Tra i temi trattati, vi è anche quello della figura e del ruolo di Maria Vergine, madre di Gesù e madre della Chiesa. Tommaso dedica alla Madonna diverse questioni, in cui analizza la sua concezione immacolata, la sua verginità perpetua, la sua maternità divina e la sua intercessione per i fedeli.
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Santità della Vergine
- La Chiesa non celebra la festa se non di chi è santo; nella Chiesa si celebra la festa della Natività di Maria: dunque Maria nacque con la santità.
- La Vergine non poteva essere santificata prima della sua animazione, perché la grazia è un dono dell'anima; doveva poi anch'essa venire santificata, perché Cristo è redentore di tutti, quindi anche di Lei.
- Per fomite sì intende la disordinata concupiscenza dell'appetito sensitivo; disordinata, cioè, perché contraria alla ragione: nella Vergine santa il fomite dapprima rimase nella sua essenza, muffì come legato nei suoi effetti, e fu soppresso poi quando divenne Madre del Redentore, quasi a riverbero della immunità dal peccato propria di Cristo.
- La santificazione conseguita dalla Vergine importò che essa non commise alcun peccato, ne mortale ne veniale, perché era preannunciata come Tota pulchra.
- Inoltre per la divina maternità, trovandosi la Vergine vicina a Cristo, principio della grazia, più degli stessi angeli, da Lui conseguì la pienezza di ogni grazia, come significò l'angelo chiamandola: Piena di grazia.
- Dalla Scrittura sappiamo che prima della nascita furono santificati anche Geremia e il Battista, i quali prefigurarono Cristo, l'uno nella Passione e l'altro nel Battesimo.
Verginità di Maria Santissima
- La Scrittura dice che Maria Santissima fu Vergine prima del parto, e ciò fu conveniente per la dignità del Padre, del Figlio che è Verbo del Padre, e dell'umanità di Cristo, venuto per distruggere il peccato e per far rinascere gli uomini alla grazia con la potenza di Dio. Ecco una Vergine concepirà... dice Isaia.
- La Scrittura aggiunge che Maria Santissima fu Vergine nel parto, e ciò fu conveniente per la dignità del Verbo di Dio che da Lei nasceva, per lo scopo dell'Incarnazione, che doveva essere quello di togliere la corruzione, e per l'onore della madre che Cristo nascendo doveva conservare. - E una Vergine partorirà.
- La Scrittura insegna che Maria Santissima fu Vergine dopo il parto; pensare il contrario è derogare alla perfezione di Cristo, che essendo unigenito come Dio doveva essere unigenito anche come uomo; ed è fare ingiuria alla dignità dello Spirito Santo, alla santità della Beata Vergine e alla modestia di S. Giuseppe. Questa porta resterà chiusa.
- Le virtù sono più lodevoli se sono legate con voto: deve perciò ritenersi come consono alla santità di Maria, cui convenne per tante ragioni la verginità, che Ella vi si legasse con voto quando si legò in matrimonio con S. Giuseppe.
Perfezione della Prole di Maria
La prole di Maria era stata preannunciata santa, perciò se nel primo istante del concepimento era animata, ebbe anche quei doni dell'anima nei quali consiste la pienezza della grazia.
Cristo nell'istante medesimo del suo concepimento fu perfetto e animato, perciò ebbe insieme anche l'uso del libero arbitrio;
e poiché nello stesso istante fu anche santificato, la sua fu una santificazione con moto di libero arbitrio, e perciò meritoria, cosicché Cristo nel primo istante del suo concepimento meritò;
e poiché la grazia che Cristo conseguì, e conseguì subito, fu grazia senza misura e perciò comprendente anche la grazia di beato comprensore, perciò Cristo fu comprensore ed ebbe la visione beatifica nello stesso istante del suo concepimento.