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Intervista al Magnifico della Federico II: Fulvio Tessitore

Di Pasquale Nesi

 

Innanzitutto cosa ne pensa del nostro giornale?

 

L’ho letto troppo rapidamente per esprimere un giudizio, ma continuerò la sua lettura con interesse.

 

Dal prossimo numero partiremo con un servizio sulla riforma universitaria; è difficile raggruppare tutte le notizie, a meno che non ci si rivolga ad Internet, ma orientarsi risulta complicato data la quantità delle notizie. Può spiegarci brevemente in cosa consiste questa riforma in concreto e in particolare per l’università di Napoli?

 

Fa riferimento al " 3 + 2 + X "?

 

Può spiegare questa formula?

 

Si tratta della laurea triennale e specialistica che chiamiamo "segmento X", ovvero la formazione post-universitaria, il dottorato di ricerca….teoricamente cambia tutto: tutte le lauree ( tranne la laurea in medicina )hanno un primo livello considerato fine a se stesso che chiamiamo laurea di base, di durata triennale, che può dare accesso alla laurea specialistica la quale può essere considerata un di più, il cui scopo è quello di garantire la selezione generalizzata.

Ulteriore elemento è il segmento X che deve avere un duplice obiettivo: creare e mantenere uno stretto contatto tra l’università e il mondo del lavoro, e tra l’università e la ricerca. Poi all’interno di questo quadro sono presenti numerose novità, una di queste consiste nella sostituzione dei "corsi di laurea" con "classi di laurea" suddivise in vari indirizzi e con una propria autonomia. In questo momento le università hanno la possibilità di creare delle classi di concorso in base alle esigenze culturali. Il merito degli studenti è concretizzato in crediti, una sorta di conto corrente per gli studenti, che possono essere utilizzati all'interno dell'università o anche fuori.

 

 

A proposito di crediti, esiste un numero minimo da raggiungere?

 

Esiste un tot numero di crediti per il conseguimento di uno studio. Sostanzialmente cambia tutto, il vero punto è che la modifica del quadro istituzionale deve necessariamente provocare la modifica dei contenuti; altrimenti, di conseguenza, avremmo delle lauree "rattrappite". Aldilà dell’aspetto organizzativo e amministrativo, l’università proietterà gli studenti al mondo del lavoro.

 

Quali sono le aspettative a Napoli?

 

Non sono in grado di dirlo, è un paese che non ha mai programmato le proprie esigenze. Uno degli obiettivi della riforma è ridurre gli anni dell’università. Questo ha un profilo interno che corrisponde alla responsabilità dell’università e possiede inoltre due tipi di responsabilità esterna dovuti al ruolo delle scuole secondarie e dalla recettività del mercato del lavoro, il quale, se manca di questa qualità, può provocare un ritorno alla situazione attuale. Ad esempio: i giovani sono consapevoli che le opportunità di lavoro sono scarse e permangono nelle università.

 

Ci tenevo a rapportare il discorso riforma alla realtà partenopea

 

Per l’università è sbagliato localizzare, per definizione il discorso riforma deve essere antilocalistico. La formazione deve avere l’opportunità di essere spesa quantomeno nell’ambito Europeo. Sulla realtà napoletana basta confrontare le cose che ho detto con la situazione sociale di Napoli. Ci sono elementi che possono far risalire all’università, ma sono comunque dell’opinione, non perché ne sono il rettore, che è una delle migliori università del paese. L’università, dovrà compiere tutto quello che è in grado di compiere. Il problema vero è il rapporto con le altre parti della realtà napoletana; mi sono proposto l’obiettivo di contribuire alla formazione del sistema integrando gli enti locali, le politiche……

 

In passato la facoltà di psicologia aveva sede in Roma, successivamente ha avuto come seconda sede: Caserta. Il problema della dislocazione sarà quindi risolto?

 

Non in tutte le università. Ogni università, in base alle proprie potenzialità, disponibilità, scelte, assumerà una caratterizzazione e questo fa parte del sistema dell’autonomia. Non ci sarà concorrenzialità di mercato, ma dei vari tipi di ricerca che le università sono in grado di fornire.

 

Cosa si aspetta da questo sistema nuovo?

 

Ho fatto vent’anni il preside, ma non ho mai smesso di essere un ricercatore. Anche essendo rettore, non sono un amministratore, ma un docente, un ricercatore, un rettore, ed è una cosa praticata. Chi ha compiuto questa scelta, aggiungendo all’attività didattica l’attività di ricerca, è una persona in grado di seguire le trasformazioni della società Italiana. Mi aspetto che la riforma vada dai dati formali a dati sostanziali, soprattutto per Napoli, in modo che si possano avere processi di evoluzione e trasformazione. Se il tentativo dovesse fallire, abbiamo perso un’opportunità.

 

 

 

 

 

 

 

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L'uomo e la città.convegno mondiale a NApoliarch. Enrico Cipriano


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Convegno Mondiale "l'uomo e la città. per uno sviluppo umano e sostenibile" prof. Luigi Fusco Girard

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